Che problemi ho?

Marco

Buonasera a tutti, non so se riesco più ad essere felice. Quando faccio qualcosa che mi piace "sto meglio", quando passo il tempo in compagnia di ragazze o amici "sto meglio" ma appena mi capita una giornata senza impegni......crollo!! Piango, mi sento inutile in questo mondo. Vivo da solo da 15 mesi.....prima ho praticamente sempre convissuto. Negli ultimi 25 anni sono stato single si e no 12 mesi ...divisi tra le seguenti storie, 12 anni, 3 anni, 8 anni, 1 anno terminata un mese fa. Questo per fare un quadro della situazione. Sono incapace di stare da solo? Perché sono più felice a realizzare i sogni degli altri piuttosto che i miei? Perché mi basta pochissimo per diventare triste? Ho 45 anni e non ho figli....non so nemmeno cosa voglio più dalla mia vita....sono stanco di collezionare ragazze e stanco della mia vita....e ci siamo capiti. Per farvi capire meglio sono una persona estroversa, a volte fin troppo al centro dell'attenzione, qualche anno fa sono stato vicinissimo alla morte.....e pensavo dopo questo fatto di essere diventato padrone della mia vita e della mia felicità..... mi sa che mi sono sbagliato di grosso. Piango spesso.

14 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno

Forse è arrivato il momento di fermarsi e capire come mai non riesce a stare con sé stesso e cosa c'è in quel vuoto che sembra avere il potere di sequestrarla come un buco nero quando non lo riempie di cose impegni etc. Bisogna lavorare perché quel vuoto buco nero possa finalmente diventare spazio.

Auguri

Capisco che stai attraversando un periodo difficile. Sentirsi tristi e insoddisfatti quando si è soli è normale, specialmente dopo tanti anni di convivenza. Potrebbe essere utile esplorare nuove passioni e cercare di capire cosa desideri davvero per te stesso. Parlare con uno psicologo potrebbe aiutarti a gestire queste emozioni e trovare un equilibrio. Sei coraggioso a condividere tutto questo. Come ti senti ora?

Dott.ssa Ambra Bottari

Dott.ssa Ambra Bottari

Milano

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Buongiorno Marco,

ci sono momenti in cui ci si ferma a fare un bilancio della propria vita e non ci si trova soddisfatti. Si può però cogliere l'occasione per cercare di capire cosa non va e dare una buona direzione alla propria progettualità. 

Una consulenza con un professionista può aiutarla a fare chiarezza e a ripartire con nuova energia. 

Se lo desidera rimango a sua disposizione 

Un cordiale saluto 

Drs Lucia Mantovani 

Marco, mi dispiace tanto che tu stia attraversando questo periodo difficile. Da quello che racconti, sembra che tu stia vivendo un profondo senso di vuoto, insoddisfazione e confusione riguardo al tuo scopo e alla tua felicità. Essere estroversi, circondati da persone, eppure sentirsi soli quando si è da soli, è una situazione che tante persone conoscono, ma questo non rende il tuo dolore meno reale. Dopo aver passato gran parte della tua vita in relazioni lunghe, ora il vivere da solo sembra amplificare quel senso di smarrimento. È come se la tua identità fosse sempre stata legata al ruolo che avevi nelle relazioni, piuttosto che a ciò che desideri davvero per te stesso.
Realizzare i sogni degli altri: Forse è stato un modo per sentirti utile e necessario, per riempire quel vuoto interiore. È più facile investire energie negli altri quando ci sentiamo persi su ciò che vogliamo per noi stessi. Quell'episodio vicino alla morte probabilmente ha lasciato un segno profondo. Spesso, esperienze così intense possono cambiare il modo in cui vediamo la vita, ma se non le affrontiamo pienamente, il loro peso resta lì, a lavorare dentro di noi. Piangere è un segnale importante. Non è necessariamente negativo, ma quando diventa frequente e legato a un senso di vuoto e disperazione, significa che qualcosa ha davvero bisogno di essere ascoltato. Il fatto che tu ti stia ponendo queste domande è già un segnale positivo: stai cercando risposte, stai cercando di capirti. E anche se non sembra, è un passo fondamentale verso un cambiamento. Hai mai pensato di rivolgerti a uno psicologo o un terapeuta? Potrebbe aiutarti a fare chiarezza su quello che stai provando e guidarti nel ritrovare un senso di autenticità e stabilità. La terapia non è un segno di debolezza, ma di coraggio. Vuoi che cerchiamo insieme di capire meglio cosa potresti fare per stare meglio? E magari provare qualche esercizio pratico per aiutarti a gestire questi momenti di tristezza?

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Gentilissimo sig. Marco,

ovviamente è difficile rispondere con precisione alla domanda da lei indicata nel titolo della sua mail, basandosi solo su quanto da lei descritto. Tuttavia mi permetto di condividere alcune suggestioni che le sue parole mi hanno evocato.

Dal suo racconto mi pare di veder trasparire i segni di alcuni tratti narcisistici della sua personalità, che sembra nutrirsi più delle conferme che arrivano dal prossimo (aiutare gli altri, essere al centro dell' attenzione...) che dalla consapevolezza di avere un suo "centro", una sua autenticità indipendente dai riscontri che riceve dall' esterno. In psicologia in questi casi spesso questa costruzione identitaria si definisce "falso sé", ovvero una personalità costruita più sulle aspettative altrui che sul proprio autentico sentire. Le mie ovviamente sono solo ipotesi, che andrebbero eventualmente verificate attraverso un percorso di aiuto psicologico. Ha mai fatto l' esperienza di un trattamento psicoterapeutico? Se no, è una strada che le consiglio di intraprendere, potrebbe essere un aiuto importante, in questo momento per lei così faticoso.

Con i migliori auguri 

Cordialmente 

R. Beretta 

Gent.mo, considerato il tenore delle sue parole sarebbe opportuno si rivolgesse ad uno specialista. Nell’ambito di una consultazione avrebbe modo di raccontare la sua esperienza, i suoi pensieri e sentimenti permettendole di comprendere meglio la situazione che sperimenta e valutare l’ipotesi di un eventuale lavoro psicoterapeutico che la aiuti ad esplorare i suoi vissuti. Una psicoterapia potrebbe rappresentare un itinerario personale significativo, aiutandola a trasformare la qualità della sua esperienza e a ritrovare il piacere di vivere.

Buongiorno Marco, capisco che stia vivendo un momento difficile e delicato. Sarebbe interessante poter capire cosa c’è dentro quelle lacrime. La tristezza che riferisce, così come anche il pianto, sono dei campanelli di allarme e poter comprendere cosa significa la fine della relazione per lei dal punto di vista psicologico, potrebbe aiutarla a capire i sintomi che ad oggi manifesta. L’aiuto di un professionista, potrebbe esserle utile per capire meglio chi è Marco e quale è il suo funzionamento, e come gestire la sofferenza emotiva che ad oggi riporta.

Rimango disponibile ad essere contattata,

Ricevo a Milano e online,

Dott.ssa Ilaria De Mola.

Dott.ssa Ilaria De Mola

Dott.ssa Ilaria De Mola

Milano

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Ti leggo e sento il peso di ciò che stai vivendo. È come se dentro di te ci fosse un conflitto tra ciò che mostri agli altri e ciò che senti quando sei solo. Mi sembra che tu abbia cercato di riempire il tuo tempo, di stare con le persone, di realizzare i sogni altrui, ma quando il silenzio arriva, emergono sentimenti di vuoto e tristezza.

Mi colpisce la tua consapevolezza, il modo in cui ti poni domande su di te e sulla tua vita. Non c'è nulla di sbagliato nel sentire ciò che senti, e non significa che tu sia "incapace" di stare solo, ma forse che in quella solitudine emergono parti di te che finora hai tenuto in secondo piano.

Hai attraversato molto: relazioni lunghe, una vicinanza alla morte che ti ha fatto credere di aver trovato un nuovo equilibrio... e ora ti chiedi se quel senso di controllo fosse un'illusione. È comprensibile sentire confusione, incertezza, persino stanchezza. Ma il fatto che tu stia esplorando queste domande dimostra che dentro di te c'è ancora una ricerca di senso, di autenticità.

Forse non è tanto una questione di "collezionare ragazze" o di essere sempre al centro dell'attenzione, quanto il bisogno di sentire un legame, un significato più profondo nelle tue esperienze. Ti sei mai chiesto cosa potrebbe voler esprimere quella parte di te che emerge nel silenzio? Cosa sta cercando di dirti quella tristezza?

Dott. Edoardo Ballanti

Dott. Edoardo Ballanti

Ancona

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Buongiorno,

rispondo volentieri al suo messaggio e vorrei dirle che quello che leggere le sue parole ha suscitato in me è sicuramente l'impressione di un uomo che lotta fortemente per la sua felicità e che si trova ad affrontare emozioni e sensazioni che hanno tutto il diritto di essere guardate, ascoltate, accolte, anche se possono spaventare. Marco, questo è tutto possibile in un percorso di psicoterapia, dove la gentilezza e l'esplorazione sono i capitani della nave per raggiungere il più possibile la risposta alla sua domanda iniziale, che sicuramente ha l'amaro gusto di un grande giudizio, ma che forse nasconde anche una curiosità verso se stesso. 

Le faccio il mio più grande in bocca al lupo e se vorrà contattare me o un/una mio/a collega per capire se può essere un giusto percorso per lei, le lascio la mia mail: olivagermana@gmail.com

Cordialmente

Germana Oliva

Buonasera Sig. Marco,

pone una domanda che richiede di essere approfondita in un percorso psicologico.

E' necessario accettare di avere bisogno di uno spazio, dentro e/o fuori di sè, in cui la sofferenza di cui espone chiaramente possa essere accolta. Credo che questo, possa in un secondo momento, aiutarla ad orientarsi meglio nella sua vita.

Un caro saluto,

dott.ssa Alessandra Frassi

Dott.ssa Alessandra Frassi

Dott.ssa Alessandra Frassi

Milano

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Buonasera, non è facile risponderle perché si rischierebbe di sbagliare non conoscendola.

Direi innanzitutto che sia qualcosa che si può risolvere. È importante però fare un percorso di crescita personale per arrivare alla tranquillità e serenità che desidera 

Anche avvicinarsi alla morte non è detto che sia utile a vivere la vita al meglio. Abbiamo dei bisogni e sentiamo delle mancanze.

Se avesse bisogno rimango a disposizione,

Dott.ssa Casumaro Giada 

Dott.ssa Giada Casumaro

Dott.ssa Giada Casumaro

Modena

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Buongiorno Marco mi spiace molto per la sofferenza che sta vivendo .

Dalla descrizione che fa sembrerebbe che faccia fatica a vivere a tu per tu con le sue emozioni , nella solitudine si trova in difficoltà a gestire il suo io più intimo . 

È come se nella relazione con gli altri fosse spinto a mantenere un personaggio molto eclettico che però richiede molte energie personali e che in fondo si discosta un po da quello che prova realmente , portandola poi a vivere un senso di profondo sconforto e tristezza . Questa necessità di riempire costantemente il suo tempo con persone e cose da fare le impedisce di guardarsi dentro , cosa che forse la spaventa ma che credo potrebbe essere utile iniziare a fare . 

Ha mai fatto l' esperienza di un trattamento psicoterapeutico? Se no, è una strada che le consiglio di intraprendere, potrebbe essere un aiuto importante, in questo momento per lei così faticoso.

Rimango a sua disposizione per qualsiasi chiarimento .

Cordiali saluti 

Dott.ssa Tricarico Valentina 

Dott.ssa Valentina Tricarico

Dott.ssa Valentina Tricarico

Genova

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Grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. Da quello che racconti, sembra che la solitudine ti metta di fronte a un vuoto difficile da gestire, e che il tuo benessere sia molto legato alla presenza degli altri e agli stimoli esterni. Questo non significa che tu sia “incapace” di stare da solo, ma che forse non hai ancora trovato un equilibrio tra il bisogno di connessione e quello di dare significato ai momenti di solitudine.

Piangere e sentirsi persi non è segno di debolezza, ma un campanello d’allarme che indica che qualcosa merita attenzione. Forse sarebbe utile esplorare, con l’aiuto di un professionista, cosa ti porta a sentirti così e come puoi costruire un senso di pienezza che non dipenda solo dagli altri. Hai già affrontato molto nella tua vita, e questo dimostra che hai le risorse per farlo anche ora. Non sei solo in questo.

Dott.ssa Alessia Federiconi

Dott.ssa Alessia Federiconi

Milano

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