Buongiorno, Ho da poco compiuto 33 anni, sono una ragazza che da qualche anno a questa parte ha sviluppato attacchi d'ansia isolati, ma ora l'ansia è diventata una costante nella mia vita e mi rende difficile qualsiasi tipo di attività. Un anno e mezzo fa mi è stata diagnosticata la tiroidite di Hashimoto, malattia autoimmune, da allora prendo l'ormone sostitutivo, ma anche se gli esami sono buoni, ho dei sintomi molto forti.. Stanchezza costante, ansia forte e del tutto priva di motivo.. Se non che penso sempre di avere qualche altra malattia. Sono stata dal CARDIOLOGO per la mia tachicardia, per un ECG e test da sforzo e mi ha detto di essere SANA COME UN PESCE. Mi sembra di impazzire! Detto ciò è da qualche tempo che ho anche la pressione bassa che si aggira sui 90/65... Con battiti alti tra gli 80/90. Dolori muscolari e articolari come se facessi la maratona ogni giorno. Vorrei capire meglio cosa mi sta succedendo perché questo stato di tensione e di stress mi sta facendo impazzire...
Cara Melissa,
Grazie per aver condiviso il tuo stato d'animo. Da quel che scrivi immagino sia molto difficile gestire lo stato di tensione e ansia che descrivi. Tanto più quando si ricevono diagnosi mediche tendiamo a riflettere molto sul nostro stato di salute e a focalizzarci tanto su pensieri negativi che ci alimentano, come in un circolo costante, la nostra ansia e tensione. Spesso i sintomi fisici che sperimentiamo sono dovuti a situazioni emotive delle quali non siamo ben consapevoli e che dovremmo esplorare meglio. Ti auguro il meglio e resto a tua disposizione.
Dott.ssa Ilaria Sinibaldi
Psicologa Clinica
Ricevo a Roma in presenza e Online (Italia e Estero)
Roma
La Dott.ssa Ilaria Sinibaldi offre supporto psicologico anche online
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Comunque deve tenere presente che l'ansia rappresenta una reazione di risposta ad uno stimolo ritenuto minaccioso quindi probabilmente lei metterà in atto una serie di pensieri automatici e cognitivi di stampo minaccioso che non possono far altro che attivare la risposta ansiosa dunque è fondamentale che lei identifichi e faccia consapevolezza di questi pensieri, grazie all'aiuto di uno psicoterapeuta.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Roma
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Buongiorno Melissa,
pur sapendo molto poco di lei, mi sento di dirle che gli attacchi d'ansia spesso sono delle strategie che il nostro corpo e la mente adottano per proteggersi da situazioni vissute come rischiose o pericolose, anche se non è detto che lo siano realmente.
Quindi non sempre togliere i sintomi è sinonimo di benessere, di conseguenza non sempre la cosa migliore è lottare contro i sintomi. Meglio cercare di comprendere da dove arrivano e quale funzione abbiano.
Consideri che il nostro corpo e il sistema nervoso posseggono delle risorse per mettere sotto protezione l'intero organismo, consce e inconsce.
Quindi un lavoro che indaghi questi sistemi, unito all'analisi dei fattori esterni che li inducono, potrebbe essere quello più indicato per cercare di raggiungere una maggior consapevolezza e acquisire degli strumenti per affrontare le situazioni e ritrovare un senso di benessere.
Massimo Frigo
Gentile Melissa,
Uno stato ansiogeno ha una funzione naturale che può dirci qualcosa attraverso il nostro corpo.
Il nostro impegno può essere l'attenzione che rivolgiamo ad essa in rapporto al nostro vissuto.
Legittimare una novità che non comprendiamo bene come la malattia che le è stata diagnostica senza un inquadramento ben preciso, potrebbe essere la causa per una generalizzazione dell'ansia che sicuramente può essere gestita seguendo un percorso specifico.
Resto a sua disposizione per un eventuale consulto
Dott.ssa Aida Faraone
Palermo
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Gentile Melissa,
Dalle sue parole emerge il desiderio di acquistare il controllo sull'ansia in quanto definire e riformulare un vissuto di ansia, comprenderne i fattori scatenanti ed imparare a gestirla può aumentare notevolmente l'autostima e la qualità della vita.
Sarebbe utile espandere la propria prospettiva di disagio all’interno di un contesto più ampio: perché pensare che l’ansia forte che prova e che tema la faccia impazzire sia priva di motivo?
Il corpo parla e può farlo anche attraverso l’espressione di una malattia autoimmune.
Spesso comprendere il significato sottostante al sintomo (che porta un messaggio) può dar voce al quel dolore, al disagio inespresso a parole come un pesce che, seppur sano, fatica a far sentire la propria voce che arriva muta.
Cordiali saluti.
Dottoressa Daria Carli Giori
Psicologa Psicoterapeuta a Sesto Calende (VA) e online.
Varese
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Buona sera Melissa, comprendo il suo forte disagio, poichè so che l'ansia comprende sensazioni forti che possono spaventare. I medici hanno escluso eventuali cause organiche quindi è importante che lei provi, con l'aiuto di uno psicoterapeuta, a capire quali potrebbero essere le origini dell'ansia e dei suoi sintomi: la stanchezza, i dolori muscolari (dovuti alla tensione fisica prodotta dall'ansia) e i dolori articolari. Tutti questi sintomi possono essere prodotti dall'ansia, che stressa il corpo e quindi la fa sentire molto stanca. L'ansia ha un suo significato all'interno della sua storia di vita e familiare ed ha una sua funzione, all'interno della sua famiglia. Lei non è un'isola, è connessa con i vissuti e la storia di vita dei suoi genitori e fratelli, se presenti. Provi a ripercorrere la sua storia di vita, a pensare se anche i suoi genitori presentano dei sintomi ansiosi (lei non li ha ereditati per via genetica, ma li potrebbe aver respirati in casa fin da quando era piccola e potrebbe averli assorbiti). Cosa è successo qualche anno fa, quando sono cominciati i sintomi ansiosi? Ha subito una perdita importante? C'è stato un evento che ha impattato sulla sua vita in modo significativo?
La soluzione per uscire da questa situazione è dentro di lei, nei suoi vissuti e nella sua storia di vita. Se vuole, posso aiutarla a cercare di comprendere il suo passato e a trovare un significato a quello che le sta succedendo.
Sono a disposizione per una consulenza, anche on line.
Arrivederci
Chiara Moretti
Venezia
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