Gent.ma Graziella,
Capisco profondamente la sua pena di mamma e altrettanto profondamente capisco quello che prova suo figlio.
Provo a spiegarle il mio punto di vista. Se a un bambino sovrappeso viene fatto notare "pesantemente" di esserlo dai suoi compagni fuori casa - ad esempio a scuola - io da psicologa le direi che stiamo parlando di una "vittima di bullismo".
Ecco, se questo avviene in casa è sempre la stessa cosa.
Ora, cerco di entrare nel merito dell'emotività espressa dal bambino per farle capire meglio.
La reazione aggressiva che suo figlio ha nei suoi confronti è dovuta al fatto di essere in qualche modo "bullizzato" - l'irritabilità è una delle reazioni tipiche dei bambini che subiscono prese in giro, mentre altri diventano evitanti e si chiudono.
...inoltre, lui vede che la mamma, che dovrebbe essere una figura protettiva, assiste e non interviene... e questo aumenta esponenzialmente la rabbia che lui prova.
Come fare quindi?
(Scrivo solo per la situazione critica, ma le dinamiche sono più complesse)
A mio avviso, lei Graziella dovrebbe evitare di intervenire in maniera diretta coi fratelli e anche durante l'episodio, perché così facendo potrebbe aumentare il senso di umiliazione che già prova suo figlio...
Invece, trovi il momento e il modo di far sentire a suo figlio che lei ha finalmente capito la situazione e che ora comprende sia cosa lui provi di fronte allo scherno dei fratelli, sia il vero motivo della rabbia e dell'aggressività che poi lui esprime verso di lei.
Cerchi di farlo sentire rassicurato, gli chieda cosa lui si aspetti da lei per essere aiutato a gestire la situazione quando si verifica; gli trasmetta la fiducia di mamma... aprite un dialogo e cercate di comunicare facendo circolare le emozioni e la comprensione tra di voi.
Questo vale sempre, anche oltre questa specifica situazione.
Capisco che lei e il padre del ragazzino siete divorziati... mi permetto di chiederle se avete mai lavorato con suo figlio sulla separazione...
Mi sembra un ragazzino che si trascina dietro qualche piccola fragilità, vale la pena che lo aiutiate a fortificarsi un pochino... Sono sicura che lui sarebbe più felice, e lei/voi lo stesso.
Se doveste decidere di rivolgervi a un/a collega orientatevi su uno specialista formato con il modello sistemico-relazionale.
Le auguro ogni bene.
Cordiali saluti.