Ansia a contatto con persone e amici, disturbi intestinali, difficolta' nel formulare un discorso. A 30 anni sono finito in un vortice di tristezza. Lavoro che non ingrana, amicizie che non riconosco piu', problemi di autostima, difficolta' nel dialogo, penso una frase e poi la sbaglio e devo ripeterla come un deficiente. Che tristezza!
Gentile Gionata,
purtroppo il suo è un insieme di disturbi piuttosto frequente nella sua fascia d'età. Sicuramente ci sarà stato un momento nel quale è incominciato qualcosa a "non girare per il verso giusto", poi si sono accumulati via via nuove difficoltà, delusioni, frustrazioni. Non dispongo di informazioni sufficienti, ma azzardo l'ipotesi che la sua situazione abbia origini remote.
Stando così le cose, le suggerirei di rivolgersi ad un professionista competente, scegliendo fra gli psicoterapeuti iscritti all'albo degli psicologi della regione Piemonte (magari privilegiando che offre il primo colloquio gratuito); al fine di chiarire con l'aiuto di un esperto quale possa essere la strada da seguire per superare le attuali difficoltà e permettersi una vita ricca di soddisfazioni.
Augurandole ogni bene, la saluto.
E' la tristezza che deriva dalla mancanza d' autostima. Tutto va male e io mi sento incapace e impotente!
A 30 anni ci sono tante risorse personali per uscire da uno stato simile. Si tratta di fare un pò di ordine e decidere cosa fare.
Per prima cosa chiediti cosa voglio sul lavoro, con gli amici... Poniti obiettivi che siano alla tua portata e che ti diano soddisfazione.
Poi chiediti per ognuno di essi cosa puoi fare per realizzarli. Cosa devi mettere in pratica per poterli raggiungere.
Poi inizia e non avere fretta di arrivare subito alla fine. Accetta gli errori, consigliati con chi hai fiducia e non desistere. Sdrammatizza le situazioni più pesanti e accettati per come sei. Hai tutto il tempo per cambiare.
Decidi sempre tu quello che vuoi e non delegare mai agli altri, al consenso della gente le tue scelte.
Anche quando le cose non vanno bene sei sempre tu, un essere unico che ha diritto a vivere e sbagliare.
La vita ha sempre un senso, quello che noi gli diamo!
Gentile Gionata nella breve descrizione di se stesso lei trasmette un sentimento di importante inadeguatezza nell'affrontare la vita nei suoi diversi aspetti. Dice di esser triste, parta allora da questo sentimento, ascolti questa sua tristezza cercando di capire cosa le sta dicendo di se'. Magari è un'opportunità per conoscersi meglio e sentire cosa veramente le manca. Forse non è un male da scacciare a tutti i costi ma una sorta di risorsa protettiva per entrare in contatto con la sua parte più vera. In questa ricerca, se lo desidera ma io glielo consiglio comunque, può essere accompagnato in un'ottica di alleanza esplorativa, da uno psicoterapeuta per svolgere un lavoro "a quattro mani" di cui sentirà i benefici. Mi permetto di dire questo perchè nel mio lavoro ormai trentennale, ho visto persone tornare alla salute e al benessere psicofisico nonostante la grande sofferenza iniziale. Un grande augurio di buon cammino.
Caro Gionata,
vedo con piacere che ha ricevuto altre risposte. Mi auguro che le siano servite. Aggiungo anche la mia che risulterà forse un po' fuori dal "coro". Lei descrive in modo scarno il suo disagio, ma fornisce alcune notizie chiave. La prima è che sente ansia. L'ansia, nella prospettiva transpersonale, è semplicemente energia libera, non indirizzata; quindi di per sè non è un problema, ma un fatto, a cui si può rimediare imparando a indirizzarla. Poi lei parla di problemi intestinati; il suo corpo le sta dando segnali e lei correttamente li collega al disagio che prova. Il corpo parla, sta a noi ascoltarlo e non ignorare il suo messaggio (magari con l'aiuto di qualcuno che ci aiuti a decodificarlo). Infine parla di tristezza, di problemi nelle relazioni e nel lavoro. Si intuisce, al di là delle poche parole che esprime, che tutta la sua vita deve essere stata investita da una "crisi", che rischia di invadere ogni ambito. Forse la stupirò, ma mi sento di dirle che a 30 anni, quando questo avviene, può essere un segnale positivo. E' come se la vita la stesse chiamando a sè stesso, con numerosi segnali, ahimè per ora sgradevoli. La vita come il corpo sono saggi, se si mettono a parlare -mentre, con straordinaria sincronicità, lei si trova improvvisamente in difficoltà a parlare come vorrebbe- è perchè ci vuole "svegliare". Svegliare da cosa? Forse dal sonno in cui ci siamo immersi con scelte e atti non pienamente liberi e consapevoli; modi di essere e agire che non rispettano la nostra vera natura, il nostro autentico Sè. Naturalmente in questo lavoro di risveglio si può fare meglio e prima se si viene aiutati. Non so se lei sta chiedendo aiuto, ma se si accorgesse che è questo che vuole sarebbe già un primo passo, molto coraggioso e significativo, verso la vita che si merita.
Sono a sua disposizione per un colloquio di approfondimento, se lo desidera. Ricevo a Torino il venerdì e il sabato.
Un caro saluto
Torino
La Dott.ssa Maria Giuliana Rasi offre supporto psicologico anche online