Figlio 12enne

GRAZIELLA

Buongiorno sono una mamma separata di un ragazzino di 12 anni. Mi dice di odiarmi. È un bambino sovrappeso e spesso a tavola il mio compagno e i suoi figli glielo fanno notare a volte pesantemente. Io per non peggiorare le cose sto zitta e lui si arrabbia con me reagendo con aggressione anche perché dice che non lo difendo.
Lui sta sia con me che con il padre ma questa aggressione verbale e fisica ce l'ha solo con me. Passa poi a momenti in cui vuole coccole da me ....io non capisco....Sono disperata e ho tanta pena nel cuore

9 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Graziella,

suo figlio si trova in un periodo della vita particolare, è un momento di transizione, il corpo cambia, non è più un bambino, ma neanche un adolescente sviluppato. Cambiano anche i suoi interessi, i suoi pensieri e le sue emozioni, e tra queste emozioni c'è la rabbia per una situazione che lo fa soffrire, rabbia espressa in modo "non filtrato" quindi con aggressioni verbali e fisiche. 

Provi a parlare da sola con suo figlio, chiedendogli come sta, cosa prova. Se non vuole aprirsi con lei o con altre figure di riferimento provi a consultare uno psicologo. 

A presto

Gentile signora,

più che di suo figlio, prima ancora mi occuperei del tipo di relazione che si è instaurata nella sua nuova famiglia: se è basata sul rispetto, sull’educazione, sulla dignità.

Suo figlio certamente le vuole bene, probabilmente è confuso, troppi stimoli che non sa decifrare, sistemare, catalogare, conoscere. Ma il punto non è questo, ma come gli vengono presentati questi stimoli.

È complessa la crescita dei figli, se fa mente locale ricorderà anche la sua fatica adolescenziale. Ha mai provato ad andare da uno psicoterapeuta per sbrogliare un po’ la “matassa”?

Così in due righe non è possibile parlare di cose concrete perché mancano un sacco di elementi. Si va a tentoni. Se vuole ne possiamo parlare.

Mi contatti anche online attraverso il mio sito. Anche su questo portale ci sono i miei riferimenti.

In attesa, le porgo cordiali saluti.

Gent. sig.ra, provi a mettersi nei panni di suo figlio, a 12 anni che sono comunque un'età difficoltosa, fatta di insicurezze e di grandi cambiamenti fisici e psichici. Come si sentirebbe al suo posto?

Non entro nelle dinamiche della sua nuova famiglia, non ho elementi sufficienti per dare giudizi, nè li darei in ogni caso.

Rifletta però sul fatto che, separati o meno, i riferimenti di sicurezza suo figlio li ripone sui suoi genitori e lei, non raccogliendo la richiesta di essere difeso, in un certo senso delude le sue aspettative, che sono di accudimento e protezione. E la sua dichiarazione di odiarla non è altro che la spia del dolore che prova perchè gli sembra di non poter contare sul suo aiuto, che (attenzione!) non è difenderlo a spada tratta come una chioccia sempre e comunque, ma PARLARGLI a tu per tu, chiarendo quanto lui sia importante per lei e facendogli sapere che non condivide gli attacchi aggressivi del suo compagno e dei suoi figli, e ancor prima chiarendolo con fermezza con costoro. 

Resto a disposizione, cordiali saluti

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Padova

La Dott.ssa Daniela Benvenuti offre supporto psicologico anche online

Cara, la sua è una situazione esplosiva per definizione. L'età di suo figlio è caratterizzata da scoppi di collera e disequilibrio emotivo. In più convivete con i figli del nuovo compagno. È la situazione di inevitabile fortissimo stress più che le singole persone. Un consiglio spiccio è di lasciare sue figlio col papà il più possibile. Mi auguro che il padre sia adeguato e disponibile. Si mitigherà anche l'aggressività di suo figlio nei suoi confronti.

Buongiorno Graziella

Il comportamento di suo figlio 12enne mostra disagio non solo per le aggressioni che rivolge a lei bensì per un vuoto affettivo che percepisce al di là dei comportamenti suoi e del suo ex marito, magari anche in confronto con i figli del suo compagno. Si sente trascurato non protetto e cerca di colmare il vuoto mangiando! Il sovrappeso ha la funzione di anestetizzare contro la sofferenza emotiva...

Oltre che a difenderlo si chieda se lei stessa lo apprezza, in quali sue qualità e se glielo dice .... invece di rispondere a coccole a richiesta, sia lei stessa promotrice di apprezzamenti da fare spontaneamente e suggerendoli anche al suo compagno.... altrimenti il piccolo si sentirà sempre l'ultima ruota del carro anche se mostrerà comportamenti aggressivi.

Buongiorno Graziella,

È possibile che suo figlio stia manifestando a suo modo un disagio psicologico e può essere complesso comprendere motivazioni e possibili rimedi da sola.

Potrebbe provare a parlare con suo figlio delle sue emozioni e dei suoi pensieri in questo momento.

Rimango a disposizione per eventuali necessità.

 

 

Gentile Graziella, subito mi verrebbe da dirle che è normale un po di aggressività tra madre e figlio, e col tempo tutto si appianerà, ma poi dopo una riflessione, direi che non va tralasciato questo aspetto della vostra relazione e non credo che vada affrontata in questa sede, e a tal proposito le consiglio di prendere contatto con un professionista Psicologo di sua fiducia.

Spero che vorrà abbracciare questa via, e le faccio i miei auguri più sinceri.

Saluti Antonio Barbera

Gent.ma Graziella,

Capisco profondamente la sua pena di mamma e altrettanto profondamente capisco quello che prova suo figlio.

Provo a spiegarle il mio punto di vista. Se a un bambino sovrappeso viene fatto notare "pesantemente" di esserlo dai suoi compagni fuori casa - ad esempio a scuola - io da psicologa le direi che stiamo parlando di una "vittima di bullismo".

Ecco, se questo avviene in casa è sempre la stessa cosa.

Ora, cerco di entrare nel merito dell'emotività espressa dal bambino per farle capire meglio.

La reazione aggressiva che suo figlio ha nei suoi confronti è dovuta al fatto di essere in qualche modo "bullizzato" - l'irritabilità è una delle reazioni tipiche dei bambini che subiscono prese in giro, mentre altri diventano evitanti e si chiudono.

...inoltre, lui vede che la mamma, che dovrebbe essere una figura protettiva, assiste e non interviene... e questo aumenta esponenzialmente la rabbia che lui prova. 

Come fare quindi? 

(Scrivo solo per la situazione critica, ma le dinamiche sono più complesse)

A mio avviso, lei Graziella dovrebbe evitare di intervenire in maniera diretta coi fratelli e anche durante l'episodio, perché così facendo potrebbe aumentare il senso di umiliazione che già prova suo figlio...

Invece, trovi il momento e il modo di far sentire a suo figlio che lei ha finalmente capito la situazione e che ora comprende sia cosa lui provi di fronte allo scherno dei fratelli, sia il vero motivo della rabbia e dell'aggressività che poi lui esprime verso di lei.

Cerchi di farlo sentire rassicurato, gli chieda cosa lui si aspetti da lei per essere aiutato a gestire la situazione quando si verifica; gli trasmetta la fiducia di mamma... aprite un dialogo e cercate di comunicare facendo circolare le emozioni e la comprensione tra di voi.

Questo vale sempre, anche oltre questa specifica situazione. 

Capisco che lei e il padre del ragazzino siete divorziati... mi permetto di chiederle se avete mai lavorato con suo figlio sulla separazione... 

Mi sembra un ragazzino che si trascina dietro qualche piccola fragilità, vale la pena che lo aiutiate a fortificarsi un pochino... Sono sicura che lui sarebbe più felice, e lei/voi lo stesso.

Se doveste decidere di rivolgervi a un/a  collega orientatevi su uno specialista formato con il modello sistemico-relazionale.

Le auguro ogni bene.

Cordiali saluti.

 

Getile mamma

la prima cosa da capire è da cosa deriva l'obesità di suo figlio. Ha fatto tutti gli accertamenti clinici? Ci sono disfunzioni fisiologiche o eriditarie?

Se la causa è semplicemente motivazionale o conseguenza di stress continui allora la strada da prendere è quella del dialogo e soprattutto dell'ascolto. 

Primo creare una certa alleanza con suo figlio in modo che abbia fiducia incondizionata su di lei.

Secondo ascoltare tutte le sue lamentele e i suoi pensieri senza denigrare o svalutare nulla.

Terzo ragionare sulle cose dette e insieme trovare delle soluzioni. Facendo magari domande sulle conseguenze di ciò che secondo lei non è opportuno fare in modo che la risposta la trovi lui stesso. Quando una risposta non va bene non la censuri dicendo "no" ma provi a far trovare delle alternative. Es: oppure secondo te cosa potrebbe succedere se tu continui così? un'altra cosa che si potrebbe fare?ecc.

Quarto dare carezze e coccole  positive sempre sulla persona ( "certo che ti voglio bene") e non sulle cose che non vanno bene.

Quinto favorire il dialogo con i fratelli sdrammatizzando le situazioni difficili.

Sesto non avre fretta di vedere risultati ma ricercare sempre intesa e accettazione della situazione.