Correlazione tra ansia e sport
La gara per un atleta si presenta come un esame in cui egli mette in discussione molti investimenti psicologici e fisici con una risonanza sociale ed economica piuttosto elevata. Pertanto, esiste anche per l'atleta una risposta di ansia alla gara che può essere normale o patologica. La prima, quella "normale", ha la funzione di creare un certo grado di eccitazione, di prontezza che consente al soggetto di esprimere al massimo le sue prestazioni. É noto, infatti che, affinché un atleta possa dare il meglio di sé, necessita di un certo livello di eccitazione - arousal corticale - al di sopra o al di sotto del quale la sua prestazione subirà un decremento. Se si volesse rappresentare graficamente l'andamento della curva del rendimento la funzione del grado di eccitazione risulterebbe simile ad una lettera U rovesciata. La seconda risposta di ansia, quella "patologica" si manifesta con una intensità tale da disturbare, talvolta in modo serio, la prestazione. Essa ha un andamento, almeno nelle sue linee generali, in qualche modo prevedibile (ovviamente essendo un fenomeno quanto mai individuale e determinato da diverse e numerose variabili) non é possibile definirlo e quantizzarlo in modo dettagliato, tuttavia, proverò a descrivere la rappresentazione grafica. Per far ciò é opportuno partire analizzando l'ansia nel periodo della preparazione della gara in cui il livello é piuttosto basso.
Esso é determinato dalla previsione o dall'attesa dell'evento agonistico, e il momento del suo inizio é correlato con l'importanza della gara, con il tipo di sport, con la personalità del soggetto, con le sue esperienze precedenti, con il suo vissuto del momento e altri fattori. Con l'avvicinarsi dell'evento il livello di ansia aumenta, in quanto nella mente dell'atleta é più viva l'immagine della situazione - gara. Improvvisamente, nel momento in cui egli comincia a vivere nella realtà la situazione-gara, la linea si verticalizza, considerata la maggiore vivacità degli stimoli ambientali rispetto a quelli precedentemente vissuti a livello puramente immaginativo. L'atleta vive, quindi, la sua ansia in maniera sempre più intensa fino a raggiungere un picco la cui altezza é variabile per i fattori prima indicati. Tuttavia, non si può affermare che tale picco - come del resto gli altri punti della curva - sia in sincrono con una fase specifica della situazione-gara, esso può corrispondere al suo inizio, alla sua fine o addirittura ad un momento particolarmente significativo per il soggetto. Superato tale acme, la linea scende con una pendenza maggiore rispetto alla fase di ascesa, come se il soggetto, vissuto il momento di massima tensione emotiva e di scarico delle sue energie, tendesse a recuperare rapidamente il suo status standard rispetto all'ansia. La discesa prosegue fino ad un livello pressoché identico a quello iniziale. Se poi il successivo evento-gara é sufficientemente lontano nel tempo, la linea tende ad assumere un andamento orizzontale, mentre se il prossimo evento é vicino, il grafico segue l'andamento precedentemente esposto. Una caratteristica comune a tutti coloro che soffrono di "ansia pre-agonistica" é quella che non conosce "assuefazione". Cambiano gli avversari, gli obiettivi, ma le risposte dell'atleta alla situazione-gara sembrano immutabili.
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