Non è come quando l’amica del cuore ti supplica di accompagnarla ad un’uscita romantica con il ragazzo che le piace e tu ti senti di troppo (il classico “tenere il moccolo”), nemmeno come quando ti senti fuori posto e fuori luogo (un pesce fuor d’acqua). Non è tanto un sentirsi di peso ma credere di ESSERE DI PESO ad una o più persone care. Avviene quando, per un motivo particolare, la vita ad un certo punto cambia radicalmente: ci si trova costretti, piano a piano, a dire addio alla propria autonomia, a doversi dare delle limitazioni, a chiedere sempre più spesso aiuto agli altri fino a pensare di dover dipendere in tutto e per tutto da loro. E’ naturale sapere di potersi appoggiare al proprio partner in caso di necessità, o ai propri figli, magari anche agli amici più vicini ma fino ad un certo punto, nella totale libertà di scelta e nella piena consapevolezza. Quando mancano consapevolezza e soprattutto libertà di scelta le cose si fanno più complicate e a lungo andare questa situazione può pesare davvero, per chi la vive direttamente e per chi la subisce, almeno fino a che non si riesce ad instaurare un nuovo seppur precario equilibrio. Solo allora le cose sembrano prendere la giusta piega: riconosciuti e accettati i propri limiti, ci si abitua loro e si va avanti con coraggio, forza e determinazione e quando non ce la si fa più da soli ci si appoggia agli altri. Altri che amorevolmente hanno modificato la loro vita in funzione di questo nuovo equilibrio, si sono in qualche modo sacrificati, sanno che devono esserci quando si ha bisogno di loro. AMOREVOLMENTE… ad un certo punto questo termine può sfuggire, può sembrare non così “ovvio” …. ecco che allora si inizia a sentirsi di peso! “Non è giusto che per colpa mia debbano modificare la loro vita. Non possono perdere tempo prezioso per stare sempre dietro ai miei problemi. Devono vivere la loro vita, non la mia…”. Questi pensieri iniziano a riempire costantemente, martellantemente la mente fino quasi ad offuscarla, fino ad arrivare, in certi casi, ad un estremo atto d’amore che però viene dai più frainteso e considerato un vigliacco atto di egoismo: la dipartita da questa vita che non è la vita che avremmo voluto. E’ chiaro che se io amo una persona voglio il meglio per lei e farò tutto ciò che in mio potere per farla stare bene, anche se questo comportasse una notevole modificazione della mia vita. Ma se questa persona si percepisce come un peso per me, se crede che io viva nella costante preoccupazione per il suo “star bene”, che mi debba sacrificare per lei, con lo stesso amore che nutro io per lei, penserà a come evitarmi questa “sofferenza”. E sparire definitivamente, riportare “leggerezza”, pare essere la soluzione migliore, come a dire “So che tu per amor mio non avresti mai rinunciato a smettere di preoccuparti per me, allora io prendo coraggio e decido per entrambi, per amore di entrambi e faccio l’unica cosa che può realmente cambiare la situazione e che può definitivamente liberarti da questo peso!”.
Certe scelte non dovrebbero essere giudicate con leggerezza, né tanto meno condannate a priori. Portano con sé un vissuto interiore di grande sofferenza ma contemporaneamente di immenso amore e fosse anche solo per questo, possono non essere pienamente comprese ma vanno comunque rispettate.
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