E’ indubbio che le nostre esperienze interne in tempo di covid si siano intensificate e si siano amplificati i meccanismi di reazione istintiva di fronte a questo ‘oggetto’ misterioso e oscuro che tanto ha inciso sulle nostre vite quotidiane.
Tanti aspetti sono stati influenzati, negativamente, dalla pandemia, la qualità del sonno è certamente uno di questi.
Vi sono alcune ricerche abbastanza recenti come quella del King’s College di Londra in cui viene mostrato come i disturbi del sonno si presentino in un contesto molto ampio della popolazione, correlando questo aspetto con il vissuto di una situazione di forte stress. Altrettanto disturbati i sogni: appaiono vividi nelle loro immagini, negli scenari agitati, trasmettendo sensazioni intense, terrificanti a volte, strettamente connesse alla presenza di situazioni fuori dal nostro controllo.
La pandemia è certamente stata una situazione di forte stress, per la paura in cui ci ha improvvisamente precipitati, togliendoci di sotto il naso ciò che noi consideravamo sotto controllo. Abbiamo vissuto una nuova situazione stressante da isolamento forzato. Un’altra ricerca dell’Università di Harvard ha mostrato come in questo tipo di situazione i contenuti stessi dei nostri sogni siano mutati, presentandosi una gran quantità di insetti e creaturine terrificanti. Ma anche in questo caso la psicoterapia psicoanalitica ci viene in soccorso, perché, sebbene i contenuti di questi veri e propri incubi siano da correlare certamente al periodo che attraversiamo, essi tuttavia si ‘appoggiano’ a paure nascoste, ai nostri inconsci recessi, bagaglio (a volte fardello) della nostra esperienza di vita. Si riattivano i nostri fantasmi, a volte fobie, che sembravano sotterrate dal cumulo delle azioni quotidiane e abitudinarie, che ci distraggono dal nostro inconscio, troppo spesso con molta facilità. E’ interessante sapere che attraverso l’analisi dei sogni è possibile venire a capo di problematiche profonde, legate anche a fobie, che ci portiamo dietro e dentro da una vita intera.
Scavando nel profondo – le radici non sono forse scavate in profondità? – si può risalire a quelle situazioni o angosce primitive che ci portiamo dietro, e certamente ci portiamo dietro le conseguenze poi molto concrete dei nostri vissuti nella nostra realtà di tutti i giorni. Jung insegna che è possibile affrontare il mondo onirico per poter comprendere meglio la nostra vita cosciente, cercando una lettura non calata dall’alto, ma rispettosa dell’esperienza della persona che sogna, delle sue esperienze e delle sue peculiarità e predisposizioni.
Un lavoro sistematico sui sogni, in relazione a quanto noi striamo vivendo attualmente, ci fa da scivolo verso i nostri vissuti del passato. Le radici non vanno estirpate, vanno anzi coltivate e alimentate in maniera appropriata, per permettere germogli più frondosi e vigorosi della nostra personalità.
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