Come ricominciare a vivere ?

Elena

Salve. Mi chiamo Elena. Sette mesi fa ho scoperto la malattia oncologica. Ho fatto la chemio e un intervento chirurgico, ho lottato tanto per questa vita.. Adesso sto facendo le visite periodiche.. ma non mi sento psicologicamente per andare avanti. Ho preso tante paure e spesso mi sento depressa.. mi vengono i pensieri per il suicidio. .. non so che cosa mi sta succedendo.. Ho paura

10 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Elena, lei sta attraversando un momento molto difficile e delicato, legato ad un problema di salute serio. Se, come leggo, lei è di Milano, dovrebbe chiedere al più presto un supporto psicologico presso il centro nel quale è seguita: non gliel'hanno proposto? Non esiti a parlare apertamente col suo curante o con altro personale sanitario, sono certa che sapranno aiutarla. Molti auguri e ci riscriva se ne ha bisogno. 

Cara Elena, la malattia oncologica è un evento stressante è traumatico che comporta una serie di cambiamenti, sicuramente nel corpo, ma anche nella mente di chi si trova a dover fare i conti con la malattia.

In questi mesi ha dovuto usare parecchie risorse per far fronte all’intervento e ai trattamenti e ora, davanti a questa nuova fase, scandita dai controlli, possono emergere pensieri e paure assolutamente naturali. 

È tuttavia importante richiedere un intervento professionale per approfondire e capire meglio i pensieri di cui parla, pensieri che possono spaventare e preoccupare, ma che probabilmente possiamo considerare frutto e conseguenza della “fase di cura” in cui si trova attualmente. 

 

 

 

 

Gentile Elena,

la malattia comporta un cambiamento completo nella nostra vita e rappresenta un trauma, una ferita profonda anche a livello psicologico. Possono verificarsi modifiche nella nostra vita sociale e di relazione, possiamo rivivere ricordi dolorosi legati a malattie precedenti o di persone care. Si può percepire che ci sia qualcosa di sbagliato in noi. Comprendere le sensazioni, dare un nome alle emozioni che proviamo e arrivare al significato che per noi ha questo evento nella nostra vita è importante; conoscere e accettare le emozioni scatenate dalla esperienza che stiamo vivendo, riconoscerla come parte di sè, non come identità e avviare un processo di elaborazione: questi i passaggi per dare un senso e ricominciare a vivere, come dice Lei.

Cordiali saluti

Dott.ssa Giovanna Canziani

Dott.ssa Giovanna Canziani

Bologna

La Dott.ssa Giovanna Canziani offre supporto psicologico anche online

Buonasera Elena, io credo che non sia strano che lei si sente giù e anche che abbia brutti pensieri. La malattia oncologica mette davanti alla propria fragilità, all'impotenza, alla paura che possa tornare e tutto cambia. Poi è appena successo e anche fisicamente ci vuole un po' di tempo per riprendere al meglio le forze. Io proverei a condividere questi pensieri, magari chiedendo all'ospedale dove è in cura, in genere è previsto un aiuto psicologico. Io penso sempre che ogni dolore debba servire, debba avere un senso, e l'unico che posso dare, umanamente e professionalmente alla "morte" è quella di essere utile per una Vita più piena e ricca di senso, più vicina alle proprie aspirazioni. In fin dei conti nessuno di noi è "al sicuro", l'essere umano è fragile in quanto tale e forse l'unica cosa che possiamo fare è spendere al meglio il nostro Tempo. Le auguro il meglio, sinceramente, buona serata.
 

Buona sera Elena,

quello che sta vivendo è una condizione che spesso accompagna le persone che come lei hanno attraversato o stanno attraversando questo tipo di esperienze. Alcuni scelgono di affrontare la malattia e la terapia (intervento e terapia farmacologica) con l'aiuto dell'equipe che ha in cura il soggetto. Altri ricercano maggiormente la vicinanza dei propri cari, quando possibile, altri ancora si affidano alla preghiera. In ognuna di queste circostanze l'aiuto psicologico è possibile e indicato. La persona può scegliere di affidarsi a un terapeuta per elaborare la bad news (comunicazione della malattia, momento molto stressante), elaborare il processo di cura e farsi accompagnare per parte o per l'intero percorso psicoterapico. Solitamente si consiglia di non affrontare il tutto in solitudine, perchè questa condizione rende ancora più gravoso il carico emotivo che emerge dalla condizione di malato.

Tra i diversi approcci di presa in carico il metodo EMDR (www.emdr.it - sito dove ricercare informazioni e lista di terapeuti nella propria area di residenza) è particolarmente indicato e sembra dare risultati in minor tempo rispetto a altri approcci. Qualora la persona decidesse di cercare uno psicoterapeuta Emdr sarebbe più indicato ricercarlo tra coloro che sono Practitioner (Certificati praticanti da tempo riconosciuti). Talvolta l'ospedale offre un primo aiuto psicologico alle persone che si sottopongono all'intervento chirurgico e alle terapie (chemio o radio), ma non riescono a offrire una presa in carico prolungata.

La scelta della persona cui affidarsi non dovrebbe essere casuale ma valutata con attenzione, cercando informazioni più dettagliate possibile sul lavoro svolto dal terapeuta e le sue esperienze, oppure affidarsi a persone che vengono consigliati da altri (passaparola) e per la stessa area di competenza. E' pertanto opportuno scegliere con attenzione prendendosi il giusto tempo e chiedendo un primo colloquio di conoscenza. Cordialmente.

Dott.ssa Raffaella Canali

Dott.ssa Raffaella Canali

Monza e della Brianza

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Cara Elena, 

Non è la prima volta che un paziente che ha avuto un tumore riferisce difficoltà nel riprendere la vita in mano.

Non abbia timore a chiedere aiuto a uno psicoterapeuta per fare questo 'passaggio'.

Dopo tempo passato a occuparsi intensamente del corpo malato ora forse servirà un po' di tempo e energia per potersi occupare della fatica a vivere. 

Auguri di buona ripresa

 

Gentile Elena, una malattia oncologica è un trauma che porta con sé diverse conseguenze psicologiche, che non sempre riguardano la malattia ma possono essere relative ai diversi aspetti della vita. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per comprendere meglio quali siano i suoi pensieri, le preoccupazioni identificando le distorsioni e i circoli viziosi ed imparare a gestire le emozioni. Questi sintomi depressivi possono peggiorare, pertanto sarebbe meglio intervenire al più presto.

Cordialmente

 

Buonasera Elena

mi arriva il suo grande dolore ma anche la sua grande forza. La sua vita è indubbiamente cambiata, lei è cambiata, penso mostrando parti di sè che neanche conosceva e altre che potrebbe non sapere ancora di avere. Le consiglierei di non affrontare tutto questo da sola, ma di avere un sostegno che l’aiuti ad affrontare tutti i cambiamenti, anche corporei. 

Rimango a sua disposizione, se avesse bisogno non esiti a contattarmi.

Le mando un abbraccio 

 

Cara Elena comprendo molto bene, mi creda, quanto le sta accadendo.

La malattia oncologica è soggetta a fasi cliniche, di protocollo e di pari passo vanno anche ed inevitabilmente i correlati e le risposte emotive e psicologiche.  

Da quel poco che lei dice attraverso la sua lettera mi sembra di poter intuire che lei abbia completato il primo protocollo di cura-terapia applicato per la sua diagnosi e che ora sia nella fase di follow-up/monitoraggio.

E’ noto come nelle prime due fasi –diagnosi e trattamento- vi siano reazioni di shock ma anche una psiche che cerca di far fronte alla durezza e dolore di quanto si va prospettando.

Molto sottovalutata (soprattutto dai medici) è questa fase di ri-adattamento alla vita, dove invece paradossalmente vanno a confluire tutti gli aspetti che erano stati congelati (meccanismo di difesa molto complesso e potente) per mettersi al servizio della sopravvivenza e del “fare” per curarsi con i farmaci o la chirurgia.

La psiche rispetto al corpo ha dei tempi molto più lunghi e agisce quando il soma in qualche modo è stato portato in salvo. Ora che lei sta meglio ecco arrivare lo tsunami. Gli interventi ospedalieri si rallentano, come pure il contatto con i medici. Ci si sente di dover “ripartire” più soli, a partire anche dalle proprie forze e risorse, ma aver toccato la morte rende quasi impensabile che si possa tornare a vivere.  Si chiama Disturbo Post Traumatico da Stress quel che lei ora si trova a dover rielaborare. È un lavoro lento, lungo che la porterà a dover/poter resettare il suo psichismo, la sua identità, le sue radici. Si può fare.

Le consiglio di non essere da sola, di non affrontare il grande lavoro di rielaborazione della malattia senza un aiuto psicologico. Ormai nelle strutture oncologiche è quasi sempre presente la figura dello psiconcologo o di gruppi di auto-mutuo aiuto o anche nella sua città potrebbe trovare queste risorse. Non sia sola a dover fare tutto questo impegnativo lavoro. Anche perché la parola cancro non fa più rima necessariamente con fallimento delle cure ed esiti nefasti. Anzi! Molte prognosi possono andare nella direzione della guarigione, della stabilizzazione da monitorare, della cronicità…

Perciò non solo è necessario ma può valer la pena investire sugli aspetti psicologici di resilienza. Sono ormai tantissime le evidenze scientifiche tra cure oncologiche e correlati psicologici.  

A differenza di molti psicologi che non parlano della loro vita privata (esattamente come facevo io prima della mia malattia oncologica) ora sono in grado di poter usare questa esperienza come risorsa personale e professionale. Posso rispecchiarmi avendo la giusta distanza per ascoltare e soprattutto entrare in contatto empatico con le persone ammalate di cancro e i loro care-givers.  

È anche per questo che riesco a leggere come una reazione normale e fisiologica la sua fase depressiva, di idee suicidarie, di paure e di caos emotivo.  Occorre lavorare. Col lavoro può giungere un cambiamento adattativo.

Buon percorso Elena!

Dott.ssa Marilena Pisciella

Dott.ssa Marilena Pisciella

Como

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Carissima Elena,

la malattia oncologica improvvisa e inaspettata ti ha creato uno stato di sofferenza non solo fisica ma psicologica. Per vincere ogni malattia occorre trovare la serenità e la forza per poterla affrontare con coraggio.Non ti chiudere in te stessa, non vivere la tua sofferenza prigioniera delle tue paure, convinta di non potercela fare. Lotta per la vita apprezzando tutto ciò che hai, senza aver paura di poterla perdere. La vita è una sola per tutti e merita di essere vissuta e condivisa. Buon tutto!

Cordiali saluti

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

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