Ciao a tutti, sono Fabio ed ho 22 anni. Da qualche anno a questa parte soffro di depressione e cali di autostima assurda. sono iscritto alla facolta di ingegneria da 3 anni ma ho dato pochi esami... non ho piu voglia di studiare (anche se l'indirizzo che ho preso mi piace). Non riesco piu a riattivarmi, a studiare, e a vivere una vita normale. Quando mi metto in testa di iniziare sul serio incomincio a farlo, duro una settimana, e poi mi ritrovo mesi dopo senza aver fatto niente. Alcune volte ho pensato al suicidio ma l'idea è svanita quasi sul momento, non ho uno psicologo perche l'affrontare cio deve venire da me , continuo a darmi forza quasi inutilmente ed in fine vengo trascinato via da questa strada buia. Ho molti problemi di autostima, e arrivando all'universita sono solo peggiorati. Non so piu cosa fare, ho un male dentro tipo una gabbia al petto e molte volte il respiro corto come quasi fossi in imprigionato dentro questo circolo vizioso...
Salve Fabio,
dalle sue parole si comprende molto bene che la situazione che sta vivendo compromette sia la sua vita sociale sia quella lavorativa/universitaria. Per poter avere un quadro più chiaro di tutta la situazione sarebbe opportuno avere maggiori informazione come per esempio sapere da quando ha riscontrato queste difficoltà, come ha provato ad affrontarle, come si sono modificate nel tempo ecc.
E' di notevole importanza che lei abbia scritto della sua difficoltà a professionisti per avere un aiuto; la sua situazione richiede necessariamente un percorso con uno psicologo: con lui potrà indagare le cause di questa difficoltà e insieme potrete prefissare gli obiettivi del trattamento.
Immagino che rivolgersi a un psicologo per lei sia un notevole impegno faticoso dato che scrive che il professionista dovrebbe venire a casa sua; nel momento in cui contatterà lo psicologo deciderà insieme a lui la modalità dell'intervento.
Mi auguro vivamente che lei decida al più presto di intraprendere un percorso psicologico perchè le difficoltà da lei lamentate non sono da sottovalutare e anche se dice che ha pensato al suicidio e che l'idea è svanita quasi sul momento questo è un indicatore fondamentale di malessere che dovrebbe spingerla al più presto a chiedere aiuto.
Intraprendendo il percorso psicologico, di cui lei necessita, sarà possibile per lei riprendere le sue attività di studio e migliorare la sua vita sociale e relazionale così che lei possa vivere la sua vita appieno.
Per qualsiasi informazione, chiarificazione, consulto resto a sua completa disposizione. Se vuole può anche contattarmi telefonicamente.
Buongiorno Fabio,
mi colpisce molto nella sua descrizione la frase "non ho uno psicologo perchè l'affrontare ciò deve venire da me". Mi sembra di capire che la sua difficoltà permane ormai da qualche anno e, dalle sue parole, si capisce che lei ha già fatto molti sforzi per risolvere la situazione e tornare a stare bene, ma questo non sembra aver prodotto miglioramenti significativi.
Spesso le persone ritengono di dover risolvere i propri problemi in maniera autonoma e, anche quando risulta evidente che non riescono a venirne a capo, continuano a fare tentativi e a ritenere di non dover chiedere aiuto (a volte rivolgersi a uno psicologo è addirittura considerato dalla persona un segno di debolezza). In realtà, quando ci si trova ad affrontare una difficoltà come la sua da soli si è portati a riprodurre sempre gli stessi comportamenti, a ragionare in termini di sforzo da produrre (se mi sforzo di più, otterrò un risultato maggiore), senza considerare che, se un comportamento-soluzione non funziona, non è aumentandone la frequenza o l’intensità che si otterrà un miglioramento. E' quello che lei chiama "circolo vizioso": ci si trova a ripetere lo stesso comportamento all'infinito.
Molto spesso un confronto esterno permette di prendere in considerazione nuove soluzioni e di capire come le difficoltà si sono originate. Il consiglio è quindi quello di affidarsi a un professionista, considerando che lo psicologo non si sostituisce mai ai pazienti fornendo delle soluzioni dall'esterno, ma che ha invece il compito di aiutare le persone a trovare in se stesse le risorse necessarie per produrre un cambiamento. La risposta al problema verrà comunque da lei.
Spero che questa riflessione possa esserle utile. Cordiali saluti.
Gentile Fabio, la depressione, che sembra essere il sentimento che attualmente Lei sta vivendo, può essere la “sana” elaborazione di una crisi legata ai cambiamenti che sta vivendo, ma può anche essere l'inizio di una involuzione data dal non trovare saldi punti di riferimento. L'insicurezza e la mancanza di autostima può generare sentimenti distruttivi verso gli altri e verso se stessi. Il vero problema diventa, quindi, l'atteggiamento che assumiamo di fronte ai cambiamenti della vita; saper cogliere anche da un periodo di crisi energie e capacità potenziali che a volte si pensa di non possedere. Spesso non è possibile farlo da soli ma occorre l'aiuto di uno specialista che possa offrirle uno spazio competente in cui riconoscere le sue risorse e far leva verso un cambiamento che generi sviluppo.
Teniamoci in contatto
Gentile Fabio,
la parola che ha utilizzato, circolo vizioso, mi sembra molto calzante rispetto a ciò che racconta: l'autostima infatti è influenzata dalle esperienze che viviamo e dalle rappresentazioni che ci costruiamo e allo stesso tempo, essa stessa influenza i nostri comportamenti, la nostra capacità di scegliere e di agire. Ma i circoli viziosi si possono rompere, ovvero è possibile attivare un processo di cambiamento. Da quello che racconta più volte ha provato a "riattivarsi", come dice lei, ma ogni tentativo sembra essere poi fallimentare. Che cos'è che la porta poi a scemare la motivazione? Riguardo al fatto di non essersi rivolti ad uno psicologo perchè "l'affrontare il problema deve partire da lei", non pensi che le due cose non vadano di pari passo, anzi sono imprescindibili. La motivazione al cambiamento è fondamentale nel richiedere una consulenza psicologica, e soprattutto lo psicologo la supporterà nel promuovere quelle risorse che sono proprie della persona, e non certo soluzioni preconfezionate. Per queste ragioni la invito a valutare l'opportunità di richiedere un consulto psicologico. Se studia a Roma, la stessa università offre gratuitamente agli studenti un servizio di counseling psicologico a cui è possibile rivolgersi. Se invece preferisce un professionista privato, può contattarmi senza problemi tramite il modulo contatti di questo portale. Io ricevo a Roma e, siccome il mio studio si trova situato in un quartiere in cui vivono moltissimi studenti universitari, ho deciso di applicare delle tariffe agevolate proprio in favore di questi ultimi.
Cari saluti.
Gentile Fabio,
che succedeva qualche anno fa? A occhio e croce mi pare di capire che forse ha iniziato l’Università.
Ha anche cambiato città?
Da quanto scrive sembra che sia completamente dominato dal senso del dovere e da un idea ben precisa di come dovrebbero funzionare le cose. Questo modello ideale è fonte di tanta sofferenza nel continuo gioco di pensare a come dovrebbe essere, come dovrebbe comportarsi, i risultati da raggiungere e la realtà delle cose. I modelli ideali interiorizzati sono quasi sempre irrealistici e fonte di infelicità proprio per questa loro caratteristica.
Anche sulla possibilità di farsi aiutare interviene un modello di comportamento che ostacola la possibilità di stare meglio (“non ho uno psicologo perché l’affrontare ciò deve venire da me”). Eppure queste imposizioni e i vari DEVO per fortuna presentano delle falle, perché altrimenti non avrebbe scritto al portale.
Spero riesca a comprendere che farsi aiutare, saper chiedere aiuto rappresenta un punto di forza e non di debolezza. Tutta la sua vita ruota su falsi miti di efficienza e perfezione, sul dovere e sullo sforzarsi. Ciò purtroppo non l’aiuterà a stare meglio ma temo costituisca un motivo di blocco.
Le assicuro che la sua vita potrebbe essere molto più leggera e supererebbe la depressione nel momento in cui non si sentirà costretto a un continuo confronto tra il suo Io ideale (irrealistico) e il suo Io reale, nel momento in cui non sia costretto a subire continue delusioni rispetto l’immagine di sé.
Mi contatti se vuole
Un saluto
Caro Fabio,
mi sembri imprigionato nella tua gabbia di difficoltà e di paura, paura di essere, di esistere e di chissà cos'altro. Hai un solo modo per uscirne, rimboccarti le maniche e piano piano affrontare la tua depressione e la tua bassa autostima; certo che deve venire da te, ma farlo insieme ad un altro non significa che quest'altro lo farà per te, ma insieme a te. Ed ho la sensazione che per fare questo grande percorso di crescita l'unico modo o almeno quello più efficace sia intraprendere un percorso di psicoterapia, dove al centro ci sei tu, con i tuoi tempi, con la tua esperienza, le tue emozioni, le tue difficoltà, puoi farcela!
Se vuoi contattami.
A presto
Ciao Fabio!
Da qualche anno lamenti depressione e cali di autostima che definisce come una gabbia nel petto, con il respiro corto e quasi imprigionato in un circolo vizioso. Devo dirti che la descrizione del tuo malessere è molto chiara e dalla quale emerge tutta la tua sofferenza che arriva a picchi in cui pensi anche a farla finita. Perchè dovresti? Leggendo le tue parole, anche se da qualche anno, mi sembra un momento di crisi che potremmo definire anche fisiologico considerata la tua età e il fatto che hai intrapreso un percorso di studi che, si ti piace, ma che diciamo non è dei più semplici. A questo punto ti chiedo se interrompere gli studi ti potrebbe fare star meglio oppure no. Ti chiedo anche quanto potrai resistere così impantanato in un vortice dal quale difficilmente riuscirai a uscire da solo. Ti consiglio vivamente di contattare un consultorio di zona e farti una chiacchierata con uno psicologo e se sarà necessario anche con uno psichiatra per un percorso parallelo. Fallo e non vergognarti anche se questo potrebbe andare a intaccare ancor più la tua autostima. Sappi che pur essendo una psicologa, oltre che una psicoterapeuta in formazione, ho sofferto anch'io del tuo male e non me ne vergogno, anzi riconosco e ti confermo la potenza della mente. Le risorse sono in noi, ma non siamo ancora pronti a riconoscerle e a utilizzarle. Vai!
Salve Fabio.
Dice che vuole risolvere da solo il groviglio in cui si trova, ma si sta rendendo conto che non ci riesce. Questa è già una forma di suicidio, mi spiego. Avere un problema che tormenta e stare a "guardarlo" pensando che magicamente possa passare, significa rimanere in quello stato di limbo che aumenta il tormento.
La vita ci riserva tante esperienze e vissuti e ci sono anche quelle che non vorremmo mai provare: in questa fase della sua vita sta succedendo qualcosa che sfugge alla sua comprensione e la confusione non l'aiuta a venirne fuori.
Le faccio questo esempio: se ho bisogno di ristrutturare casa, a chi è logico che io mi rivolga? Non essendo un architetto o un muratore, necessariamento dovrò rivolgermi a un professionista nel settore, e se faccio da sola, probabilmente farò molti danni. Ci rifletta.
La saluto cordialmente.