psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
Suicidio e altro
Salve a tutti, sto per raccontare in breve la mia vita, allo scopo di ricevere risposte che non sono riuscito a trovare. Utilizzerò un nome fittizio, mi chiamo Carlo, ho 21 anni, e da 3 anni a questa parte penso al suicidio, nell'ultimo anno ho tentato di togliermi la vita 2 volte, so che la terza non fallirò. Soffro di depressione da circa 10 anni, sono da sempre una persona introversa, questo a causa della mia orribile infanzia ,non mi va di raccontare i dettagli. Tutti coloro che mi conoscono mi considerano una persona dal carattere forte, solitario, strafottente, di bell'aspetto. Di questa depressione non ne ho parlato mai con nessuno, perché non mi va di mostrare agli altri la persona debole che sono, infatti, nonostante questa sia una lettera anonima, mi vergogno comunque a scriverla. Quello che mi chiedo è, se da queste parole, potete capire di quale patologia mentale io possa soffrire, oltre alla depressione. Praticamente da qualche mese a questa parte, il mio pensiero suicida viene sostituito dal desiderio di commettere crimini, i 2 pensieri si alternano più volte al giorno, e sento che sono arrivato al limite, non credo di resistere più di un paio di mesi. Ho paura di avere disturbi come il bipolarismo, borderline o personalità multiple...e questo mi fa male, perché mi reputo una persona piuttosto intelligente, dalla mente lucida, apparentemente...ripeto, ancora lo sembro, ma ho paura di non poter nascondere al lungo il mio problema. Più che consigli, dato che non mi rivolgerò mai direttamente da uno psicologo, vorrei chiarezza sull'alternare dei due pensieri citati sopra... probabilmente non mi sarò espresso in maniera corretta, ma spero che capiate il discorso. Ringrazio anticipatamente per l'eventuale risposta.
Caro Anonimo
Le parole che scrivi trasmettono tutto il dolore e la rabbia con cui ti trovi a fare i conti quotidianamente, ma è praticamente impossibile definire un quadro diagnostico senza contestualizzare meglio ciò che descrivi. E d’altro canto una diagnosi fine a se stessa non ti sarebbe di certo utile a stare meglio.
Capisco che la tua sofferenza in questo momento sia così grande che ti è difficile sperare, ma ti assicuro che le cose per te potrebbero migliorare, magari anche di molto, facendo una cosa semplice: chiedere aiuto e sostegno a professionisti che possano capire più a fondo i termini del tuo malessere e trovare il supporto migliore. Non c’è motivo di vergognarsene perché stare male non significa affatto essere deboli; al contrario, voler affrontare la propria sofferenza è spesso indice di grande forza.
Hai solo 21 anni e ancora tutto da giocarti. Hai risorse importanti che tu stesso ti riconosci: intelligenza, forza di carattere, bell’aspetto. Il giusto supporto (farmacologico, psicoterapeutico o entrambi) potrebbe davvero essere fondamentale per aiutarti a voltare pagina, fare chiarezza sulle ferite del passato, consentirti di guardarti con occhi diversi e guardare tutte le possibilità che la vita ha ancora da offrirti. Magari non sarà facile né veloce, ma è sicuramente meglio che privarsi a priori di ogni possibilità.
Un caro saluto.
Dott.ssa Loredana Volpi
psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale - Bergamo