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Dott.ssa Marcella Montesano

Psicologa

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Dott.ssa Marcella Montesano

Psicologa

  • Faenza

informazioni su di me

presentazione

Siamo abituati a essere definiti dagli altri, questo non deve succedere in terapia.

Mi interessa il tuo modo originale di stare nel mondo.

Ho io scritto questa frase, che è riportata nella relazione del primo anno della Scuola di Specializzazione. Sono appassionata da sempre di psicologia clinica, amo ascoltare e aiutare gli altri. Uno dei valori fondanti della mia pratica quotidiana è l’autenticità, la possibilità di conoscere sé stessi e realizzare la nostra natura, le nostre capacità. Attraverso un percorso psicologico è possibile entrare in contatto con i nostri sé autentici e dargli voce.

Perché il corpo ricorda, sai, per sempre, come il mare e la terra sanno che un tempo erano la stessa cosa (Sandor Marai)

L’approccio che utilizzo è Biosistemico (https://www.biosistemica.net/), che considera l’esperienza del momento presente esplorando emozioni, pensieri, sensazioni corporee. La persona è considerata nella sua unicità e interezza.

Una delle mie qualità è riuscire a stabilire una relazione empatica e di sintonizzazione con le persone, inoltre coltivo la curiosità per il mondo dell'altro/a. Attraverso la mia formazione e le esperienze, cerco di integrare gli aspetti tecnici con la creatività: utilizzo il gioco, le carte, la scrittura, il movimento, il contatto e le pratiche di respirazione,

 

 

 

 

 

 

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Approccio

Attraverso il mio lavoro cerco di aiutare le persone che stanno attraversando un momento di difficoltà o disagio.

La Psicoterapia Biosistemica è un approccio terapeutico integrato a mediazione corporea che considera la componente biologica e quella sistemica.
Benessere e disagio sono affrontati a partire dall’unità corpo-mente-emozione. All’interno di una relazione empatica, il/la terapeuta pratica l’ascolto profondo

Ascoltare è l’arte del fare silenzio dentro per offrire uno spazio all’altro, aprire un anfiteatro. Dopo che l’emozione si è scaricata e c’è stato un chiarimento verbale la struttura positiva può essere il punto di partenza per la crescita interiore.

L’atteggiamento non giudicante e accogliente è fondamentale perché aiuta l’altro a superare la vergogna per la propria vulnerabilità e per la richiesta d’aiuto che sta facendo (emozioni legate a situazioni passate in cui non si è stati accolti e la sofferenza è stata ignorata o invalidata).

Il metodo fa riferimento alle più solide ricerche nell’ambito delle neuroscienze affettive, e utilizza tecniche di intervento orientate alla regolazione emozionale, al fine di ristabilire l’integrazione tra la componente cognitiva, senso-motoria e relazionaledell’individuo.

In seduta si esplora l’esperienza del qui ed ora, attraverso teniche sia verbali (top-down) che corporee (bottom-up), connettendo il momento presente con le esperienze di vita della persona. Si legge la complessità dei fenomeni relazionali, utilizzando tecniche che permettono di connettere le parole a movimenti, gesti, posture, sensazioni ed emozioni. Il metodo biosistemico è anche un modello psicoterapeutico trauma-orientato, che permette di lavorare efficacemente e in sicurezza nei casi sia di trauma semplice che di trauma complesso.

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Formazione professionale

"La guarigione emotiva tramite la condivisione è un potenziale umano che dovrebbe essere a disposizione di tutti. Se un numero maggiore di persone riuscirà a praticare questa forma universale di aiuto reciproco, ci saranno sempre meno persone condannate a soffrire nell’isolamento".

(Jerome Liss, 2004)

Specializzanda in Psicoterapia a Orientamento Biosistemico

Master in Scrittura terapeutica Metodo Scarpante®

Corso di Alta Formazione in Valutazione e trattamento dei disturbi di personalità

Laurea Specialistica in Psicologia Clinica e di Comunità

Laurea Triennale in Scienze del comportamento e delle relazioni sociali

 

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Ambiti di intervento

Mi occupo di interventi individuali rivolti a giovani adulti e adulti.

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Disturbi trattati

disturbi d'ansia

disturbi depressivi

disagi e difficoltà relazionali

stress, PTSD

disabilità

disturbi di personalità

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Tipologia di interventi

Nel mio lavoro, cerco di creare una buona relazione e alleanza di lavoro, checonsentono di utilizzare tecniche che trattano l’intervento sul corpo e le sue memorie. Questo è un passaggio peculiare e delicato, da integrare con cautela in quanto porta a toccare più profondamente gli affetti.

I ricordi corporei consentono di accedere ad una conoscenza che non sarebbe possibile solo con le parole.

Quando si lavora col corpo ciò che emerge dal passato può essere un evento significativo accaduto una sola volta o l’effetto di un modello interattivo.

Intervenire significa anche occuparsi delle funzioni mentali dell’emisfero destro, per attivare tutte le risorse della nostra mente, verbali e non verbali. Infatti è ormai assodato che la comunicazione verbale, l’interpretazione e la spiegazione razionale non sono gli unici strumenti di cura.

Per quanto elementi di tecnica come analizzare, interpretare e dare compiti siano fondamentali, alla base del lavoro col paziente ci sono la relazione con la sua dimensione affettiva ed emotiva, fatta di storie.

L’approccio psicocorporeo condivide la prospettiva di Daniel Stern, secondo cui il processo terapeutico è un “viaggio affettivo condiviso” o “coscienza intersoggettiva” formata da conoscenza implicita -lo spazio di regolazione che avviene con modalità non cosciente e non verbale- e conoscenza esplicita- verbale. Le evidenze cliniche dimostrano che quando nella narrazione erompe una metafora, in qualsiasi forma, questo produce un’esperienze significativa per il paziente, un cambiamento di rotta.

Un aspetto che accomuna molti pazienti che iniziano un percorso è l’accorgersi che il processo della propria evoluzione si è interrotto, questa impasse è spesso tradotta in immagini che traducono la struttura psichica e il modo in cui si è inceppata, ad esempio “C’è chi ruota costantemente intorno a qualcosa, c’è chi è caduto in un buco profondissimo, chi è volato via dalla realtà, chi si è frantumato in mille pezzi” (Stupiggia, 2017). Il corpo sofferente assume forme, movimenti e posture, ad esempio lo stress accumulato, se represso, dà luogo ad una tensione cronica, strutturata nella personalità.

Durante l’intervento, si può chiedere al paziente di concentrarsi sulle sensazioni corporee, lasciarle fluire e intervenire con gesti e azioni mirate che aiutano il paziente ad esprimere l’emozione bloccata.

La scrittura è da sempre il mio canale espressivo preferito, utilizzo alcune tecniche durate il lavoro clinico. Grazie al Master in scrittura terapeutica Metodo Scarpante ® ho imparato anche la pratica della scrittura autobiografica, scrivo spesso a me stessa o ad altri. Questo mi ha sempre aiutato a dipanare i nodi, a trovare le parole nascoste. Ricordo pianti meravigliosi e risolutivi dopo lettere scritte a nonni, o altre persone che non ci sono più. Scrivendo è come se dessi voce alle mie radici. Mi sento unita e integrata: la parola è l’atto della riparazione.

L’atto di scrivere aiuta a organizzare le esperienze e considerare nuove prospettive. È un processo che consente di lavorare a più livelli, sollecitando abilità motorie e cognitive (Dana, 2019).

“Scrivere una riflessione su un’esperienza di disregolazione simpatica o dorso vagale promuove una riesamina sicura dell’esperienza” (Deb Dana, 2019).

Come sostiene Bessel Van Der Kolk, uno dei maggiori esperti nel trattamento del trauma: “Molti di noi sfogano le loro pene d’amore con lettere arrabbiate, accusatorie, lamentose o tristi, dopo essere stati traditi o abbandonati dalle persone amate. Ci si sente quasi sempre meglio dopo, anche se forse quelle lettere non saranno mai spedite. Quando si scrive a sé stessi non ci si deve preoccupare del giudizio di altre persone, basta ascoltare i propri pensieri e lasciare che il loro flusso faccia il suo corso. In un secondo momento, rileggendole, si possono scoprire verità sconvolgenti” (Van Der Kolk,). Questo avviene perché l’intimità della scrittura consente di spegnere il giudizio, quella sorta di “revisore” interno che permette di vivere secondo regole sociali al costo di inibire molti dei nostri sentimenti. In questo modo compaiono sulla carta elementi di noi stessi che non pensavamo esistessero. “Qualunque cosa appaia sulla carta, sarà la manifestazione di associazioni che sono solo ed esclusivamente nostre” (Van Der Kolk).

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Esperienze lavorative

Oltre all'attività clinica dal 2006 collaboro con cooperative sociali e associazioni, esperienze che mi hanno consentito di sviluppare conoscenze e competenze negli ambiti educativo, riabilitativo, formativo e di accompagnamento al lavoro.

Inoltre ho acquisito strumenti di intervento relativi a svantaggio psicosociale, disabilità psichica, intellettiva e fisica.

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motto

"Se vuoi conoscere qualcosa, prova a cambiarla"_Kurt Lewin
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Emilia Romagna col n. 8282 dal 28/1/2016

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aree di competenza

  • Affettivita', difficoltà relazionali e familiari
  • Ansia
  • Colloqui di sostegno psicologico (per problematiche legate a stress, autostima)
  • Stress
  • Disagi esistenziali e relazionali
  • Terapia attraverso la scrittura

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