Strategie efficaci contro gli attacchi di panico

Il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) è attualmente molto diffuso ed è caratterizzato da crisi d’ansia elevata che si verificano in situazioni ansiogene o anche inaspettatamente.
Tachicardia, respiro corto, tremori, sensazioni di svenimento o di irrealtà, paura di morire sono tra i sintomi più comuni ai quali si aggiungono spesso paure varie come la paura di allontanarsi, la paura dei luoghi affollati o con poche vie di uscita e non ultima la paura di avere gli attacchi. Il soggetto sviluppa una serie di “paure conscie” relative a situazioni ansiogene o agli Attacchi di Panico stessi.

Essendo un disturbo divenuto più frequente in anni recenti è probabile che ci siano fattori sociali predisponenti. Uno di essi potrebbe essere il relativo isolamento sociale che si vive nelle grandi città, dove si rinvengono molte famiglie “ nucleari”, composte cioè da genitori e figli, contrapposte a quelle “allargate” delle generazioni precedenti dove convivevano spesso anche nonni, zii, generi e nuore.

I componenti delle famiglie nucleari non sempre hanno parenti prossimi e tanto meno amici che abitino nelle vicinanze. Le distanze, il traffico rendono il sostegno sociale più precario e difficile; ciò aumenta ovviamente il senso di solitudine e facilita l’insorgere dell’ansia in situazioni percepite come pericolose. In effetti il DAP è risultato più frequente negli individui residenti in zone urbane rispetto a quelli residenti in campagna. (Rouillon 1997)

Il soggetto che si lamenta di DAP non sa di solito perché è insorta la sintomatologia. Lo psicologo tuttavia, grazie alla storia clinica, può rinvenire in genere sia l’evento o condizione scatenanti in seguito ai quali è iniziata la sintomatologia, sia eventi e situazioni nell’infanzia che fungono da fattori predisponenti.

In base alla mia esperienza clinica con soggetti adulti, l’evento o condizione scatenante, nella quasi totalità dei casi, si collega a una problematica ansiogena inconscia che sottostà e sostiene gli Attacchi di Panico. Ad esempio un evento scatenante come l’interruzione di un rapporto sentimentale può attivare una problematica ansiogena inconscia relativa a paure di non riuscire ad avere un rapporto stabile con chicchessia con paure di solitudine, di inadeguatezza ecc..

E’ tale problematica ansiogena inconscia che sostiene gli Attacchi di Panico, anche se essi si manifestano nelle occasioni più impensate e senza nesso apparente con essa.
Anche questa problematica ansiogena inconscia può essere individuata dallo psicologo con un’attenta analisi della storia clinica e dei colloqui.

La Terapia Breve Strategica ha elaborato protocolli di trattamento per gli Attacchi di Panico che fanno riscontrare una percentuale molto elevata di successi terapeutici. Inoltre la durata deltrattamento è breve: solitamente sono sufficienti dai 7 ai 12 colloqui per ottenere la risoluzione dei sintomi e del disturbo.

I protocolli della Terapia Strategica Breve utilizzano, tra l’altro, tecniche di controllo dei sintomi che prendono in considerazione quelle che abbiamo chiamato “paure conscie”.

Possono esserci tuttavia dei casi resistenti a tali tecniche standard della Terapia Strategica Breve. In tal caso ho sperimentato che è opportuno adattare la terapia e le relative tecniche facendo riferimento alla problematica psicologica ansiogena inconscia che sottostà e sostiene gli Attacchi di Panico.

Il controllo dei sintomi viene così agganciato piuttosto che alle “paure conscie”, alla “problematica ansiogena inconscia”, alle paure cioè che si situano a un livello inconscio..
In tal modo le manovre terapeutiche risultano ancora più efficaci e si riesce a controllare meglio la sintomatologia, riducendola a livelli accettabili e compatibili con una vita lavorativa e sociale soddisfacente. Tale sintomatologia è poi destinata a risolversi sempre più man mano che il tempo, la psicoterapia e altri eventi di vita conducono ad un superamento completo della problematica in questione.

I fattori predisponenti che si radicano in esperienze infantili si giovano invece spesso di sedute di Terapia della Gestalt e dell’utilizzo di tecniche di drammatizzazione proprie di questo approccio terapeutico. La Gestalt inoltre può essere utilizzata anche per risolvere problemi relazionali del presente che alimentano la sintomatologia ansiosa.

Solitamente comunque, la problematica ansiogena recente ha un ruolo di assoluta prevalenza nel determinare l’insorgere del DAP e conseguentemente il terapeuta deve concentrarsi sulla sua risoluzione e/o sull’attenuazione dell’ansia associata.

La TBS appare un approccio molto valido e veloce per curare il DAP, tanto più efficace quanto più prenda in considerazione, ove necessario, anche le problematiche ansiogene inconscie.


BIBLIOGRAFIA
- Nardone G. (1991) Suggestione, Ristrutturazione, Cambiamento. Giuffrè
- Rouillon F. (1997), “Epidemiology of Panic Disorder”. Human Psychopharmacology, 12, S7-S12

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