Salve, mi chiamo Zoe e ho 19 anni.
Da quando ho 9 anni i miei di sono separati. La casa è familiare quindi mio padre si è trasferito nell’appartamento di sotto con mia nonna paterna ed io, mio fratello (21 anni) e mia mamma stiamo in quello di sopra.
Posso affermare di aver passato le pene dell’inferno che mi hanno costretta a crescere in fretta. Soprattutto per colpa di mia madre. Un esempio può essere quando una volta tornò a casa ubriaca ed io appena 13enne l’ho lavata e sistemata. È una donna con un carattere forte è particolare. È difficile da comprendere e anche da sopportare. Ho subito e continuo a subire da parte sua un continuo giro di insulti pesanti nonostante la maggior parte delle volte io non abbia fatto assolutamente niente. Lei può urlarmi addosso, può chiudersi in se stessa, può piangere, può fare qualsiasi cosa. Io non posso. Se mi urla addosso e la contraddico è inutile, se invece sto zitta a piangere dice che sono una rammollita. Certe volte credo di odiarla. Tutto quello che mi è successo in passato e quello che mi sta succedendo condiziona moltissimo la mia vita. Ho dei periodi di insonnia che durano anche mesi. Momenti in nei quali piango per ore finché gli occhi sono così gonfi da non riuscire nemmeno a tenerli aperti. E momenti in cui non sento niente, ovunque io sia non sento niente, solo il vuoto assoluto.
Sono stanca, voglio avere rispetto da mia madre come io glielo dò nonostante sono sicura che abbia fallitto nel suo modo di fare la madre. Quest’anno ho gli esami di stato, ad ottobre inizio l’università, voglio solo andarmene.
Cara Zoe,
cosa dire...
Non so perché ad alcune persone capita una vita più facile e ad altre più difficile. So però che ognuno deve imparare ad affrontare quella che gli è capitata.
Finalmente stai per raggiungere il tuo obiettivo, andare a vivere fuori casa. Tieni duro e ottieni ciò che desideri. Sei sicuramente una ragazza forte e coraggiosa, con tante risorse dentro di te: l'aver continuato a studiare per un futuro migliore lo dimostra.
Una raccomandazione: se noti che il tuo passato interferisce sulla tua nuova vita e ti impedisce di essere felice, non perdere tempo e intraprendi un percorso di terapia con EMDR. Ti consentirà di elaborare gli inevitabili traumi che hai subito, di trovare in te una forza diversa e la possibilità di lasciarti davvero alle spalle le brutte esperienze.
Un in bocca al lupo
Milano
La Dott.ssa Antonella Zangari offre supporto psicologico anche online
Gentile Zoe, mi rendo conto di quanto la sua vita sia difficile e quanto sia grande il suo disagio. Una cosa che forse non è mai emersa in tutta la sua gravità, è che sua madre è una persona ammalata ed avrebbe bisogno di essere curata e seguita da un centro specializzato. Non si tratta di non avere rispetto da parte di sua madre, ma si tratta di avere un contesto familiare, nel suo complesso, che non ha la capacità di affrontare adeguatamente il problema, o perché non se ne rende conto, o perché preferisce fare finta di niente. Una persona che si comporta come sua madre è una persona con seri problemi psicologici e molto probabilmente anche psichiatrici. Dunque cara Zoe, le consiglio vivamente di rivolgersi al suo medico di famiglia e chiedere il suo aiuto, spiegando la situazione in tutta la sua tragicità. Capisco che non dovrebbe essere lei a fare questo passo e che dovrebbe poter stare serena e vivere gioiosamente la sua adolescenza, ma purtroppo la situazione è quella che è. Dunque accetti il mio consiglio e si rivolga al suo medico. Sono certa che le darà le giuste indicazioni. Cerchi di non odiare sua madre, non serve a niente; cerchi piuttosto di fare l'unica cosa che può portare beneficio a tutti voi. Le faccio tantissimi auguri.
Zoe,
sembra che il tuo sia un disagio psicologico che vivi dall'età di 9 anni e forse dalla seconda infanzia (più o meno dai 3 ai 5 anni).
La separazione dei tuoi genitori per quanto dolorosa per te può essere stata, ti ha potuto non in poco tempo far apprendere quanto è stato difficile oggi ammettere di aver <> Incolpare tua madre non ti permette ancora di differenziarti da lei: era ubriaca e solo tu la potevi aiutare. Non hai più 13 anni, la dovresti perdonare: gli esseri umani sbagliano, non sono computer. Eppure come hai scritto <<è una donna con un carattere forte e particolare.>> Tua madre in fondo è una donna fragile ed ha bisogno di te, in quanto sei più forte; e reagisci, resisti meglio di lei ai problemi personali e familiari.
Comunque siano andate le cose non sembra che tu voglia odiare tua madre.
Durante questo periodo di tempo stai affrontando momenti certamente difficili e situazioni stressanti.
Per ricevere rispetto non basta rispettare, ma rispettarsi per rispettare.
Se tua madre ha fallito nel suo ruolo lo ha sicuramente capito e non è giusto né umano farla sentire in colpa o peggio inadeguata.
In bocca al lupo per l'Esame di Stato e per gli studi universitari.
Carissima Zoe,
la situazione che descrive si intuisce essere molto pesante per Lei.
Sua madre sembra in difficoltà e Lei non riesce a trovare il modo per "compiacerla", per fare qualcosa nel modo giusto. Sebbene sia molto difficile da accettare probabilmente sarà difficile cambiare la situazione. Questo non significa che non vi sia rimedio, quanto piuttosto che Lei po stia cercando nel posto sbagliato.
Parla al plurale di genitori ma descrive solo la situazione con Sua madre, Suo padre? Com'è il vostro rapporto? E con Suo fratello?
La voglia di scappare è comprensibile ma ovunque Lei andrà la Sua storia la seguirà, dovrebbe "far pace" con tutto quello che le è capitato, ha mai pensato ad un percorso terapeutico? Potrebbe scoprire di sentirsi libera anche li dov'è (e potersene con più leggerezza per desiderio e non per necessità di fuga).
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Gentile Zoe,
la situazione che descrive giustifica pienamente i suoi sentimenti di sconforto, di rancore e tutta la sintomatologia che riferisce sul versante dell'umore e delle difficoltà a dormire. È una normale reazione a esperienze di vita pesanti e spiacevoli, ed è una reazione molto sana! Dal momento che Le causa però, giustamente, difficoltà, può essere affrontata con grande beneficio tramite colloqui terapeutici.
Tuttavia, la protagonista della Sua domanda non è Lei ma Sua madre. E la risposta, temo, è poco a Lei congeniale: sembra che non dipenda da Lei dire o far qualcosa che Le permetta di cambiare le cose. Responsabilizzarsi rispetto a una reazione, quella di Sua madre, che non sembra legata tanto a ciò che Lei fa (o non fa) ma a un malessere di lei, e quindi indipendente dalle situazioni di vita, non permetterà di uscire dall'empasse. Quello che può fare è lavorare su come questo La condiziona sul piano del benessere e della Sua vita quotidiana, ponendo al contempo le basi per una progettualità di vita che assuma una traiettoria lontana dai contesti di sofferenza - almeno fino a quando questi si affermano come tali. Questo è il tipo di responsabilizzazione che, tramite un percorso, permetterà una risoluzione del Suo malessere.
A disposizione
Cordialmente
Brescia
Il Dott. Daniel Michael Portolani offre supporto psicologico anche online