Salve,sono una ragazza di 26 anni.Da circa 10 anni soffro di attacchi di panico esclusivamente quando mi trovo fuori casa a pernottare, il pensiero che debba passare delle notti fuori mi terrorizza. Ho viaggiato tanto per sport pur sentendomi male, ma ho deciso di diminuire sempre di più le mie partenze, tanto da non viaggiare più. I sintomi diurni: riduzione della parlantina, agitazione, respiro affannoso, pallore, tremore, spossatezza e necessità di rientro nella propria abitazione. Tra i sintomi notturni: risveglio repentino, pallore, respiro accellerato, conati di vomito. Entrambi i casi si sono verificati all'idea di restare fuori casa per un lasso di tempo superiore alla giornata, paura di allontanarsi da casa e difficoltà nei viaggi, calo di appetito, voglia di lottare e farcela che però lasciano il passo alla sconfitta con conseguente demoralizzazione e calo di energie. Nei giorni che seguono all'attacco si avverte un sentore di spossatezza e lento recupero che di solito avviene completamente dopo 2/3 giorni dalla manifestazione dei segni e sintomi.Ho effettuato vari colloqui e sedute con psicologi ma con esito negativo. Uscire dall'ansia non significa metterla a tacere, sedarla, o calmarsi, ma imparare a non farsi più impaurire da ciò che da paura. Devo seguire una forma di psicoterapia più attiva e diretta? Vi è una terapia mirata da superare quest'incubo che mi affligge? Non ho assunto farmaci in questi anni perchè speravo di farcela con le mie forze.Vi ringrazio
Salve Luana, sembra che lei abbia una grande conoscenza del suo malessere e di tutte le forme in cui si manifesta, sia fisicamente che emotivamente. Certamente dieci anni di convivenza con questo disagio devono essere stati una dura prova da superare e, da quello che dice, sembra che a conti fatti non sia riuscita a trovare un adattamento soddisfacente che le permetta di condurre una vita serena e meno condizionata. Sono d'accordo con lei quando dice che l'ansia non ha bisogno di essere zittita, sedata perché rappresenta un segnale di qualcosa che non si manifesta direttamente, di un timore più profondo. Se la sua "voglia di lottare" la spingerà a fare un altro tentativo, resto a sua disposizione per un appuntamento in studio. Da quello che ha scritto, credo che abbia tutte le risorse necessarie per poter ambire ad una condizione di maggiore benessere.
Cordialmente,
Salve in merito alla sua richiesta, la psicoterapia, di qualunque approccio psicologico sia, se gestita da un collega competente, non ha importanza di che tipo sia, l'importante è la relazione con il terapeuta e la motivazione a cambiare. La psicoterapia è un lavoro personale, intimo, che per essere valido, il paziente deve affrontare con motivazione e partecipzione attiva. L'ansia si può gestire seguendo un percorso con disciplina e serietà e fidandosi del proprio terapeuta, per questo è importante la relazione di fiducia e di collaborazione che i instaura con lui/lei. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.
Gentile Luana,
la situazione che sta affrontando è certamente debilitante, oltre che invalidante, dato che l’ha costretta a cambiare le sue abitudine e ad abbandonare le sue passioni, come lo sport ed i viaggi. Non conosco i percorsi ed i trattamenti psicologici che ha effettuato, ma purtroppo sappia che una condizione come la sua, con cui convive da ormai parecchio tempo, necessita di un percorso adeguato e non risolvibile in alcuni incontri. L’ansia come lei scrive non va messa a tacere, bisogna darle voce, ascoltarla e comprenderla, solo così potrà affrontarla e sconfiggerla. Può uscirne certamente, ma la scelta di intraprendere questo viaggio sarà lunga e difficile e non sarà sola se decide di intraprendere una psicoterapia.
Resto a sua disposizione per ulteriori informazioni o chiarimenti.
Cordialmente.
Messina
La Dott.ssa Alice Candia Longo offre supporto psicologico anche online