Come gestire la paura di mio figlio?

Sirena

Mio figlio di 10 anni, un bambino solare e vispo, spesso si rattrista perché pensa a quando io, sua madre, non ci sarò più. Pensa a quando morirò, piange e dice che non ce la farà senza di me. Ultimamente, di punto in bianco, dice di sentire un malessere generale, e le gambe gli cedono..Come devo comportarmi? Potrebbe essere un problema psicologico? Premetto che io ho una malattia rara, e spesso vengo ricoverata, ma affronto sempre tutto con un grande sorriso. Pensa che il mio bambino abbia bisogno di un percorso psicologico?

5 risposte degli esperti per questa domanda

Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrive e comprendo il disagio del ragazzo e le preoccupazioni di una mamma, ritengo fondamentale che in questo delicato momento vi facciate aiutare entrambi perché probabilmente questo aspetto del suo ricovero oppure altri aspetti possono essere in qualche modo legati all'ansia del bambino quindi ritengo opportuno non sottovalutare la questione nel senso che è probabilmente il bambino potrebbe non aver ancora metabolizzato la sua situazione di malattia; Oppure potrebbero esserci anche altre situazioni non connesse alla malattia meritevoli però di attenzione clinica, comunque sicuramente tenga presente che l'ansia è un sistema di risposta che si attiva a fronte di una situazione ritenuta minacciosa per cui evidentemente il bambino ha in testa dei pensieri disfunzionali che lo fanno stare in allerta.

resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Buongiorno, mi sembra normale che il bambino, vedendo i suoi frequenti ricoveri, abbia delle paure sulla perdita della madre. E' ancora piccolo e ha bisogno di lei, più crescerà, più diventerà autonomo sia fisicamente che psicologicamente ed in grado di gestire bene il distacco fisiologico di qualunque figlio nei confronti della famiglia di origine. 
Penso sia bene comunque sentire il medico per i sintomi di suo figlio, potrebbe anche essere un sintomo di ansia, ma sarebbe bene escludere altro.

Rafforzerei comunque i legami con gli altri membri della famiglia, anche allargata, e favorirei, se necessario, le capacità di socializzare del bambino con i coetanei, considerato che si avvicina alla preadolescenza, periodo in cui il gruppo dei "pari" acquisterà maggior peso.

Le consiglierei, se non lo fa già, di cercare lei stessa un percorso psicologico, preferibilmente centrato sui rapporti mente-corpo (non dimentichi che mente e corpo sono strettamente collegati) e sulla gestione della malattia perché, se esso riuscisse a darle una maggiore capacità di far fronte alla patologia, il suo maggior benessere si ripercuoterà ovviamente su quello del bambino.

Se ha trovato utile il consulto, può farne una recensione sul mio profilo allo spazio "Recensioni", grazie.

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Gentilissima mamma,

come prima cosa si legge già da queste poche righe quanto lei sia attenta a suo figlio. La malattia potrebbe essere uno dei motivi per cui ha questa paura ma potrebbe anche essere un momento legato agli interrogativi della vita o a un aspetto come la malattia che non è controllabile. 

Lei quando entra in ospedale come descrive l'evento? Chi sta con suo figlio?

Lui quale motivazione dà in riferimento a questa paura?

Provate a parlarne insieme, ci sono anche dei libri es. Giunti o Erickson che possono aiutarla a trattare il tema della malattia di un genitore

Se le difficoltà persistono le consiglio di valutare un breve percorso per suo figlio per avere un luogo neutro dove potersi aprire e da li capire tutti insieme come aiutarlo maggiormente. 

Resto disponibile per informazioni, richieste aggiuntive, eventuale consulenza o se volesse rispondere in privato alle domande poste.

Le auguro di trovare presto una soluzione al suo problema.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Ricevo a Torino, Rivoli e online

Dott.ssa Federica Ciocca

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Torino

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Gent.le Signora, mi spiace molto per la situazione che sta vivendo sia come madre sia come donna. Il malessere generale che esprime il suo bambino merita di essere compreso e valutato in maniera accurata. I comportamenti che descrive potrebbero essere la conseguenza di emozioni e pensieri molto faticosi da gestire per suo figlio, di cui sarebbe importante comprenderne l'intensità, la frequenza e la durata. Il fatto che stia condividendo con lei i suoi vissuti può, però, rappresentare un ottimo punto di partenza per poterlo aiutare. A tal proposito, ritengo importante che possa valutare la possibilità di richiedere un primo consulto psicologico, utile per entrambi.

Resto a disposizione, anche online.

La saluto caramente.

Dott.ssa Martina Lombardozzi

Dott.ssa Martina Lombardozzi

Dott.ssa Martina Lombardozzi

Roma

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Buon giorno Sirena, per aiutarla avrei bisogno di maggiori informazioni. Ad es. la sua malattia le dà dei problemi alle gambe? Glielo chiedo perchè non è un caso che il suo bambino le dica che "sente cedere le gambe", perchè è probabile che stia cercando di starle vicino, cercando di "acquisire" i suoi stessi sintomi. Genitore e figlio sono connessi in un modo molto forte, siete legati da un legame molto profondo ed è normale che suo figlio provi queste sensazioni. Suo figlio sta crescendo e credo che cominci a porsi degli interrogativi riguardo alla sua malattia. Avere paura che lei muoia può essere legato al fatto che lei ha bisogno di essere ricoverata e che suo figlio cominci a chiedersi se la malattia può comportare dei rischi per la sua salute. E' una paura normale in questi casi, soprattutto se il suo bambino non ha informazioni approfondite sulle sue condizioni cliniche.

"Sentire le gambe che cedono" è il suo modo per essere come la sua mamma e per starle vicino.

Il suo bambino potrebbe aver bisogno di parlare con lei della sua malattia, per averne una maggiore comprensione. 

Se ne sente il bisogno io sono a disposizione per una consulenza psicologica da fare voi due insieme e, se è presente anche un papà, da fare tutti e tre insieme. Può essere che suo figlio abbia bisogno di condividere con lei vari aspetti legati alla sua malattia, poichè probabilmente si sta ponendo delle domande ed ha necessità di ricevere delle risposte. Se vuole, posso aiutarla a cercare le risposte più adatte alla sua comprensione.

Sono a disposizione per una consulenza, anche on line.

Arrivederci

Chiara Moretti

Dott.ssa Chiara Moretti

Dott.ssa Chiara Moretti

Venezia

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