Buongiorno, Ho passato i miei primi anni di Università chiusa in camera, con il computer e, quando senza, a fissare il soffito. Non mi sono fatta amici, nemmeno le mie coinquiline. Le mie amiche a casa (sono fuorisede) invece sono laureate e pure al primo anno di master. Sono allora tornata a casa dai miei genitori e i miei fratelli e sorelle, con l'intenzione di trovare lavoro e le cose andavano meglio (avevo anche smesso di pensare alla morte e cose del genere) ma basta un nonnulla perchè il mio umore salti completamente, e ogni tanto, quando salta, invece di pensare alla morte penso alla violenza. Ho confidato una volta a mia madre di aver paura a guidare perchè sento che un giorno potrei girare il volante e schiantarmi contro il muro, e la sua unica risposta è stata “E allora continua a pensarla così“, come se stessi facendo i capricci. Inoltre ho sempre avuto una grande passione per il cucito, ma ora è sparita. In famiglia ne hanno gioito poichè è sempre stata “una grande perdita di tempo“ e ora non posso nemmeno entrare in merceria senza pensare anche io che è “una grande perdita di tempo“. Le loro opinioni mi hanno sempre influenzato, ma solo ora mi ritrovo a nascondere loro i miei interesi - anche solo il mio amore er X-Factor - nella paura che mi rovinino anche quello. Ho paura a dire loro qualsiasi cosa perchè poi lo distorcerebbero. Attendo con gioia le loro vacanze fuori casa, non mi mancano nemmeno. Sono molto egoista. Mi sento spaesata, come se tutto questo non sarebbe dovuto succedere, come se fossi dovuta morire prima ma non è successo e ora non so cosa fare. Vorrei poter parlare con uno psicologo, ma non saprei secondo quale criterio cercarlo e nemmeno se è vera depressione.
Cara Teresa,
al di là della possibile diagnosi, se depressione o no, il suo è un forte disagio, che si manifesta nel rapporto con se stessa prima che nel rapporto con gli altri. La sua difficoltà a far valere il suo punto di vista e le sue passioni possono risalire molto lontano nel tempo e nella sua storia di relazione precoce con i suoi genitori. Proprio per la profondità del suo dolore e delle sue possibili cause, la sua sofferenza merita di trovare uno spazio di ascolto e un supporto più ampi di quanto non sia possibile offrirle tramite web: mi sento quindi di confermare fortemente la sua idea di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, a mio parere meglio se di orientamento psicoanalitico, da cui farsi aiutare a rafforzare le sue risorse per migliorare la qualità della sua vita. Se lo desidera e se Milano risulta per lei possibile da raggiungere, rimango a sua disposizione per poterla incontrare.
Un cordiale saluto,
Buonasera Teresa, ho letto con attenzione la sua mail e credo che lei stia attraversando un periodo grigio. Dalle sue parole deduco che ha cercato sempre di soddisfare i desideri dei suoi genitori trascurando i propri, per arrivare poi a considerarli essa stessa inutili. Ora si ritrova "nella sua stanza" a guardare i muri, poiché essendo tutto spaventoso e non sperimentato in maniera autonoma, quella stanza diventa l'unico posto sicuro.
Non so se si tratti di vera depressione, dovrei conoscerla e vederla per poter effettuare una diagnosi precisa. Quello che credo è che un aiuto di uno specialista potrebbe esserle d'aiuto per capire e non pensare più alla morte come unica soluzione.
Buon giorno . ma che importanza ha capire se si può definire depressione o altro questa sua situazione? è intanto sofferenza, malessere.E' intanto il grido di aiuto di una persona che ha provato il soistegno nella famiglia, ma invano Da quanto scritto una famiglia poco di sostegno, molto squalificante . lei crede di essere egoista? Pensare a se stesse a stare bene, è essere egoisti? e allora lo dovremmo essere tutti, ci sarebbe sicuramente meno sofferenza. I pensieri di morte hanno sicuramente un loro senso, che va ricercato , capito. Sono daccordo con lei che tutto questo non le sarebbe dovuto succedere, ma in realtà l'importanza ora è scoprire cosa non sarebbe dovuto succedere. Perchè nella sua mente c'è forte la presenza della violenza?
Sicuramente le suggerisco di andare da uno psicologo meglio psicoterapeuta per il lavoro di analisi da fare. credo che l'approccio sistemico familiare sia indicato per capire in che modo i legami familiari hanno agito in questo malessere. M;a credo che qualsiasi indirizzo di pensiero vada bene se trova la persona preparata e competente. non perda tempo, scrivendo ha già fatto un passo importante per se stessa...continui cercando il sostegno psicolterapeutico. Le auguro tutto il bene possibile
Cara Teresa,
ti sei permessa di chiedere aiuto attraverso le righe, permettendo una parte di te di esprimere un grande disagio.
Dalla tua narrazione noto una persona che ha bisogno di comprendere cosa sta succedento dentro di lei, senza aspettare ancora del tempo.Esprimi dei pensieri negativi con sensazioni intense.
Inizia un percorso con uno psicoterapeuta. Per i sintomi indicati, scegli uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale specializzato in EMDR o nella Schema therapy
Per qualsiasi informazione puoi contattarmi o scrivermi.
un saluto
Cara Teresa,
ho letto con attenzione ciò che scrivi. Mi sembra che la tua situazione sia molto particolare e andrebbe capita a fondo. Le alterazioni dell'umore, comunque, non corrispondo necessariamente a depressione. Pertanto, prima di formulare tu stessa una diagnosi credo sia opportuno che ti rivolga ad un professionista che possa aiutarti. Non esiste un criterio preciso con cui cercarlo, puoi utilizzare qualsiasi canale (da internet al medico di famiglia, ad es.). Non sei neanche obbligata a cominciare subito un percorso, puoi richiedere una consulenza e poi valutare e scegliere.
Se posso esserti ulteriormente utile, non esitare a contattarmi. Se desideri richiedermi una consulenza, io ricevo a MIlano.
In ogni caso, sono certa che troverai la tua via d'uscita!
Buongiorno Teresa,
il suo spaesamento può esere provocato da diverse cause, non si tratta esclusivamente di depressione. Quello che sembra di capire dalla sua lettera è che si sente molto confusa rispetto al suo futuro, una condizione comune a molti giovani in questo periodo storico. Inoltre, il rapporto un po' conflittuale con la sua famiglia la rende più sensibile ai suoi mutamenti di umore.
Se non ha un buon rapporto con il suo medico di base, può rivolgersi al consultorio della sua zona chiedendo un appuntamento con un professionista psicologo. Altrimenti può cercare un professionista privato tramite i soliti canali (pagine gialle, internet, sito OPL). Alcuni professionisti forniscono il primo colloquio gratuitamente. Le consiglio comunque di cercare un professionista e intraprendere un percorso di supporto.
Buone giornate,
Milano
La Dott.ssa Chiara Iacono offre supporto psicologico anche online
Gentile utente,
le cose che ci ha scritto mi sembrano di una certa consistenza e la invito perciò a non sottovalutare i suoi sintomi.
Appare piuttosto evidente la presenza di un disagio con i familiari che andrebbe valutato al fine di attenuarlo e ricostruire rapporti più validi, oltre a problemi che riguardano i suoi interessi e la sua autorealizzazione. Come vede tutti aspetti di primaria importanza della sua esistenza. La invito perciò anche io a cercare uno psicologo psicoterapeuta. Cerchi anzitutto qualcuno con cui si senta a suo agio e che sia chiaro nell'esporre i termini e la durata del trattamento. Vari indirizzi psicoterapeutici potrebbero essere adatti, personalmente trovo la Terapia della Gestalt, quando bene applicata, particolarmente efficace nel risolvere rapidamente problemi di relazione quali si evidenziano, tra l'altro, nel suo caso. Cordiali saluti
Roma
La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online
Cara Teresa,
mi spiace molto per la situazione di sofferenza e solitudine nella quale ti trovi. Convivere con tutto ciò che descrivi è molto difficile. Credo però che sia importante il primo passo che hai fatto, e cioè iniziare a raccontarti e a raccontare quello che ti si anima dentro, anche se in questo primo spazio virtuale.
Pensa alla possibilità di darti una possibilità di felicità e di comprensione di te e della tua vita. La psicoterapia è proprio questo, prendersi per mano accompagnandosi e sostenendosi. Ogni nostro disagio e sintomo hanno un senso ed un perchè. Perciò anche questa tua sofferenza e ciò che racconti hanno un significato prezioso che potrai decifrare per comprendere di più te stessa, la tua storia e ciò che vorrai per te nel tuo futuro.
Per quanto riguarda la scelta del terapeuta segui il tuo istinto e vai a pelle. Poi pian pianino, se ti troverai bene con il tuo compagno di viaggio, il resto verrà da sé.
Un grande in bocca al lupo e coraggio!
"Non è mai troppo tardi per diventare ciò che avresti potuto essere." G. Eliot
Cara Teresa,
ci sono momenti in cui si ha la netta impressione che il dolore emotivo ci accompagnerà per sempre. In realtà, anche le emozioni dolorose passano, nulla è per sempre. Inoltre il futuro è aperto, dipende molto da noi e dal fatto di volere o meno trovare un sentiero nuovo e più adeguato da percorrere.
Ora però lei è molto fragile, si faccia quindi accompagnare in questo percorso, non abbandoni il desiderio legittimo di stare meglio, di trovare un suo equilibrio, di provare anche emozioni positive, di guardarsi con benevolenza...
Gen.le Teresa,
penso che senz'altro la cosa migliore per lei sia di rivolgersi a uno psicologo/a. Il problema di trovare la persona giusta certamente esiste, ma non ci si deve scoraggiare per questo. Occorre prendere un appuntamento e provare, finchè si trova la persona giusta, la persona che ispira fiducia. Ormai è facile anche avere delle prime informazioni via internet, ma certo poi bisogna andare di persona e saggiare, diciamo così, le sensazioni che si provano: all'inizio non si può fare a meno di valutare le sensazioni 'a pelle', poi, con più colloqui, ci si rende conto subito se con quella determinata persona ci si trova a proprio agio, se viene voglia di parlare, se dopo la seduta si hanno effetti, soprattutto effetti di 'pensiero', di idee, di associazioni, di fantasie, perchè il lavoro su di sè non è altro che questo: precisamente aver voglia di parlare, liberamente, con qualcuno in cui si ha la piena fiducia, naturalmente in un luogo protetto, dal segreto professionale e, soprattutto, dall'etica del professionista in questione, etica che, a mio parere, si sente, si saggia già con pochi colloqui. E, allora coraggio, non perda tempo Teresa, la vita è una sola ed è la sua!