Sono Ginevra, ho 22 anni e sono una laureanda in psicologia (triennale). Vado dalla psicologa (struttura pubblica ) da circa tre anni. Inizialmente ci andavo mensilmente o comunque bisettimanalmente per un consulto sporadico ma da novembre, da quando sono iniziati i problemi, sono entrata più propriamente in terapia. Premetto che ho scoperto molte cose della mia famiglia, che ho una mamma ossessiva di cui ignoravo completamente questa peculiarità (ora riesco a capire perfettamente i suoi comportamenti etc) un padre presente ma assente affettivamente (così come mamma) e un fratello diciamo instabile, fissato in Dio e la religione in modo ossessivo che un anno fa minacciava confidandosi con me il suicidio e mi raccontava tutti i suoi pensieri ossessivi dai più assurdi ai meno. E io a quanto pare gli ho fatto da terapeuta e mi sono addossata queste cose. A novembre infatti dopo un progetto di vita abbastanza delineato per quanto riguarda la magistrale etc ho iniziato a stare malissimo. Mi è venuta l'ansia, attacchi di ansia abbastanza forti crisi e domande esistenziali e nichilismo più totale. A gennaio ho toccato il fondo con sintomi come derealizzazione e de personalizzazione. Mi sono spaventata come poche volte nella vita e soprattutto non pensavo queste cose potessero tangermi. Ho iniziato ad avere le immagini più assurde, paura di suicidarmi, conati di vomito, giramenti di testa etc. Ho iniziato a chiamare la psicologa e a mandarle messaggi tante volte al giorno nonostante lei fosse in malattia per una sola settimana o poco più e con me si è rivelata molto disponibile. Prima di questo crollo a partire da novembre inoltre stavo molto bene, mi sentivo realizzata e che l'andare dalla psicologa mi avesse sbloccato da tanti punti di vista soprattutto sull'autostima, le relazioni (ho un rapporto a distanza ma con un ragazzo splendido) e il piano sessuale. Ora tutto il contrario. Gennaio e febbraio sono stati orribili ma nonostante questo ho fatto tutti gli esami e sono anche andati bene. Dopo questo periodo grazie anche alla psicoterapia di gruppo iniziata sono stata decisamente meglio anche se non c'è mai stata una giornata senza almeno un brutto pensiero, ma finalmente potevo respirare. La mia psicologa dice che mi ero ammalata ma che ora sono guarita e sono solo stronza con me stessa e in una fase di negazione. Infatti mi ha fatto anche fare un consulto con una psicologa del CSM per vedere la possibilità di un disturbo ossessivo ma anche lei mi ha detto che le sembravo stare bene. (in effetti da dopo questo consulto dove in teoria dovevo essere presa in carico presso questo centro e abbandonare la mia psicologa sono stata subito meglio). Ora però a un esame dalla laurea sto di nuovo male e con la paura matta di non provare più serenità piacere e di potermi suicidare da un momento all'altro. E la mia psicologa mi ha chiaramente detto che non sono una malata di mente ma che sono solo pippe mentali. Io prima di entrare in terapia non mi sono mai soffermata sulle cose, sulle emozioni, sull'inconscio etc insomma vivevo in una specie di bolla protetta. Ora però ho veramente paura e il fatto che lei mi dica che mento a me stessa, che sto bene e che lo vede e lo sente chiaramente che sto bene mi preoccupa perché io non sento di stare bene anche se spero che da questo papiro emerga che abbia ragione lei. Ho paura di stare impazzendo e che non riuscirò più a essere felice serena spensierata com'ero prima e di non riuscire a realizzarmi. Di fatto idealizzo tutti e non mi do mai valore. Lei dice che non sono una malata di mente e che lasciarsi andare in ogni ambito e fidarsi di sé stessi è complicato. Ma io ho paura. Grazie per l'ascolto.