Salve, mi chiamo Anna.
so che non sarà affatto semplice scrivere questa domanda, ma ho bisogno di trovare delle risposte.
Ogni volta che mi sento diversa, cerco di capirne la causa navigando su internet. In certi casi mi sono aiutata (ma non riguardo cose che implicassero la mia salute, come l'essere claustrofobica e bisessuale), ma questa volta non riesco a capire se ho davvero qualcosa che non va, o sono solo dettagli insignificanti dovuti anche solo alla mia grande timidezza.
E'difficile, per me, scrivere questa domanda, sto facendo molta fatica a cercare di scrivere tutto in modo comprensibile e spero davvero che qualcuno la legga e possa aiutarmi.
In pratica, durante l'arco delle mie giornate, alterno momenti di creatività, gioia e anche euforia a momenti di tristezza, in cui mi assalgono i pensieri negativi o in cui mi viene da piangere con, o senza un motivo. Certo, non mi capita tutti i giorni, dipende anche da quanto tempo passo da sola e quanto tempo ho per pensare nella giornata.
Così mi sono messa a cercare su internet, imbattendomi in varie malattie come il bipolarismo, ma leggendo mi sono resa conto di non essere tanto grave.
Se ho qualcosa, questo non influenza granché la mia vita, anche perché non credo che se ne sia mai accorto nessuno tranne me, anche perché non mi faccio mai vedere quando piango e non ho mai avuto crisi.
Non so neanche in che categoria inserirmi, se sono solo ipocondriaca e mi immagino di avere delle malattie mentali o se ho davvero qualcosa.
Grazie in ogni caso.
Cara Anna,
la sua è proprio l'età che va più soggetta a manifestazioni di fragilità emotive. Non si è ancora veramente grandi e non si è sicuramente però nemmeno più piccole e l'adattamento al cambiamento graduale dalla preadolescenza alla piena adolescenza può essere ed in genere è , carico di alterni stati d'animo. Vorrei utilizzare la metafora della nascita poichè ogni nuova fase della vita , comporta momenti di quiescenza (di stand -by energetico-emotivo) e momenti di agitazione, proprio come avviene in qualunque tipo di parto, solo che nel suo caso parliamo di una nuova nascita sul piano complessivamente psichico . Per uscire dalla crisalide , una farfalla , fino a poco tempo prima semplice bruco, non crede debba compiere uno sforzo che forse a tratti potrebbe risultare tanto faticoso da farle desiderare di tornare al calduccio nel proprio bozzolo? Ebbene , credo sia ciò che sta accadendo a lei che faticosamente sta cercando una sua propria strada e una più decisa identità, magari molto distante da tutto ciò che fino ad ora pensava di dovere essere o diventare in virtù di tutto ciò che gli adulti intorno si aspettavano da lei. Ecco quindi una possibile motivazione del suo alterno stato emotivo che a mio parere nulla ha di anormale.
Se non sussistono nella sua esistenza problemi più gravi, cerchi di tranquillizzarsi e con molta probabilità , gradualmente vedrà i suoi sintomi attenuarsi.
Cordiali saluti.
Gentile Anna,
avere un tono dell'umore "ballerino" e cercare su Intenet cercando di farsi una diagnosi fai da te non aiuta, anche perchè darsi eventualmente un' "etichetta", ossia la diagnosi non aiuta purtroppo a "comportarsi" ed a gestire la situazione in maniera differente.
Le consiglierei di rivolgersi ad una psicoterapeuta per avere le motivazioni del suo comportamento(perchè si comporta così), ma soprattutto un piano terapeutico per avere una serie di strategie per gestire meglio le emozioni, l'umore e vivere meglio. E' giovane, mi dispiace sentirla così sofferente, si può vivere con maggiore serenità.
Vista la sua giovane età può anche usufruire delle convenzioni della younger card che il Comune di Parma ha stipulato con alcuni di noi https://www.youngercard.it/cg/convenzione/1965/.
Buona scelta e buona continuazione.
Cari saluti.
Cara Anna,
a mio parere la condizione che descrive non è altro che il conflitto fra l’idea di “normalità” derivatale dal mondo circostante e i segnali della sua peculiare “unicità”. Non c’è dubbio che questo contrasto possa creare forme di disagio quando non siamo ancora consapevoli del nostro “diritto” ad essere noi stessi e non un tassello da collocare in una categoria preconfezionata.
Si tratta della battaglia fra dipendenza e autonomia, incoscienza e consapevolezza, mente e anima. Ma è anche l’emergere della propria “sensibilità” a fronte di un mondo invece impregnato (purtroppo) di insensibilità.
Per quanto riguarda l’alternanza degli stati d’animo, possono essere letti come il flusso del nostro peculiare rispondere ai vari istanti del mutevole scorrere della vita. In sostanza, se di problema si vuole parlare è quello di imparare a riconoscere come proprie e le caratteristiche che fanno di lei “Anna”.
Provi a cercare un canale espressivo che le permetta di scoprire e utilizzare la sua creatività, ponendosi in ascolto di sé e accogliendo le intuizioni che ne deriveranno. Dal mio particolare punto di vista potrebbe anche intraprendere un percorso psicoterapeutico/consulenziale per farsi aiutare a mettere a fuoco queste potenzialità.
Non si tratta, beninteso, di “curare” qualche malattia ma di farsi accompagnare, per un tratto di cammino, da un professionista in grado di condividere l’intento della ricerca di una nuova consapevolezza, partendo dal riconoscimento delle proprie peculiarità e sensibilità. Caratteristiche, queste ultime, che troppo spesso il pensiero collettivo ci ha insegnato, a torto, a riconoscere come difetti o inadeguatezze.