La Acceptance and Commitment Therapy, pronunciata ACT come una singola parola, è una terapia di base cognitiva comportamentale detta di “terza ondata”, basata sui principi teorici della Relational Frame Theory la quale sostanzialmente concettualizza che il linguaggio costituisca una vera e propria trappola, organizzando il pensiero e di conseguenza l’azione delle persone. La parola crea concetti che attraverso processi di rinforzo (sociale, cognitivo e situazionale) generano derivazioni logiche che si “fissano” divenendo credenze ritenute intrinsecamente valide. La prospettiva è quella di una fusione totale tra la propria concezione di realtà e la realtà stessa.
Tanto per fare un esempio: la frase “Solo le persone cattive come me possono fare ciò che ho fatto” ha senso finchè conserva la sua integrità logico-formale. Se violiamo qualcuno di questi principi avremo “fatto ho che ciò fare possono me come cattive persone le solo” oppure “cattive possono ciò le solo me persone ho come che fare fatto”. Sostanzialmente, le parole hanno senso solo finchè gli consentiamo di averne.
Da ciò deriva in ambito terapeutico l’esigenza di “togliersi i paraocchi” che vincolano la nostra visione della realtà ad una semplice coerenza coi nostri pensieri, nella prospettiva dell’accettazione, primo valore fondamentale dell’ACT. Accettazione non significa desiderare eventi spiacevoli per sé ma comprendere, filosoficamente, che è possibile tollerare eventi spiacevoli in una prospettiva di tensione verso i propri valori. Questi ultimi sono non tanto degli obiettivi da raggiungere ma delle vere e proprie mete di vita verso il proprio ideale di sè.
Paradossalmente, è proprio attraverso il linguaggio che possiamo distaccarci dai nostri pensieri, accettando deliberatamente un’altra versione del mondo, separata dalle nostre credenze e aspettative. Per farlo dobbiamo ricorrere ad una azione impegnata, desiderata, ed ecco così un ulteriore principio fondante l’ACT (commitment=azione impegnata).
Attraverso le tecniche di defusione si tenta quindi di ridurre sistematicamente il potere delle parole, che altro non sono se non “parole in fila”, e liberare dal giogo che vincola il pensiero al comportamento. Tutto ciò al fine di vivere, secondo i propri Valori, una vita ricca, piena e significativa.
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