L’etimologia della Paura deriva dal greco Phobos che nella mitologia era il figlio di Ares dio della guerra e di Afrodite dea della bellezza, questo dio rappresentava per i greci la divinizzazione della paura ed era fratello di Deimos “terrore della guerra”.
Nonostante queste nobili origini la paura rappresenta da sempre un fil-rouge che si trova alla base di molte patologie della mente umana, l’intera psicopatologia ne è permeata. Il sentimento della paura lo si può distinguere sostanzialmente in due categorie : la paura sana che attinge il suo senso da una situazione reale di pericolo e la paura malata che è totalmente immaginaria.
Se vi trovate per caso coinvolti in una rapina, mettiamo in banca ed avete paura non siete nevrotici ma semplicemente spaventati e con ragione perché temete per la vostra vita, se invece vi trovate nel vostro salotto seduti in poltrona e non c’è nessun serial killer in giro e nemmeno una tigre del bengala, praticamente non c’è nessuno e provate paura probabilmente siete vittima di sintomi nevrotici che provengono dal vostro “profondo” ma che non hanno niente a che fare con la realtà!
La paura è il denominatore comune di molti disturbi psichici : fobie,ansie , attacchi di panico,ansia da prestazione, paura di “non farcela”che sta alla base anche di problemi sessuali maschili e femminili o di provare dolore, solo di fobie se ne contano più di trecento e probabilmente la mia stima è già in difetto,perché ne sono già state scoperte altre .
La paura come qualsiasi altra emozione, specie se intensa, provoca delle modificazioni nel nostro organismo. Infatti il nostro corpo in automatico, senza che noi ci possiamo fare niente ci prepara alla fuga o alla lotta e per far questo altera diversi parametri : dilatazione pupillare, aumento del battito cardiaco ( nel caso di attacchi di panico arriva sino a 150 battiti al minuto ed oltre ), aumento della pressione sanguigna, tensione neuromuscolare, consumo di glucidi, consumo di ATP (una sostanza impegnata negli scambi metabolici),respirazione veloce,apnea, eccitazione nervosa ecc.
La paura è spesso collegata nei fobici a delle situazioni o dei luoghi o delle persone o animali che solo con la loro presenza fanno scattare “l’allarme rosso” nel nostro fisico, che produce tutte quelle modificazioni di cui sopra, senza che l’interessato possa fare niente per arrestare tutto questo.
Da cosa deriva la paura ? Ci sono varie teorie al riguardo: è un condizionamento, secondo altri è un apprendimento e per altri ancora è un meccanismo di difesa attivato da sensi di colpa seppelliti nell’inconscio. Quale scegliere? Cosa fare ? La risposta non è semplice. Non c’è dubbio che in alcuni casi un corretto percorso analitico possa risolvere una fobia ( vedi il caso del piccolo Hans di S.Freud ), ma non tutti sono in grado di affrontare una psicanalisi sia per il tempo , sia per i costi o semplicemente perché non in grado di simboleggiare in maniera adeguata.
Dagli anni cinquanta abbiamo avuto gli psicologi dell’Io ed è stata rivalutata da questi ultimi (una per tutti Anna Freud)l’importanza dell’Io all’interno della nostra mente (vedi il Sé psichico ), ritengo quindi che sia possibile anche una psicoterapia che riesca ad irrobustire l’Io, anche nei confronti dell’angoscia segnale e cioè della paura, naturalmente per fare questo c’è bisogno di un io integrato e di una volontà del soggetto di voler combattere a tutti i costi i propri limiti, sfidando la stessa paura e cominciarla ad attaccare sul suo stesso terreno: non ho paura di te, non mi annienterai perché io, un po’ alla volta diventerò più forte di te!
Non vi nascondo che non è una strada facile ed è tutta in salita, almeno all’inizio, per riuscirvi ci possiamo servire anche di tecniche per imparare prima a contenere poi abbassare le soglie della paura. L’ipnosi,con le tecniche suggestive ed auto suggestive,può essere una risposta ma in particolare, come spesso ho consigliato, il Training Autogeno di Schultz può essere una buona tecnica per riuscire ad addestrarsi nel provare sentimenti anti-ansia e quindi anti-paura e cominciare quindi a dominare le proprie emozioni eccessive ed invalidanti.
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