Mio caro Save,
se il mio istinto ci vede ancora bene - finora non ho avuto motivo di dubitarne ma il dubbio autocritico è sempre lecito - verrei subito al punto.
Io credo che lei percepisca molto chiaramente sia la sua situazione che il suo stato d'animo. E credo sia nel giusto quando cerca ogni modo possibile per, mi passi il termine, "accendersi", anche se senza risultato FINORA.
Ha mai visto il film "Patch Adams"? E' tratto da una storia vera, quella persona esiste, anche se nel film lei vede il caro vecchio Robin Williams. Suppongo lei lo abbia visto ma nel caso in cui non ancora, la inviterei a far caso, nelle scene iniziali, a quando il protagonista racconta di aver provato diversi lavori, diverse soluzioni per crearsi una vita, fin da giovane... Ma nessuna pareva funzionare tanto che lui si era persuaso che fosse lui stesso, non le situazioni, a non funzionare e nel suo armadietto in bagno, per pochi secondi, viene visualizzato un buon numero di farmaci antidepressivi. Classica risposta (miope) medica ad un problema (esteso) esistenziale? Possibile.
Mi viene però anche il dubbio che le famose passeggiate con sua moglie che tanto sembrano ristorarla siano però il classico contentino - non mi sto riferendo né alla sua relazione né alle passeggiate ma al suo stato d'animo, sia chiaro, non vorrei essere frainteso - una di quelle cose cioé che non producono cambiamento di per sé ma almeno non producono nemmeno ulteriore stress. Una sorta di punto "zero" tra gli estremi di -1 e +1. O se preferisce, una sorta di limbo tranquillo fra l'inferno quotidiano delle scelte e un paradiso di soddisfazione di sé che appare quantomeno difficile da immaginare oltre che raggiungere.
Perché le ho citato "Patch Adams"? Perché il nostro protagonista REALE la sua strada alla fine l'ha trovata, anche se, come dice lui stesso, nel luogo più improbabile. Siamo tutti umani, dopo tutto, no?
Continui a cercare la sua strada, e se vuole ascoltare un consiglio "razionalmente folle" (adoro questi piccoli paradossi verbali) la smetta di cercare di adattarsi a vestiti che non le stanno bene addosso. Smetta anche di investire energie in micro progetti che sembrano avere lo scopo di farle "provare" anche solo per un attimo e in modo piuttosto aleatorio, se mi permette, la sensazione di stare "creativamente" facendo qualcosa. Ecco, creatività potrebbe essere il nome della sua direzione, non strada, solo direzione, e ancora da cercare, in prospettiva.
Cerchi il "suo", quello che le sta meglio addosso, quello che la fa "sentire" meglio. Perché è possibile, attenzione dico possibile, non certo, che finora coi suoi giusti tentativi di adattarsi per trovare una sua nicchia vitale, quella che tutti cerchiamo - a partire dalla scuola, mi pare di capire, e le assicuro che le credo - lei abbia solo perso tempo. Perso tempo nei confronti di un diverso progetto di vita che finora non è ancora riuscito nemmeno a focalizzare. Tutto quello che lei riesce a capire e credo sia un sentimento legittimo, è "quello che non", mai, finora, "quello che!". Sono chiaro?
Resilienza è la capacità di adattarsi o resistere ad una situazione ma in modo misurato, focalizzato verso un obiettivo ben preciso. Implica una sorta di gestione delle risorse.
Resistenza invece è il resistere appunto ad una situazione difficile (insostenibile? Intollerabile?) per un tempo indefinito... Personalmente non la trovo una posizione molto salutare, ma questo è ovviamente solo il mio parere.
Continui a cercare. Sono sicuro che la "sua" via esiste. Deve solo trovarla. E poi percorrerla.
Ovviamente come ogni contratto che si rispetti anche un contratto esistenziale ha le proprie clausole: non le sto dicendo che sarà facile né che ci vorrà poco tempo. In più potrebbe costarle molto e non intendo in senso economico. Se ne vale la pena? Io credo che a volte nella vita ci si ritrovi con l'acqua alla gola e le uniche alternative diventano annegare o imparare a nuotare.
(molto) fiduciosamente la saluto e le auguro... buon viaggio!