Gentile Silvana,
La situazione da Lei descritta coinvolge, a mio parere, due aspetti differenti.
In questo momento storico è molto frequente provare ansia relativamente alle variabili di salute, di relazione e di eventuale lutto. E' naturale e normale provare ansia in una situazione di emergenza, soprattutto laddove questo si associ a piccoli segnali fisici che sentiamo come non abituali; allo stesso modo, l'ipermonitoraggio fisico può accentuare tali stati viscerali.
Rispetto alla gestione dello status attuale, Le consiglio di leggere le linee guida del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi creato per i cittadini, che trova qui: https://www.psy.it/vademecum-psicologico-coronavirus-per-i-cittadini-perche-le-paure-possono-diventare-panico-e-come-proteggersi-con-comportamenti-adeguati-con-pensieri-corretti-e-emozioni-fondate. Esistono, inoltre, professionisti ed enti che offrono sostegno psicologico gratuito per le persone in quarantena, con sintomi o che hanno subito lutti da COVID-19. Può visitare il sito Psicologi Contro la Paura, che indica tutti i professionisti che offrono questo sostegno. Le consiglio di provare a effettuare dei colloqui di supporto in questo momento delicato.
Dall'altra parte, sembra esserci uno stato di difficoltà che si protrae da tempo (un anno) e che sicuramente viene acuito da questo momento difficile, ma che a prescindere da esso limita le Sue possibilità di muoversi nel mondo. Rispetto a questo, il consiglio è quello di valutare un percorso terapeutico (online adesso, presenziale quando possibile) con l'obiettivo di comprendere perchè i Suoi modi di essere nel mondo, in questo ultimo anno, sono caratterizzati da questo stato di allerta e agitazione.
In bocca al lupo e condoglianze per la Sua recente perdita,
cordialità