Dott.ssa Elena Bortolazzi

Mi sono laureata nel 2004 presso l’Università degli Studi di Padova in psicologia clinica e di comunità, dopo il tirocinio post laurea presso il CSM dell’ulss 18, conseguo il diploma di psicoterapeuta presso la scuola di Specializzazione in psicoterapia interattivo-cognitiva diretta dal professor Alessandro Salvini nel gennaio 2010.

Durante gli studi universitari ho lavorato presso alcune cooperative e imprese sociale di Padova e Rovigo principalmente nell’ambito dei minori, sia in servizi ludico-ricreativi, sia in servizi di supporto e assistenza alle famiglie attivato dai servizi sociali comunali.

Dal 2011 al 2013 ho collaborato con l’università di Padova in un progetto promosso dall'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Padova per la promozione della salute della comunità.

Dal 2012 ho collaborato in maniera stabile con una cooperativa sociale con sede a Padova, sono stata operatrice in servizi psicologici per i minori e famiglie in interventi domiciliari attivati dalle ulss di riferimento, mi sono occupata di consulenze genitoriali e individuali. Dal 2017 al 2019 ho ricoperto il ruolo di Vice presidente della cooperativa

Dal 2015 al 2019 ho lavorato nei Centri di Accoglienza Straordinari di micro accoglienza della Prefettura di Padova, facendo valutazioni psicologiche e percorsi di psicoterapia con numerosi richiedenti asilo internazionale, esperienza che mi ha consentito di sviluppare le competenze rispetto il trattamento del trauma e del disturbo post traumatico da stress.

Dal 2019 al 2024 ho collaborato con alcune realtà territoriali come operatore del mercato del lavoro, nell’orientamento e supporto alla ricerca lavoro in progetti finanziati dalla Regione o dal Fondo Sociale Europeo per favorire l’occupabilità.

Dal conseguimento del diploma di psicoterapeuta contestualmente alle altre attività ho seguito percorsi di psicoterapia individuale, di coppia e famigliare come libera professionista.

La psicologia, per cercare di esplorare, capire e descrivere il complesso funzionamento dell’essere umano, ha sviluppato differenti teorie. Nel corso del tempo sono nati anche diversi approcci terapeutici per affrontare il disagio e promuovere il benessere delle persone.

Un aspetto che accomuna i diversi approcci terapeutici è l'essenzialità della relazione terapeutica come condizione indispensabile di efficacia e riuscita del percorso terapeutico.

I problemi umani infatti, sono complessi. Ogni nostra parola, gesto e comportamento genera un effetto nella nostra vita e in quella altrui contemporaneamente a più livelli: personale, famigliare e sociale.

Il modo in cui affrontiamo (o non affrontiamo) i problemi, piccoli o grandi che siano, influisce ad esempio sul nostro senso di identità e autostima, sui rapporti famigliari (con i genitori, il partner o i figli) e sui nostri rapporti sociali (amici, scuola, lavoro…).

In secondo luogo, è importante sapere che qualsiasi tipo di problema che viviamo si regge su un proprio equilibrio interno anche se disfunzionale. Ciò significa che per quanto la situazione in cui ci troviamo sia spiacevole abbiamo spesso difficoltà a modificarla per paura di rompere l’equilibrio su cui si fonda e dover poi affrontarne le conseguenze.

Lo Psicoterapeuta Interazionista utilizza dunque, nella sua pratica, tecniche derivanti da differenti approcci in base alla persona che chiede consulenza, al problema che porta e al modo peculiare con cui questo si è costruito e viene a mantenersi. In modo pragmatico, integra tecniche cognitive, strategiche, narrative, dialogiche, olistiche e costruttiviste.

La teoria alla base interpreta i comportamenti e gli stati mentali problematici come tentativi disfunzionali di adattamento alle situazioni e ai relativi contesti di vita.

La persona che soffre è bloccata in pensieri, comportamenti e schemi mentali che la inducono a stare male, pertanto il lavoro terapeutico si muove nella direzione di aumentare le alternative possibili.

L’obiettivo della Psicoterapia Interazionista è dunque quello di produrre un cambiamento – nelle persone che lo richiedono – nel sistema di costrutti, schemi mentali e comportamenti, che generano situazioni conflittuali, di sofferenza soggettiva o di difficoltà sociali.