Mi chiamo Federica, ho 24 anni e sto avendo un crollo emotivo, che genera ansia e attacchi di pianto improvvisi, per la scelta del luogo dove affrontare la magistrale. A 18 anni, dopo il diploma, pensavo di intraprendere un percorso di studi, che non ho continuato poiché le possibilità economiche erano ridotte. Quindi decido di fare il primo lavoro utile per mettere qualcosa da parte per affrontare il mio percorso di studi l'anno successivo, mentre studiavo per i test d'ingresso. Un viaggio a Roma, fatto durante, mi fa capire che vorrei trovarmi a lavorare negli ambienti d'arte, e dopo aver fatto il test di ingresso in ingegneria (poi passato) decido di iscrivermi in Accademia. Nel frattempo la situazione si complica, studio e lavoro nel fine settimana, con ritmi altissimi per mantenermi anche la borsa di studio. Arriva il covid, e la situazione complicata diventa esasperante dal punto di vista economico, mi sento sempre più schiacciata dal peso di tenere ritmi di studio e arrivare a fine mese, inizio ad avere attacchi di panico, ansie, fobie, rompendo routine e riducendo la mia vita a dormire tantissimo e studiare. Inizio a stare male, ma continuo comunque a perseguire il mio obiettivo e nell'ansia più totale termino a marzo il mio percorso di studi con il massimo dei voti. Non mi sentivo appagata, come se quello che avessi raggiunto fosse effimero. Dopo una crisi del genere, inizio a lavorare al call center e un tirocinio ad un museo non retribuito e nel frattempo studio per la magistrale, in una città lontana da casa. Supero il test, ottengo la borsa di studio e l'alloggio ma mi blocco di nuovo, perché l'idea di ricominciare questo ritmo esasperante, in quanto la situazione economica è sempre complicata, e l'idea che una città abbia un tenore di vita più stressante che non conosco, mi terrorizza e indietreggiare e considerare un'università più vicina casa, dove in realtà non ho questi vantaggi economici. Paura del cambiamento, di misurarsi con una nuova realtà, insicurezza delle proprie capacità e soprattutto di fallire, perdere la borsa di studio e tornare a casa. Mi trovo in una situazione di stallo, dove non so scegliere e forse nemmeno voglio scegliere, inizio a dormire tutto il giorno e avere attacchi di panico. Arrivo a novembre senza capire cosa fare, ad un passo da scegliere di non iniziare proprio l'università. Vorrei un'opinione in merito per capire perché davanti al raggiungimento degli obiettivi che mi pongo, mi sento spesso di non meritarli, e la paura di affrontarli mi porta all'autosabotaggio, perdendo il controllo di tutto, offuscandomi dalla paura di fallire.