Carissima,
in genere l'ansia è percepita come un'emozione negativa, ma in realtà è esclusivamente protettiva: la zebra vede il leone scappa e si salva la vita. Il problema di noi esseri umani è che avendo il pensiero continuiamo a rimuginarci sopra o ad anticipare gli eventi. Mi chiederà quindi il problema è il pensiero? La risposta è si, non tutto naturalmente ma quello negativo. Nell'ottica MDPAC il panico (la paura, l'ansia, la preoccupazione, il terrore) interviene per segnalare la tendenza dell'individuo a dare importanza in modo rigido e ipergiudicante alla propria sfera cognitiva a discapito di quella emotiva e nello specifico a rimuginare su tutta una serie di pensieri negativi circa se stessi: non sono capace, sono debole, non sono importante, non posso gestirlo, non posso sopportarlo, io sono impotente, io non ho il controllo, io non sono una brava persona, io non mi merito, etc.
In altre parole rischiamo di confondere il sistema di allarme (ansia) con l'incendio e quindi finiamo per lottare il nemico sbagliato, o meglio trattiamo l'amico come il nemico e per effetto di questo atteggiamento che ci porta a dare più attenzione ai pensieri, come se viaggiassimo con il teletrasporto, ci dimentichiamo delle emozioni che devono esplodere per farsi ascoltare.
Per affrontare la situazione da lei descritta esistono varie tecniche, tra cui: l'MDPAC, l'EMDR, il training autogeno, le tecniche di rilassamento e coerenza cardiaca, l'ipnosi.
In bocca al lupo.
Dr. Cisternino (Ricevo su appuntamento a Torino e online).