Per cinque lunghi anni ho sofferto di disturbi alimentari, legati a comportamenti bulimici, sfociati successivamente in anoressia. Oggi, nonostante sia normopeso, tendo ancora ad avere comportamenti ansiosi, rispetto all'assunzione di cibo. Convivo con un uomo poco più grande di me, che amo profondamente, ciò nonostante, non riesco a svegliarmi, da circa 5 mesi, con la stessa voglia di vivere di un tempo: sono perennemente angosciata, colta inaspettatamente da attacchi di panico, vivo nel timore dell'abbandono o del tradimento, non sentendomi mai all'altezza, non riesco più ad intrattenermi con colleghi ed amici, affido interamente le mie emozioni al mio compagno, stressandolo. Non so come uscirne ed a volte penso di uccidermi. Il tutto è alternato a momenti di euforia profondissima, durante i quali ho momenti di felicità immotivata e voglia di correre, saltare, vivere.
Che succede?
Gentile Claudia,
penso dovrebbe consultare sia uno psicologo psicoterapeuta che probabilmente un medico per bilanciare questi suoi cambi di umore.
Il medico per eventuali farmaci che tamponino i sintomi, lo psicologo per venire a capo delle sue ansie e dei suoi momenti di eccessiva euforia o di umore depresso che probabilmente sono strettamente connessi.
Ha mai seguito una psicoterapia? anche se lo avesse fatto la riprenderei, perchè evidentemente non è stata sufficiente.
Tenga presente che esistono le Terapie Brevi che ottengono buoni/ottimi risultati in tempi molto ridotti, per cui sono anche molto economiche.
Cordiali saluti
Roma
La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Claudia, quando si ha a che fare con i disturbi alimentari la prima cosa che si nota e che si tende a prendere in considerazione è la forma fisica, che sicuramente è un aspetto fondamentale, ma non è l'unico. Essere normopeso non è sufficiente, perché si tratta di problematiche ben più ampie che coinvolgono vari aspetti, come appunto la capacità di sviluppare un rapporto piacevole con il cibo, cosa che lei sembra non avere visto che parla di ansia in relazione alla sua assunzione.
Da quello che scrive, a me sembra che lei non abbia superato completamente questo problema alimentare, anche se probabilmente ha già fatto dei miglioramenti notevoli. A volte le problematiche alimentari sono associate anche a difficoltà di tipo relazionale. Potrebbe essere il suo caso, anche se ovviamente questo aspetto andrebbe approfondito ulteriormente. Le consiglio di valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo, che la possa aiutare a risolvere la situazione.
Gentile Claudia, lei sembra descrivere i sintomi di un disturbo dell'attaccamento, di tipo ambivalente. Probabilmente uno dei suoi genitori (di solito la figura materna) era molto ambivalente, a livello di presenza ed interesse, che mostrava nei suoi confronti e probabilmente, anche le sue emozioni di bambina, dipendendo molto da questi comportamenti esterni, vagavano dall'euforia alla tristezza. Questo legame con il suo compagno, un pò più grande di lei, mi fa pensare ad una sorta di riparazione, che vorrebbe fare del passato. Molti di noi cercano di riparare, nei nuovi rapporti, la relazione con i propri genitori. Ma non funziona così, il rapporto dobbiamo ripararlo dentro di noi, rielaborando chi siamo e cosa vogliamo diventare. Gli altri ci servono ad esercitare ruoli diversi, ruoli da adulto, che un giorno diventa, magari, anche genitore. Come facciamo a diventare adulti se ancora cerchiamo di riparare le emozioni di quella bambina? Lei può riparare tutto ciò che desidera, può imparare ad avere un rapporto meraviglioso e sano con le sue emozioni e con gli altri e può liberarsi di tutte le catene del passato in cui ancora si sente intrappolata. Non possiamo cambiare il passato ma possiamo migliorare il presente e ridisegnare il futuro secondo i nostri desideri. Ovviamente le consiglio di cominciare prima possibile a vivere un presente degno, attraverso un percorso di Psicoterapia Strategica Breve. A Roma c'è un centro molto importante in questo ambito.
Le auguro di avere la forza di volere per sè stessa il meglio.