Come si trova il proprio posto nel mondo?

Virginia

salve, sono una ragazza di diciassette anni a cui è stata diagnosticata una depressione maggiore e un disturbo d’ansia generalizzata quest’anno. Scrivo perché ho bisogno di vomitare un po’ del veleno che ho accumulato in questi anni, che per me hanno riservato più cose negative che positive. Realizzo ogni giorno di aver distrutto la mia adolescenza colpevolizzandomi di aver sofferto, anche se, in fondo, la colpa non era neanche mia. Chi sceglie di deprimersi invece che essere felice è perché la tristezza non l’ha mai conosciuta. Sto andando avanti per inerzia in quest’esistenza, non trovo pace nel cercare quali possano essere le posizioni che ricoprirò nella mia vita e quale ruolo avrò, quale sarà l’influenza che il mondo avrà da me. Non voglio strutturare il mio discorso in chiave egocentrica, ma a parlare sono io, quindi mi chiedo se effettivamente potrò essere utile al mondo come vogliono farmi credere gli altri. Forse cerco un pò di affetto scrivendo questo messaggio, un “sei importante” da qualche sconosciuto per sentirmi un minimo apprezzata. Però è una domanda vera, che mi tormenta. A volte penso che se non fossi mai esistita i miei non avrebbero sofferto così tanto nel vedermi morire ogni giorno sempre di più. Voglio solo qualche certezza e un po’ di stabilità.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Virginia, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Cara Virginia,

Trovo molto toccante la tua lettera, ancor di più perché scritta da una ragazza di soli 17 anni. Ti colpevolizzi della tua sofferenza, del tuo aver "scelto" la depressione piuttosto che altri vissuti, probabilmente sei Ti sei incamminata su questa strada poiché non avevi alternative, poiché non hai avuto la possibilità di esperire ed imparare altri stati interiori. Rivolgi una grande durezza a te stessa, mentre percepisco un forte bisogno di comprensione e perdono. Vorresti essere importante per qualcuno, e amata, come probabilmente non ti sei mai sentita. Credo che in questo sia nascosto il senso dell'essere utile al mondo che ricerchi, poiché sentirsi amati e considerati restituisce un senso a ciò che non lo ha e ci permette di porci di fronte al mondo con un atteggiamento costruttivo, qualunque ruolo si riveste. Sento rabbia e tra le tue righe e ti consiglio anche per questo di intraprendere un percorso di psicoterapia, affinché tu possa essere accompagnate e sostenuta nel riconoscere la tua importanza e il tuo valore, così come sei, in qualunque momento. Ti auguro di poter trovare il posto migliore possibile in questo mondo

Un caro abbraccio e spero di esserti stata utile.

Resto a disposizione

Dottoressa Simona D'Urso

Dott.ssa Simona D'Urso

Dott.ssa Simona D'Urso

Torino

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Buongiorno Virginia.

Dalle righe sofferte che hai scritto appare un desiderio comune a tanti, ma così difficile dall'attuarsi: sentirsi amata e importante. 

Le diagnosi che sono state fatte di certo non aiutano, in quanto col passare del tempo diventiamo un "tutt'uno" con esse, facendo perdere di vista una volta di più l'aspetto più importante, cioè noi stessi.

Spesso sono le persone più sensibili a soffrire e a patire sulla propria pelle il sentimento di sentirsi accolti, in modo incondizionato e duraturo. 

I pensieri da te raccontati sono stratagemmi messi in atto dalla mente, che tenta di sopperire a questa mancanza cercando di trovare una soluzione: noi chiamiamo ansia questi stratagemmi, e depressione quando questi pensieri insistono e continuano in modo pesante nella vita di tutti i giorni.

Nessuno di noi ha la bacchetta magica, anche se vorremmo!, ma, credimi, da questi patemi si può guarire. Non parlo perché ho passato tante ore (anni...!) sui libri di studio, ma perché ho visto queste guarigioni dal vivo, dal vero.

Resisti. Che la Pasqua alle porte possa portarti "la chiave di volta", il punto di svolta per tornare nuovamente a sorridere e gioire.

BM

Dott. Bruno Marzemin

Dott. Bruno Marzemin

Padova

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