Ciao,
Mi sono resa conto da tempo che sono una ragazza che parla troppo. Oggi ho pure scoperto che serve a colmare un vuoto interiore, che diventa una dipendenza.
Questa cosa, forse per come era scritta mi ha intristito tantissimo.
E' stato come scoprire che da tutta la vita riverso il mio disagio sulle altre persone senza vergogna, anzi sentendomi pure figa a volte!
Ho la tendenza a esprimermi molto e inondare la gente con la positività e a mettermi in tanti progetti, ad aiutare, a dire di sì, e lo faccio perché mi piace poter risolvere, aiutare e sicuramente fare sempre qualcosa.
Ma il problema forse è che non faccio nulla per me, soprattutto in alcuni periodi come questi. Come posso educarmi a dare spazio a me stessa? Perchè penso che la soluzione sia questa..
Di passioni ne ho tante ma mi ci dedico sporadicamente.
Grazie mille!
Ciao Marina,
credo che il primo passo fondamentale per ottenere ciò che chiedi sia ASCOLTARSI, ascoltare i propri bisogni e desideri tentando di non censurarli anche quando possono apparire insensati, scomodi o comunque non "belli" o sgraditi. Ascoltare i propri bisogni è dare spazio a se stessi.
Sono infatti i nostri bisogni e desideri che indirizzano la nostra esistenza, non tenerne di conto è negare se stessi. Il problema è che a volte tali possono risultare per noi stessi inaccettabili, per i più svariati e soggettivi motivi. Per questo spesso tendiamo a negare, non accettare o comunque non prendere in considerazione tali bisogni che però continuano a spingere per essere soddisfatti, causando un malessere di fondo.
Spero di esserti stato utile con queste poche parole.
Mi puoi contattare per altre richieste o domande.
Un caro saluto
Dr. P. salvi
Firenze
Il Dott. Pierluigi Salvi offre supporto psicologico anche online
Buona sera Marina,
Se con innondare intende che ha la tendenza a raccontarsi, a condividere e ad essere sempre molto "attiva" nelle cose, allora ho compreso bene. Per paradosso a volte, il raccontarsi e parlare molto di se è un ottimo modo per tenere a distanza le persone, un po' per vedere quanto reggono la nostra presenza, un po' per evitare ci facciano domande (di fatto diventa una comunicazione monodirezionale). Il fatto di fare molte cose, come dice lei per colmare forse un vuoto, può essere, soprattutto se non ci si dedica assiduamente e non si lascia prendere con continuità dalle cose che fa, ma pù cn una modalità di "inizio molte cose così nessuna mi prenderà veramente".
E' un po' un continuo voler tenere sotto controllo i rapporti, riempendo di parole gli spazi, iniziare mille interessi senza lasciarsi prendere a fondo da nessuno di essi. Ha detto benissimo quando descrive che dedicarsi a sè le manca. Penso che per dedicarsi a sè a qualcuno o a qualcosa, serva poter rallentare, dando il tempo agli altri di chiedere senza offrirsi per prima. Dando lo spazio che ci possano domandare cose senza raccontarsi subito, permettere alle passioni di essere avvicinate dando loro spazio e tempo per essere capite ed apprezzate, il tempo e il suo ritmo è tutto. Ma cosa più importante provi ascoltarsi, dandosi tranquillità e tempo. Si scappa da quello che abbiamo dentro a volte, mettendo mille cose nella nostra vita e facendone altre. Provi a fermarsi e ad ascoltarsi un pochino, potrebbe essere un po' pauroso e potrebbe arrivare qualche emozione negativa, quelle dalle quali si scappa sempre volentieri potendo scegliere, ma sono il miglior modo per ascoltarsi fino in fondo. Ognuno di noi ha parti dolorose e che si sentono sole a volte, che vorrebbero essere ascoltate a volte sono così antiche e lontane che ce ne si dimentica ma e lei è l'unica a poterlo fare. Rallenti, si ascolti, capisca cosa desidera veramente e non pensi mai che il concentrarsi su di se sia egoismo.
In bocca al lupo,
M.
Verona
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