Ho 34 anni e scrivo da Roma. Sono felicemente sposato, papà di due bellissime bambine. Faccio questa premessa per rimarcare quanto, in definitiva, io abbia una vita già avviata, diciamo così, un lavoro stabile, quindi non avrei alcuna necessità apparente per studiare, non sono uno studente delle superiori. Eppure ho da sempre il grande desiderio di laurearmi, sono iscritto all'università da 13 anni e finora ho dato - il solo metterlo nero su bianco mi provoca una sensazione di forte dolore, come una coltellata - 8 esami. Sarebbe logico in una tale situazione prendere coscienza della realtà e lasciar perdere, eppure non lo faccio. Ogni qualvolta io debba preparare un esame e mi trovi a dover approcciare lo studio vengo letteralmente assalito da un'ansia micidiale, inarrestabile. Non ho mai avuto un briciolo di autostima, anzi, ho sempre denigrato me stesso e le mie capacità, nonostante tutti, sin dai tempi della scuola, non facessero altro che soffermarsi sulla mia intelligenza. Mi sento costantemente inadeguato, mai all'altezza, sempre di troppo, di più, qualcuno non in grado e soprattutto non in diritto di fare, di sognare, di ambire, di sperare. Sono davvero stanco di tutto questo.
Credo possa essere utile aggiungere che la dimensione relativa allo studio, alla preparazione ed all'approfondimento - lettura, scrittura, ricerca etc. - sia in assoluto quella cui ambisco di più, la direzione verso cui nutro la maggiore velleità di realizzazione.
Grazie a tutti, Vittorio. (Che, come si potrà immaginare, non è neanche il mio vero nome, nutro grandissima vergogna per la mia condizione).
Gentile "Vittorio", prima di tutto i miei complimenti per essere riuscito a ben sintetizzare e quindi a far comprendere, la sua condizione E poi complimenti per aver fatto un passo importante e cioè averlo comunicato ad "estranei"
In questo modo si è dato un bel permesso: uscire allo scoperto e rendersi visibili per quel che si sente di essere.
Attenzione!: non ho detto per quel che è , perché lei è molto di più di quel che si percepisce .
sono convinta che un buon lavoro sulla stima di sé le sarà di grande utilità non soltanto per portare a compimento gli studi, ma soprattutto per la sua vita personale, familiare e relazionale.
Io credo, come professionista ,che il suo inconscio abbia parlato prima delle sue parole, muovendola ad iscrivere all'università e al non desistere dal rinunciare alla sua metà .
Perche? Perché sono troppi anni che lei " gira intorno" a questo bisogno di riconoscersi come persona per quello che in sé c'è realmente !!!
Ora è pronto per conoscersi, riconoscersi è "venire al mondo"
consulti l'albo professionale degli psicologi del Lazio su internet entrando nel sito e cerchi un professionista serio è qualificato con cui fare questo bel viaggio....
Un compagno/a di viaggio, alleato con cui lavorare in merito a ciò che più vale: il suo essere umano, il suo essere persona e non personaggio, tornare a riconoscersi Principe, dietro queste sembianze di 'ranocchio".
Roma
La Dott.ssa Laura Bonanni offre supporto psicologico anche online
Caro Vittorio,
mi colpisce il nome di fantasia che hai utilizzato in relazione al tuo racconto, e mi da l'idea di una grande volontà e della caparbietà con cui stai approcciando ai tuoi obiettivi, un desiderio di voler raggiungere la vittoria, il raggiungimento di un traguardo.
La dimensione dello studio è una parte fondamentale della nostra identità, ed è connessa strettamente alle nostre dimensioni di realizzazione personale, di piacere e soddisfazione, e di sicuro all'autostima e alla percezione di competenza. Da ciò che racconti, sembra che nella tua evoluzione personale, l'apprendimento sia stata un'area complessa da affrontare ed ancora irrisolta per te, o comunque nella quale senti di non avere ottenuto la realizzazione che cerchi.
L'ansia è una emozione facilmente connessa allo studio ed in parte fisiologica. Ma dallo scritto sembra che nel tuo caso si presenti ad un livello eccessivamente elevato e agisca da ostacolo, piuttosto che da attivatore, potrebbe essere un sintomo, un segnale che ci sia qualcosa da approfondire, una difficoltà o comunque un nodo da sciogliere, da portare alla luce e comprendere, in modo da liberare le tue energie per sostenere con successo gli esami restanti fino al conseguimento della laurea.
Concediti di trovare la tua strada, fai che la stanchezza che senti sia la "molla" per la tua nuova partenza. Il percorso dello studio non è precluso a nessuno, non esiste età nè barriera oggettiva, ci potrebbero però essere barriere personali o difficoltà alle quali non sappiamo fare fronte che devono essere approfondite per capire quale sia il modo migliore per affrontarle e superarle.
Ti faccio un grande augurio per trovare il percorso giusto per te, per sentirti soddisfatto dei tuoi risultati e goderti pienamente la tua esistenza. Questo sarà sicuramente anche un grande esempio e insegnamento per le tue figlie.
Un caro saluto
Caro Vittorio,
Innanzitutto volevo complimentarmi con lei per aver esposto questa sua difficoltà, il primo passo è proprio cominciare a parlarne e chiedere aiuto, vuol dire che in qualche modo ha preso consapevolezza ed ha già fatto parte del lavoro.
Ora però tocca andare avanti e più a fondo per comprendere le reali cause di questo senso di inadeguatezza che si porta dentro e che le impedisce di sentirsi pienamente realizzato;
mi sembra di capire, ma ho poche informazioni, che il suo tema principale su cui lavorare sia la sua sensibilità al giudizio.
Le consiglio per questo di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale.
Se vuole può contattarmi.
Saluti.