Buongiorno Fabrizio, ha dato un titolo forte alla sua lettera.
Con l’affermazione “mi hanno distrutto” lei vuole descrivere uno stato di profonda devastazione interna dovuta ad altri. Nello stesso tempo, con tale affermazione, trasmette l’idea che lei sia una persona priva di difese e quindi incapace di proteggersi. È veramente così? Tenga presente che noi non vi conosciamo e le vostre parole sono l’unico strumento che abbiamo per comprendere la vostra richiesta e dunque offrirvi indicazioni o riflessioni che siano di vostra utilità.
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RIFLESSIONI
Fabrizio, immagino che a questo stato di malessere interno (così come lei lo ha espresso) non sia arrivato da un giorno all’altro. Sicuramente lei avrà sperimentato più volte, nella sua vita, lo stato di frustrazione. Come ha cercato di far fronte alle situazioni critiche che ha incontrato? Quali comportamenti ha assunto per contrastare le difficoltà? Rifletta bene su queste domande.
Riguardo alla fiducia negli altri, essa non è una condizione che vive a prescindere. La fiducia è un atteggiamento che si assume dopo aver fatto una valutazione positiva sulle circostanze, sui fatti e sulle relazioni. Se gli altri “hanno approfittato di lei” (come lei afferma) molto probabilmente ciò sarà accaduto per due possibili ragioni: o perché lei non ha fatto nulla per tutelarsi, vale a dire si è reso conto di ciò che non le andava bene ma ha preferito “chiudere gli occhi” e rimanere in situazioni a lei scomode piuttosto che assumere atteggiamenti più faticosi ma costruttivi per lei, oppure lei ha assunto una posizione ingenua sulla realtà (mi riferisco all’ingenuità tipica dei bambini che non sono in grado di discernere, di analizzare e di valutare le situazioni). Ha senso per lei quello che ho scritto fin qui?
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Le dico queste cose, Fabrizio, perché questo vissuto negativo riguardo alle sue esperienze con gli altri diventi occasione per riflettere su come lei ha contribuito a crearlo, dentro e fuori di sé, con i suoi atteggiamenti.
Rispetto a questa esperienza negativa (che ora comprensibilmente la fa molto soffrire) lei adesso può scegliere la posizione da assumere: o farla diventare motivo di una sua disperazione/rabbia generalizzata verso il mondo esterno, oppure al contrario farla diventare la sua grande occasione per uscire dalla zona di ingenuità e/o dalla zona della paura del confronto con le situazioni difficili.
Lei ha la possibilità, grazie alla sofferenza che la sta attraversando, di iniziare a porsi delle domande diverse su di sé, ad esempio: come ho contribuito io a quello che mi è accaduto? Quali sono i comportamenti che ho messo in atto e che hanno fatto sì che io sia rimasto insoddisfatto dalle relazioni con l’ambiente?
SUGGERIMENTI
Dunque, Fabrizio, l’analisi critica dei suoi comportamenti e la consapevolezza delle sue emozioni (che esprime oppure inibisce) le potranno consentire di sviluppare uno spirito critico e genuino su ogni dimensione della sua sfera personale (lavorativa, sociale, affettiva) e, nel tempo, mettere in atto comportamenti che le permettano di costruire con l’ambiente rapporti gratificanti, produttivi e sicuramente anche gioiose, che ora non ha.
Intraprendendo un percorso di psicoterapia lei potrà “ricominciare la sua ricostruzione”. Nello spazio terapeutico, infatti, lei potrà affrontare in modo adeguato le sue difficoltà e scoprire le risorse personali più costruttive, più adatte a sé e al suo benessere nella relazione con l’esterno.
Fabrizio, abbia fiducia nel lavoro che può fare su di sé.
Le auguro il meglio.
Cordiali saluti