Salve, sono una donna di 38 anni e dal 2018 la mia vita è cambiata. In seguito ad un'extrauterina, che ha comportato l'asportazione di tuba ed embrione, ho scoperto di avere l'adenomiosi e, di conseguenza, l'altra tuba chiusa dalla aderenze (tuba che toglierò a breve, dopo cinque tentativi di fecondazione con metodo icsi, andati male). Non voglio dilungarmi sull'aspetto tecnico, ma su quello psicologico e sulla mia percezione del tempo che passa. Ho sempre vissuto questo percorso con tanta grinta, cercando di focalizzarmi anche su altro, sostenendo sempre che un figlio sia una gioia immensa ma che se non arriverà, pazienza. Negli ultimi anni, però, il tempo che passa, la paura di non poter provare mai questa felicità, unita al desiderio materno, mi fanno venire l'ansia. Quest'ansia si calma quando respiro, riportandomi al momento presente, all'azione che sto compiendo ma, a volte, provo una sorta di disperazione dell'anima che vorrei piangere e far sentire al mondo questa sofferenza che, invece, implode, silente, e si concentra tutta sulla mia zona cervicale e spalle, che da anni non trovano pace. Come posso vivere meglio la paura del tempo che passa e quella di invecchiare troppo in fretta, senza poter godere del regalo più naturale per una donna?