Motivo 1
Le persone assumono comportamenti estremi di fronte a messaggi contrastanti
Steven Taylor è uno psicologo clinico e autore di “La psicologia delle pandemie”.
Egli offre una panoramica sui comportamenti assunti dalle persone in risposta alle pandemie passate, e la reazione al Coronavirus, a livello mondiale, è stata quella di panico diffuso.
Da un lato, si tratta di una reazione “comprensibile”, ma anche “eccessiva”, dall'altro, afferma Taylor, professore e psicologo clinico all'Università della British Columbia.
“Possiamo essere pronti anche senza panico”.
“Le persone hanno paura del coronavirus perché è un virus nuovo, è qualcosa di sconosciuto. Quando poi la gente ascolta messaggi contrastanti sui possibili rischi e sulle precauzioni da prendere, tende ad assumere comportamenti estremi”.
Continua Taylor: “quando alle persone viene detto che qualcosa di molto pericoloso potrebbe colpirli, ma tutto ciò che bisogna fare è lavarsi le mani, l'azione da mettere in atto non sembra proporzionale alla minaccia”; inoltre: “Un pericolo nuovo deve richiedere precauzioni nuove”.
Motivo 2
Alcune persone risentono della mancanza di direttive chiare e precise
Molti paesi hanno imposto una quarantena collettiva. “A meno che non siano stati rassicurati sugli esiti e sul fatto che ci sarà qualcuno che si prenderà cura di loro, le persone sono in balìa di scenari incerti e, potrebbero sentire il bisogno di accaparrarsi scorte di carta igienica il prima possibile”, sostiene Baruch Fischhoff, psicologo e professore del Dipartimento di Ingegneria della Carnegie Mellon University, e: “Il fatto che non vi siano notizie ufficiali può aumentare questa probabilità”.
Motivo 3
Il panico genera panico
Le immagini di scaffali vuoti e carrelli pieni di spesa hanno inondato notiziari e post sui social. Le persone vedono immagini da panico, presumono ci sia una ragione per andare nel panico e acquistano anche loro scorte su scorte, afferma Taylor.
“L'uomo è un animale sociale, quindi, osserva l'altro per avere indizi su ciò che è sicuro e cosa è pericoloso”; “E quando vedi qualcuno preso dal panico comprare un sacco di roba, puoi facilmente farti contagiare dalla paura”.
Tutte quelle foto di scaffali vuoti possono indurre le persone a credere di dover correre fuori a comprare la carta igienica. E ciò che inizia come una mancanza percepita, diventa mancanza reale”.
I social media amplificano la paura: le fake news (informazioni fasulle) si diffondono rapidamente e le piattaforme amplificano la voce del panico.
Motivo 4
È naturale volersi tenere pronti
“Naturale è volersi tenere pronti, per praticità, fare scorta” afferma Frank Farley, professore della Temple University ed ex presidente dell'American Psychological Association.
“Se si chiede alla popolazione di evitare il contatto e di vivere il più possibile a casa, è naturale voler fare scorta di cose “essenziali”, e fra queste c'è anche la carta igienica”.
Motivo 5
Permette ad alcuni di percepire un senso di controllo
Le persone che fanno scorte pensano a sé e alle loro famiglie, senza pensare ciò cui dovranno andare incontro operatori sanitari, persone malate o altri che potrebbero rimanere senza questi prodotti.
“Tutto questo deriva dall'ansia anticipatoria” afferma Taylor, “le persone diventano ansiose prima ancora del contagio, senza pensare alle conseguenze delle loro azioni egoistiche”.
Ma la gente si comporta così per paura. “Anche acquistare scorte di carta igienica”, afferma Fischhoff, “ha la funzione di restituirci un senso di controllo di fronte ad una realtà che ci fa sentire impotenti ed indifesi”.
Perciò molto dipende da come una determinata azione ci fa sentire: “Se ad alcuni, il fatto di accaparrarsi scorte di carta igienica fornisce una sensazione di rilassamento, e l'impressione di aver fatto tutto il possibile, allora va bene, purché li aiuti anche a liberarsi dai pensieri legati al coronavirus”.
“The psychology behind why toilet paper, of all things, is the latest coronavirus panic buy”
By Scottie Andrew, CNN Health
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