Crisi di pianto

Salve Erica,

certamente la situazione lavorativa pesa molto sul suo umore e certamente è stata anche sfortunata. E’ buona abitudine però chiedersi sempre quale è la nostra responsabilità in una certa situazione. In altri termini, cosa ho fatto o non ho fatto per trovarmi in quella determinata situazione? Magari può scoprire cosa cambiare nel suo comportamento lavorativo e trovare il modo di migliorarsi. Non so a Lei ma a me crea molta più ansia pensare che tutto quello che accade dipende da cause esterne e non da me, piuttosto che riflettere sulle mie responsabilità e sul modo di agire per modificare la situazione. Pensare questo mi fa sentire “potente” piuttosto che “impotente”. Riguardo la sua amica è normale provare un po’ di invidia ma cerchi poi di trasformare questa emozione in energia per reagire.

Le auguro un sincero in bocca al lupo.

Erica salve i disturbi che l'ipertiroidismo determina è bene li chiarisca con il medico che la segue, in modo che lei sappia bene cosa comportano e come può affrontarli da un punto di vista medico dato che ancora, da quello che scrive, non ha una terapia che funziona. Lei sembra una persona molto determinata, tutto ciò che ha affrontato fin'ora i vari trasferimenti, gli stage e i vari lavori, li ha fatti al fine di raggiungere una stabilità lavorativa-economica. Continui a guardare a questo traguardo. Non esiste una gara senza fatica, la fatica è necessaria per arrivare al traguardo. La perdita di sua nonna è avvenuta subito dopo la perdita del lavoro in cui aveva investito tante energie e forse riposto ampie aspettative. Due lutti importanti che deve affrontare ed elaborare. Infatti la stabilità lavorativa della sua amica oltre a condividerla le crea anche rabbia. Emozione che forse ne sottende un altra che non riesce a viversi. Le crisi di pianto sono legittime e contestuali a quello che sta vivendo. Se più in la ne sente il bisogno può rivolgersi ad uno psicoterapeuta della sua zona per una consultazione, al fine di farsi sostenere se lo reputa utile e di aiuto.

Le auguro tante buone e belle cose.

Gentile Erica, sicuramente il problema fisico è peggiorato dalla difficoltà psicologica che vive. Mi sono già occupato di casi simili al suo, il miglioramento dell'umore comporta una stabilizzazione dei valori fisiologici. 

Lei porta diverse questioni importanti riguardanti, in primis, la sua realizzazione sul piano personale e professionale e la fatica di una separazione da casa accentuata dalle questioni lavorative.

Meriterebbe di approfondire la dinamica che la riguarda per vedere il modo in cui la implica e la possibile direzione di cambiamento.

Si rivolga a un terapeuta per comprendere tali questioni, le dico per esperienza che è fondamentale il modo in cui si guarda alle cose per iniziare a cambiarle.

Rimango a disposizione e la saluto cordialmente.

Erica buona sera! Capisco molto bene la sofferenza legata all'essere precaria. Credo sia stato un periodo troppo denso di cambiamenti e continui riadattamenti ad indurre un lieve calo del tono dell'umore.

La tiroide ha influenza sull'umore sicuramente e va trattata dallo specialista endocrinologo.

Consiglierei di affiancare un sostegno psicologico ed eventualmente una consulenza psichiatrica. Magari un blando antidepressivo unito ad una psicoterapia di sostegno potrebbero indurre una remissione dei sintomi tendenzialmente depressivi, al momento, a mio avviso troppi evidenti.

In bocca al lupo!

Cara Erica, prima di tutto vorrei dirti che probabilmente la tua tiroide soffre del tuo stato d'animo, non il contrario.  Leggendoti non ho potuto fare a meno di chiedermi da quanto tempo "ti spacchi la schiena" per gli altri e non per te. Dalla tua parte hai una buona consapevolezza delle cose belle che fanno parte della tua vita (fidanzato, famiglia, amici) e questo è sicuramente un ottimo punto di partenza. La mia ipotesi è che l'ultima questione lavorativa sia uno degli aspetti che ti hanno portato a stare così, ma sicuramente vanno considerate più cose. Ci sono aspetti che sono a noi consapevoli (nel tuo caso il lavoro) e aspetti invece inconsapevoli che si dovrebbe avere il coraggio di esplorare e tradurre e che inevitabilmente giocano sul nostro equilibrio e sul nostro stato d'animo. Da quanto tempo "Erica" funziona così? Da quanto tempo Erica si consuma per gli altri, per il lavoro, trascurando la sua vita personale e il suo piacere? Da quanto tempo per "Erica" sono più importanti i riconoscimenti esterni, piuttosto che i suoi propri riconoscimenti? 

Può essere che un buon percorso di psicoterapia, non dico risolva, ma perlomeno possa contenere gli sbalzi tiroidei di cui parli, che incidono per forza di cose sul tuo equilibrio complessivo.

Vedo che la tua domanda risale a Novembre 2017, quindi spero tu abbia trovato risposte, o perlomeno tu abbia iniziato a cercarle con coraggio e determinazione, che credo non ti manchino.

In bocca al lupo....