Panico per musica alta nelle piazze , fiere, feste

Rosaria

Buongiorno nostro figlio ha 10 anni e da quasi 2 anni non possiamo più visitare posti dove c'è una musica alta (fiere, feste, musica dal vivo). Sembra una cosa sciocca ma non lo è in quanto se stiamo passeggiando e non sapevamo di una festa di paese o altro lui va in panico, il comportamento che utilizza è camminare aventi e indietro senza una meta precisa, chiede insistentemente di andare via, non si rende conto se intorno ci sono altre persone. Da quando è capitato più di un paio di volte noi evitiamo di andare in posti con questo tipo di confusione anche perché vediamo che ha un disagio molto evidente, ma quando capita cerchiamo di tranquillizzarlo, lo abbracciamo, mio marito lo porta un po' più distante dalla musica per farlo calmare. Non sappiamo cosa fare, se pensare che poi crescendo passerà oppure è da valutare bene con una ricerca più approfondita. Cosa ci consigliate, grazie per la vostra attenzione.

15 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile sig.ra ,

le sembrerà forse un parere banale, ma, la prima cosa da farsi è sicuramente una visita da un bravo medico specialista Otorinolaringoiatra.Penso egli potrà indicarvi tutti i possibili esami medici per comprendere se sia presente un problema legato all'udito, che possa causare questa ipersensibilità al rumore. Soltanto dopo avere escluso ogni possibile causa fisica, potreste eventualmente chiedere la consulenza di uno psicologo infantile, che attraverso qualche colloquio con vostro figlio, appuri se non si siano verificati episodi di tipo traumatico sul piano psicologico legati all'esposizione a qualche tipo di stimolo eccessivo sul piano uditivo e avere quindi causato un tale spavento, da indurre nel ragazzo i comportamenti di evitamento che tanto vi preoccupano.

Cordiali saluti

Gentile Rosaria, 

ha ragione, non è affatto una cosa sciocca, il vostro bambino manfesta un disagio che può diventare molto limitante.

E' importante capire prima di tutto quale sia l'origine di questa angoscia che si impadronisce di lui, se possono esserci state situazioni in passato che abbiano rappresentato per lui un trauma, e poi lavorare sui motivi che mantengono viva questa angoscia. Un trattamento che offre buoni risultati in situazioni simili è la tecnica EMDR, che all'interno di un rapporto psicoterapeutico consente alla mente di rielaborare eventi stressanti o traumatici ricollocando i ricordi e limitando il loro impatto emotivo. 

Se lo desidera rimango a vostra disposizione per approfondire la questione. 

Un cordiale saluto.

Buongiorno sig.ra Rosaria, credo sia importante capire cosa ci sta dietro e insieme a questo segnale. Se anche passasse crescendo, non mi pare una buona idea che il piccolo sperimenti una angoscia come quella che lei descrive.

L'ipersensibilità ai suoni, come tutti i comportamenti che possono provocare disagio o, come in questo caso, essere la risposta a un disagio che va compreso, vanno indagati.

Le consiglio di rivolgersi a un/una collega della sua città perché possa aiutarvi a capire cosa accade. Attraverso dei colloqui coi genitori e  eventualmente, col ragazzino. 

Auguri   

Buon giorno signora

Comprendo la sua preoccupazione, poichè la fragilità di vostro figlio sta influenzando le uscite,

evitando i luoghi affollati, con musica. Ipotizzo che vostro figlio soffra di ansia o forse di una fobia sociale, potrebbe essere associata ad agorafobia, che tendenzialmente procura un forte stato di disagio in questi luoghi con il bisogno di fuggire.

Le cause possono essere diverse o meglio una serie di concause es: un bisogno inespresso, una chiusura verso gli altri con fragilità relazionali, desiderio di controllo, ecc..

L'allarme che generano questi luoghi fanno stare male vostro figlio, pertanto non sono utili le forzature, ma il dialogo per comprendere bene la confusione che vive dentro. Dopo aver fatto uno schema dei luoghi che generano meno ansia a quelli che la generano di più, è utile far vedere attraverso immagini quei luoghi, poi

gradualmente organizzarsi con lui dai più piccoli a esplorarli .... andando a visitarli con l'aiuto dei genitori. Se queste strategie non lo aiutano consiglio un incontro con lo psicoterapeuta dell'infanzia. Le auguro buona giornata. Spero di esserle stata utile

Dott.ssa Carlotta Amadori

Dott.ssa Carlotta Amadori

Rimini

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Buongiorno Rosaria, 

Non è assolutamente una cosa sciocca, mi sembra molto importante e interessante da capire al più presto il motivo di questo panico.... Di sicuro vi consiglio di rivolgervi a un terapeuta Emdr per trovare l evento target da elaborare in modo che vostro figlio possa vivere con tranquillità e voi pure.

Arrivederci

 

Salve,

nei bambini, grazie al loro pensiero concreto e ad un livello inferiore di sovrastrutture mentali, può essere relativamente facile sbloccare questo tipo di fobie, purchè sia visto da uno specialista psicologo dell'età infantile e dello sviluppo che possa anche escludere quadri di disagio psicoemotivo più gravi.

In linea generale il sintomo non va considerato come un problema ma come una preziosa porta di accesso alla sua esperienza emotiva. Sarebbe importante un incontro con uno psicologo per risalire all'origine del problema, in quali circostanze si è verificato la prima volta, analizzare meglio la storia del bambino e la sua quotidianità per capire se ci sono altri elementi che, in quel periodo o in generale, potrebbero avere favorito il manifestarsi di sue paure e insicurezze. Dargli quindi l'occasione per parlare del suo mondo emotivo, dare un nome alle sensazioni e rappresentarle con disegni e storie. Potrebbe trattarsi di una paura transitoria in un dato momento di sviluppo, ma potrebbe anche essere un modo con cui lui manifesta un senso di fragilità e di tensioni interne che sta accumulando e a cui non riesce a dare un nome. In qualsiasi caso, un piccolo percorso con uno psicologo non è da stigmatizzare; non va letto da voi come un fallimento genitoriale. Può essere per lui una piacevole esperienza e per voi genitori un'occasione per conoscere meglio il mondo emotivo di vostro figlio. 

Buona fortuna

Dott.ssa Letizia Sala

Dott.ssa Letizia Sala

Monza e della Brianza

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Buongiorno, sicuramente non si tratta di una “cosa sciocca”, sia per voi che vi trovate nella condizione di gestire un’ansia improvvisa o di limitarvi nelle vostre uscite, sia soprattutto per vostro figlio che vive questo stato di panico. Sembra davvero una situazione che lo mette molto a disagio e da cui cerca di scappare. Il mio consiglio è quello di non provare a gestire tanto l’emergenza del momento, il panico che arriva, ma andare un po’ più all’origine di questo problema. Bisognerebbe capire quando è successo la prima volta? Come lo ha fatto sentire? Cosa succedeva 2 anni fa nella vostra o nella sua vita? A tutte queste domande potete provare a rispondere con lui o rivolgervi ad uno psicologo per una consulenza che vi darà maggior chiarezza su questo comportamento e questa reazione di panico. Cordiali saluti.

Buongiorno Rosaria, 

Quello che racconta riguardo a suo figlio sembra avere proprio le caratteristiche di una fobia: intensa e irrazionale angoscia di qualcosa, tentativi di allontanarsi dalla situazione, paura di potersi trovare di nuovo nella situazione ansiogena e non potersi allontanare. 

Le fobie non sono in realtà così rare nei bambini, ma creano un malessere profondo sia in loro che nelle persone che stanno con loro. È importante quindi che non sottovalutiate la questione, anche se può sembrare banale e risolvibile semplicemente evitando luoghi con musica alta. La fobia, infatti, "parla" di altro, cioè di un disagio legato all'ansia che per qualche motivo ha assunto proprio quella forma (la paura incontrollata dei luoghi con musica alta).

Per questo consiglierei a lei e a suo marito di rivolgersi a uno psicoterapeuta che si occupi di infanzia, per valutare insieme il da farsi. 

Nella speranza di esserle stata di aiuto, la invito a scrivermi tramite questo portale se avesse altre domande su cui desidera confrontarsi. 

Cordialmente 

Dott.ssa Laura Brambilla

Dott.ssa Laura Brambilla

Como

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Gentile Rosaria,

dalla sua descrizione mancano tutti i particolari che servono a capire bene come sia questo bambino nel quotidiano.

A scuola rende bene? E' spigliato coi compagni? Fa amicizia, è intraprendente? Negli sport di squadra come se la cava? Con voi è espansivo? Ha passioni particolari? Ha altre fobie?

Senza saperne di più di lui, è davvero impossibile inquadrare questo disagio. Ci mandi un quadro di lui più esaustivo.

A presto.

Buonasera Rosaria, e' opportuno far seguire il bambino da uno specialista che valuti con profondita' la situazione sia psicologica che situazionale. Gli elementi da lei descritti, suggeriscono un quadro ansiogeno che potrebbe, se non trattato adeguatamente diventare limitante per la crescita del bambino, delle sue relazioni familiari ed extrafamiliari.Bisogna comunque verificare l'inizo di questi episodi...ci sono stati avvenimenti scatenanti? Succede solo nelle situazioni da lei descritte? Solo quando e' con voi genitori? O anche a scuola, ad esempio?

Bisogna rivolgersi ad uno psicoterapeuta con tanta esperienza nell'ambito eta evolutiva.

La ringrazio per la sua domanda e resto disponibile ad ulteriori informazioni.

Cordialmente.

Gentile signora,

posto che nei bambini alcune manifestazioni di tipo fobico possono essere comuni, un disturbo che dura da due anni e con questa intensità va compreso e non deve essere sottovalutato, non tanto perché debba essere spia di qualcosa di serio, ma perché crea un grave disagio a suo figlio e a voi familiari, che benché facciate di tutto per rassicurarlo e tranquillizzarlo, non riuscite, da soli, a risolvere la situazione. In questo modo rischiate anche di rinforzare comportamenti evitanti, non andando fuori o vivendo in una sorta di allerta perenne.

I dati che abbiamo sono davvero troppo pochi per dare una risposta minimamente esauriente, non ci dice ad esempio se ne abbiate già parlato con il medico di base per fare dei controlli, ma un'indicazione che mi sento certamente di darle è di chiedere prima possibile un colloquio a un/a professionista psicoterapeuta esperto in età evolutiva che possa valutare il percorso più opportuno per il suo piccolo.

Se vuole chiarimenti ulteriori rimango a disposizione. Io ricevo in centro a Monza.

Molti auguri

Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

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Buongiorno,
da ciò che scrive sembrerebbe che suo figlio abbia sviluppato una vera e propria fobia per la musica nelle piazze. Le fobie sono molto più forti delle paure e meno governabili senza un aiuto esterno, nel momento in cui ci si trova nella situazione temuta è molto difficile controllarsi e soprattutto ascoltare persone esterne. Sarebbe opportuno andare a fondo e capire a cosa sia legata questa fobia, da cosa sia partita e aiutare suo figlio a superarla: le consigliamo di rivolgersi a uno psicologo esperto in disturbi di ansia che posso accompagnarlo lungo il percorso e aiutarlo a vivere meglio.
Cordialmente

 Flavia Ilaria Passoni

Flavia Ilaria Passoni

Monza e della Brianza

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Buongiorno Rosaria,

Leggendo la descrizione del comportamento, mi trovo d'accordo con lei nel dire che il livello di disagio presentato dal bambino è elevato e parla di un problema che deve essere sicuramente affrontato con il supporto di uno specialista.

Bisognerebbe approfondirne le cause scatenanti ed intervenire efficacemente prima che l'ansia sperimentata nei contesti che lei descrive divenga un atteggiamento generale di suo figlio che, poco alla volta, lo porti ad escludere dalla sua vita ogni tipo di situazione sociale proprio per la.paura che qualcosa di inaspettato e, per lui fastidioso, si possa verificare.

Le consiglio di contattare uno specialista per una consulenza a riguardo.

Cordialmente e a disposizione per eventuali approfondimenti.

 Arianna Sala

Arianna Sala

Milano

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Buon giorno

Gli attacchi di panico possono essere spiegati come una eccessiva risposta fisiologica a una situazione di pericolo percepita.

La valutazione del pericolo è però soggettiva e non sempre collegata all'entità del pericolo esistente, nel caso dell'AP il soggetto risponde in modo drammatico a uno stimolo generalmente neutrale o poco minaccioso. La risposta è determinata da un vissuto traumatico ( più o meno riconosciuto) che fa valutare quello stimolo come l'inizio del pericolo.

E' possibile che il figlio in passato abbia avuto degli spaventi per qualcosa di simile e che per questo si riattivino gli stati emotivi del panico.

Una Terapia di successo in tali frangenti è la terapia cognitivo comportamentale , nella mia esperienza il trattamento specifico con EMDR da dei risultati risolutivi. Se guardate nel mio sito trovate un articolo che spiega in modo più esauriente quanto detto.

 

Buonasera Rosaria mi dispiace molto per il tuo bambino, sarebbe necessario capire se sono i suoni che agitano il bambino o se è anche la confusione in generale. Potreste provare, se non lo avete ancora fatto, a portarlo ad una festa utilizzando dei tappi per le orecchie per vedere come reagisce. Potrebbe trattarsi di un'iperacusia, condizione che può migliorare con il tempo o mediante delle cure appropriate. Se invece è la confusione in generale si potrebbe parlare più di una fobia. A mio parere questo sintomo meriterebbe una ricerca più approfondita sia dal punto di vista fisico in modo da escludere una eventuale iperacusia, sia dal punto di vista psicologico anche per ricercare un eventuale trauma anche di piccola portata che potrebbe aver subito durante una situazione di quel tipo (festa con musica e confusione).

Un abbraccio

 

Dott.ssa Fiammetta Marchetti

Dott.ssa Fiammetta Marchetti

La Spezia

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