Come nel detto "Se non lo vuoi, lo avrai", il meccanismo psicofisiologico dell'ansia è molto complesso e la persona ansiosa ha una parte attiva nel processo di nascita e mantenimento dell'ansia stessa. Quando nella vita ci capita di provare ansia, molto probabilmente siamo di fronte a qualcosa che per noi è importante (es. rapporti sentimentali, relazioni amicali, prestazioni scolastiche, sportive o lavorative, parlare in pubblico, rapporti familiari). In questo caso nessuno si stupisce se prova una sensazione di ansia, come risposta del proprio corpo ad una preoccupazione.
Tuttavia, l'ansia può diventare un problema, quando raggiunge livelli elevati e bloccanti per l'individuo. Esistono diverse situazioni problematiche, in cui l'ansia è coinvolta attivamente: fobie, attacchi di panico, ansia da separazione dei bambini, ansia da prestazione, disturbo post-traumatico da stress.
Quando l'ansia diventa un problema ed è difficile gestirla, si verificano due fenomeni:
1) La persona comincia ad evitare tutte le situazioni in cui potrebbe o ha già provato ansia (Es. evitare situazioni sociali di imbarazzo, evitare posti e persone, uscire meno di casa, parlare poco in famiglia o a scuola, evitare argomenti fonte di ansia). Immediatamente tale evitamento mantiene bassi i livelli di preoccupazione ed ansia. Ma col passare del tempo l'evitamento compromette la qualità della vita delle persone, che comunque vorrebbero stare senza problemi in quelle situazioni che temono. Quindi l'evitamento rinforza l'ansia tutte le volte che l'individuo si trova in una situazione temuta.
2) La persona che ha provato ansia, panico o paura e che quindi ha avuto precise sensazioni fisiche spiacevoli, svilupperà una maggiore sensibilità ad avvertire ed associare le sensazioni fisiche ad un imminente arrivo di uno stato ansioso o di paura e panico. Cioè, potrebbe frequentemente scambiare delle "normali" sensazioni fisiche, come sintomi tipici di uno stato ansioso (Es. aumento del battito cardiaco, palpitazioni, sudorazione, respiro corto e affannoso, mal di testa, tensione muscolare, confusione, dolori gastrointestinali, ecc.).
I tipici sintomi di uno stato ansioso sono:
- Paura
- Respiro corto
- Palpitazioni
- Vertigini
- Sudorazione
- Dolori al petto
- Nausea
- Termori interni
Cosa fare? Sicuramente da soli non è sempre facile affrontare le difficoltà, ma la chiave è "evitare l'evitamento", cioè non scappare, ma esporsi gradualmente alle situazioni, anche a costo di provare un pò di ansia. Questo migliorerà la capacità di stare nell'ansia, fino a renderla, prima accettabile, e poi "non più un problema", abbassandola a livelli accettabili. Bisogna però stare attenti a non esagerare nell'affrontare situazioni che ci danno molta ansia, per questo esistono programmi di psicoterapia individuale e di gruppo, che aiutano a risolvere il problema gradualmente, quando da soli non ce la facciamo.
Quindi tornando al detto "Se non lo vuoi, lo avrai", nessuno vuole provare ansia, perchè è una sensazione spiacevole, e adattivamente cerchiamo di provarla il meno possibile. Da qui nasce l'evitamento delle situazioni problematiche ed il circolo vizioso in cui "l'ansia di avere l'ansia" rinforza l'evitamento e di conseguenza ci impedisce di affrontare e risolvere le difficoltà. Se ci pensiamo bene, capita spesso di applicare questo meccanismo. Rinviare i problemi, non affrontarli subito perchè ci fanno stare male, non ci porta a risolverli, ma a rinforzare la loro importanza.
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