La fine del lockdown e la possibilità di “ritornare” alla vita fuori dalle mura domestiche sta rappresentando un po’ per tutti un tempo di bilanci. Cosa è accaduto realmente? Cosa è cambiato nella nostra vita? Cosa abbiamo imparato da quest’esperienza? Come ricominciare, alcune volte da zero?
Tutti noi abbiamo imparato a “tirar fuori” doti come la pazienza e la tenacia, ha messo allo scoperto il nostro lato più fragile e vulnerabile e ha fatto crollare le certezze, talvolta eccessive, che avevamo. Abbiamo imparato a dare un diverso valore alle cose, a ridefinire le distanze, a riorganizzare il tempo; siamo stati capaci di sperimentare altri modi di “stare vicini”.
La paura, l’ansia, l’angoscia ci hanno accompagnato spesso negli ultimi periodi e temiamo di non avere anticorpi che ci rendano immuni da queste emozioni: non siamo certi di essere in grado di affrontare la ripartenza!
Mai prima d'ora abbiamo dovuto fare i conti con un virus così contagioso e con misure così drastiche di limitazione della nostra libertà personale: è stato fisiologico temere il peggio dinanzi ad una minaccia reale per la salute, nostra e dei nostri cari.
La paura è una risposta emotiva funzionale alla sopravvivenza: è fondamentale perché permette di riconoscere i pericoli e di evitarli; se eccessiva però, diventa invalidante, impedendoci di vivere la quotidianità. E la paura è spesso amplificata dall’ansia, da sintomi come tachicardia, fatica a riposare correttamente, incapacità di concentrarsi su una determinata attività per un periodo prolungato interferendo con la qualità della nostra vita. Il pensiero ricorrente che possa accadere qualcosa di “brutto” crea uno stato di allerta continuo: abbiamo la sensazione che l’ansia sfugga al nostro controllo dominando gran parte delle nostre giornate.
Con questo “peso emotivo” che ancora sentiamo pressante, se da un lato attendiamo di poter rimetterci in gioco nel mondo, dall’altro avvertiamo un freno. Il mondo intorno a noi è cambiato e pensare di affrontarlo può spaventare. Abbiamo bisogno di uno slancio interiore, di esser certi di potercela fare. E l’unica certezza che abbiamo sono le nostre risorse interiori, le stesse di prima che forse finora sono state sommerse da questa ondata di fatica e di paura.
Non siamo però soltanto quelli di qualche mese fa. Oggi siamo più forti, più resilienti: il cambiamento radicale che il virus ha determinato nelle nostre vite ha distrutto tante certezze ma ci ha permesso di scoprire noi stessi, la nostra forza, la capacità di superare ostacoli che prima ci sembravano insormontabili.
Abbiamo dimostrato a noi stessi che siamo in grado di “adattarci” a nuove e imprevedibili condizioni sebbene spesso non sia stato facile stare lontani da ciò che più amiamo, dalle nostre abitudini così come dai nostri cari. Abbiamo imparato che non sono gli eventi in sé ad essere positivi o negativi ma il modo in cui li “leggiamo” e reagiamo ad essi.
E’ su questa forza e su queste consapevolezze che dobbiamo contare per ripartire. Con una dose legittima di ansia e incertezza per quel che sarà ma con la consapevolezza che ce la faremo.
Iniziare di nuovo, lanciarsi nel mondo è un allenamento a canalizzare nel modo giusto le nostre emozioni. Anche la stessa paura può essere una risorsa se ci consente di analizzare le situazioni razionalmente e con il giusto distacco: proviamo a distinguere tra timori fondati e infondati e lasciamo andare questi ultimi. Abbandoniamo la “paura della paura”, l’ansia anticipatoria di cosa potrebbe accadere: finiremmo per ingigantire i pensieri negativi percependo le situazioni come ben peggiori e più ingestibili di quelle che sono realmente.
Mai come in quest’ultimo periodo il nostro cervello è stato un cantiere aperto per allestire e analizzare un progetto di vita diverso; adesso dobbiamo affrontare la nostra vita un passo per volta decidendo da dove ricominciare.
Le perdite sono state tante e hanno colpito diversi ambiti - salute, affetti, lavoro - ma non possiamo fare altro che ripartire.
Ciascuno di noi ha imparato qualcosa, suo malgrado, da questa esperienza: ha riscoperto dentro di sé risorse che forse non sapeva neppure di avere. Alleniamoci ad ascoltare i nostri bisogni, affrontiamo le nostre paure e trasformiamo la rabbia in energia vitale per sfidare i nostri limiti.
Approfittiamo di questa “pausa forzata” per provare a ripartire con una realistica dose di ottimismo: pensare che il mondo fuori dalle “mura domestiche” sia ostile e insoddisfacente non ci aiuterà di certo a coglierne gli aspetti positivi.
Può sembrare difficile ma pian piano, passo dopo passo, ciascuno di noi ha oggi la possibilità di costruire la sua strada!
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