Buongiorno, da molti anni soffro periodicamente, di crisi ansiose seguite spesso da periodi di leggera depressione. La cosa si manifesta principalmente con la continua ed impellente necessità di fare profonde inspirazioni; la sensazione è come quando, durante una corsa od uno sforzo, senti il bisogno di ossigenare e di "rompere il fiato". Il problema principale è che con gli anni, questo stato di cose è divenuto, perlomeno nei periodi più negativi, un pensiero fisso e quasi ossessivo che mi condiziona molto le giornate e le attività che svolgo. Tutto iniziò nel lontano 1995 (all'epoca ero un discreto fumatore)quando casualmente vidi alcune tracce di sangue nell'espettorato, Ciò mi creò una notevole tensione e paura di avere qualche malattia polmonare; casualmente il fare dei respiri profondi mi dava una sensazione di sicurezza sul fatto di non avere niente, come poì è stato realmente. Da quel periodo però il pensiero di dover fare questi respiri non mi ha praticamente più abbandonato, creando di fatto le situazioni ansiose sopra descritte. In genere riesco a convivere con tale "problema" che pur presente, mi diviene secondario e controllabile; in altri periodi dell'anno diventa invece predominante, portandomi piano piano a situazioni quasi angosciose . Ho seguito in passato dei corsi collettivi di psicologia presso la ASL della mia zona, oltre poi a praticare, dietro consiglio medico, periodi di cura con ansiolitici ecc. Non ho mai praticato seriamente un percorso da uno psicologo, cosa che intendo fare molto presto, visto che finora il problema non l'ho risolto. Quale è il vostro parere? Quali i consigli che potete darmi? Grazie per la risposta. Cordiali saluti
Caro Riccardo, la paura di avere una malattia tubercolare è la punta dell'iceberg dello stato ansioso a cui ti riferisci. Dal racconto, ci sono poche tracce per fare una diagnosi precisa, si evince il perdurare dell'ansia e dell'insicurezza. L'essere stato un fumatore non giustifica il comportamento verso l'angoscia di una malattia, ma visto che ci sono stati degli approcci alla psicologia consiglio di consultare uno psicologo psicoterapeuta, che possa aiutarti a capire gli stati ansiosi che si succedono. Gli ansiolitici sono necessari per la fase acuta, ma non risolvono il problema. Presso la casa di cura Leonardo, a Sovigliana, ci può essere lo specialista che può aiutarti. Auguri
Salve Riccardo, sicuramente rivolgersi ad uno psicoterapeuta è la scelta migliore, in modo che lei possa divenire consapevole delle dinamiche che sono alla base del suo problema ed acquisire le tecniche specifiche per affrontarlo al meglio. In genere la psicoterapia più indicata per i disturbi d'ansia è quella di tipo cognitivo-comportamentale, il mio suggerimento è dunque quello di cercare un terapeuta che segua questo orientamento nella sua città. Intanto la sintomatologia che descrive mi fa pensare che i sintomi ansiosi sono una risposta ad eventi particolari che lei non riesce ad integrare nei suoi vissuti quotidiani, infatti, non sta sempre male allo stesso modo, ma in alcuni momenti la cosa si accentua. Provi a scrivere le volte in cui i sintomi sono più forti e provi a notare se ci sono collegamenti tra le varie situazioni, questo le darà delle informazioni inaspettate che spesso sono sufficienti a percepire il problema come un qualcosa che ha una sua coerenza e non come una malattia che arriva e che bisogna soltanto aspettare che passi. Le faccio i miei auguri.