Buongiorno Gianfranco,
comprendo la sua sofferenza, la situazione che descrive si presenta complessa, quando a causa di una malattia, le prospettive personali si riducono, spesso l'essere umano si ripiega su se stesso, cercando di limitare il dispendio energetico, poichè sofferente.
Questo processo autoconservativo ha a che fare con quella che potrei definire depressione reattiva, che mima in tutto e per tutto uno stato depressivo, da cui è difficile emanciparsi da soli, ma non impossibile.
L'analogia che faccio spesso è con chi, camminando, cadesse in una buca così profonda da non riuscire a risalire, beh si può chiedere aiuto, si deve chiedere aiuto, e tale scelta appartiene già alla volontà di risolvere il problema.
A questo punto spesso si presenta un dilemma, come? A chi affidarsi, è difficile scegliere, non si è esperti, non si conosce nessuno in particolare, però ha già dei contatti, i medici che ha conosciuto, e tutti quelli che si renderanno disponibili a risponderle.
A mio parere, e son uno specialista psicoterapeuta, le dico che un trattamento come le è stato proposto, almeno in fase iniziale, composta da un ausilio farmacoterapico a cui si possa associare un percorso psicologico psicoterapeutico, ritengo che possa essere la scelta migliore.
Neurologo Vs psichiatra, van benissimo dove il primo rispetto al secondo ha una specializzazione che abbraccia l'intero sistema nervoso, medici entrambi, e comunque nel gestire una depressione reattiva con componenti organiche, ritengo capaci a pari merito. Lo psicoterapeuta è diversa cosa poichè in questo caso servirà un intervento centrato sul problema.
Sul sito in cui ha scritto questo annuncio potrà trovare molti psicoterapeuti, scelga in base alle sue impressioni, lasci che sia il/la professionista a decidere se in grado di aiutarla.
Con l'augurio di una pronta ripresa,
la saluto cordialmente,
Dr. Cristian Sardelli