Salve. Sono una ragazza di 24 anni. Circa un anno e mezzo fa mi sono trasferita dalla Calabria al Canada, con il mio ragazzo. Sin dall’inizio la mia famiglia non ha mai accettato questa decisione. Ricordo che i primi mesi erano complicatissimi perché avrei avuto l’appoggio morale di qualcuno, ma purtroppo non è stato così. Piccola premessa: ho perso mio padre quando avevo 5 anni. Da quel momento in poi mia madre non è stata capace di prendere alcuna decisione, che riguardasse noi figli, in autonomia. Quindi mano a mano che crescevo, non avendo due figure genitoriali a cui rivolgermi, dovevo tenere in considerazione tutti gli zii. Oggi, a distanza di anni, ho compreso quanto questa disfunzione familiare mi abbia procurato traumi che ancora oggi sono irrisolti. Ho sempre guardato con invidia, concedetemi il termine, le famiglie tradizionali. L’ultimo problema è sorto da poco. Io e il mio ragazzo, con cui sto insieme da 8 anni, vorremmo andare a convivere. Ovviamente ho provato a prendere l’argomento con mia madre ma lei ha subito sviato il discorso. È qui che, come al solito sono intervenuti i miei zii, la cui opinione , a mio parere, è totalmente sbagliata. Non c’è stato nessun confronto tra persone adulte, loro non mi hanno permesso di averne uno. È stato solo un attacco continuo. In più, come se non bastasse, è stata utilizzata la tecnica del ricatto morale. Mi è stato detto “tuo padre cosa penserebbe se fosse qua?” Scrivo questo messaggio perché sono davvero disperata. Ho iniziato a riprendere delle gocce calmanti perché i miei attacchi di panico sono tornati. E io attribuisco tutto alla mia famiglia. Spero di ricevere qualche risposta. Ne sarei grata.