La depressione é una sindrome molto diffusa nel mondo, ai nostri giorni.
Il problema, a livello sociale, può contenere diverse cause: l'abbassamento, per non dire l'annullamento di ogni tipo di comunicazione - a parte quella virtuale che, in questo caso supporta pochissimo o per niente -, l'isolamento, il continuo condizionamento dei media, nonché l'intervento di Internet, che impedisce sempre più l'esplorazione dell'ambiente esterno, inducendo molte persone ad una chiusura in se stesse. Tuttavia, da un punto di vista psicologico, questo "male", definito anche "male oscuro", trova la sua matrice in una precisa elaborazione mentale, attraverso la produzione di "sentimenti negativi", che inducono ad una percezione della realtà, sempre più distorta.
Chi é depresso, é un soggetto che si sente sempre inadeguato, solo, inutile e triste. Tutti questi pensieri hanno indotto l'approccio cognitivo a comprendere come la depressione possa scaturire da ciò che un individuo immagina, pensa, sente o vede o che, possa accadere. Molti sono gli studi a riguardo, ma si avvalora che lo sviluppo di questa "sindrome" sia collegato a precise convinzioni della persona, che si agganciano al concetto di "perdita" in generale.
Questa percezione negativa di sè stessi, del mondo esterno e del futuro - sempre più scuro e privo di spiragli di luce - spinge ad un'interazione con il mondo esterno, in cui prende il sopravvento l'apatia, l'inerzia, la tristezza e tutti quegli stati di inadeguatezza che non consentono di condurre una vita quotidiana, espletando tutte le comuni attività.
Un intervento mirato é quello di addestrare il paziente a soffermarsi sui suoi pensieri, su ciò che immagina o su ciò che pensa o crede, facendogli prendere consapevolezza che é portato a pensare in modo erroneo che non é in grado di essere felice, di essere amato, di essere stimato e che, tutto ciò lo rende incapace di risolvere i propri problemi che restano, comunque, risolvibili con una visione meno negativa.
In realtà, nel soggetto depresso bisogna intervenire sui suoi pensieri automatici negativi, che sono presenti continuamente, inducendolo a cambiarli con pensieri più positivi e reali, volti a modificare il suo stato emotivo. Le sue convinzioni irrazionali, con un approccio metodologico scientifico, possono essere modificate.
Tuttavia, se l'essere umano é da considerarsi attivo e costruttivo, con un intervento "cognitivista" la modifica é possibile e laddove é molto complessa, un ausilio farmacologico si rende necessario, viste poi le ricerche di questi ultimi decenni, con farmaci sempre più mirati e poco tossici come la "paroxetina".
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento