Gentile signora,
la conclusione di un percorso terapeutico (psicoanalitico o meno) è sempre un momento molto importante per le persone coinvolte, terapeuta e paziente. Come in qualunque altra relazione vi è un “inizio”, un “percorso” ed una “fine”. La differenza è che mai come in questa circostanza possiamo (o dovremmo essere aiutati a) vivere consapevolmente questi stadi dell’esistenza.
La sua perplessità nel riprendere con la sua “vecchia” terapeuta lascia, però, perplesso anche me, francamente. Non perché non sia opportuno “ritornare” ma, al contrario, perché mi pare (ed è mia opinione personale) importante il “senso” che diamo al nostro concludere il rapporto psicoterapeutico ma, soprattutto, alla libertà di poterlo “riattivare” se ne sentiamo la necessità. La paura irrisolta della “dipendenza”, nel paziente come nel terapeuta, in alcuni casi può complicare molto le cose.
Non a caso lei accenna ad un possibile motivo del suo stato attuale di disagio (non avere una nuova relazione affettiva. Ma è questa l'unica modalità nella quale può immaginarsi felice?) e anche ad un “sospeso” non meglio chiarito con l’ex marito (è solo lui che è innamorato di lei? E lei cosa prova?)
Separarsi non vuol dire non rivedersi mai più e tantomeno, in una relazione affettiva, non potersi ritrovare in altri modi e ad un altro livello. Se non consideriamo questa possibilità forse stiamo facendo scelte obbligate (quelle che crediamo siano “giuste”) piuttosto che ascoltare la nostra anima.
Ho il dubbio che questa sua incertezza sul tornare dall’analista con cui ha già lavorato possa avere a che fare con il timore di “dover” proseguire nel tracciato indicato dalla terapia piuttosto che rivalutare, liberamente, nell’oggi, le proprie necessità e propensioni affettive. Se fosse questo il suo dubbio forse le converrà rivolgersi ad un altro professionista.
Se, invece, non ritiene d’avere remore nel riaffrontare vecchie tematiche, magari pur contraddicendo scelte prese in passato, durante il suo percorso psicanalitico, allora non dovrebbe avere problemi a rivolgersi alla sua “vecchia” terapeuta per un confronto anche solo occasionale o per un breve periodo o, comunque, a carattere consulenziale.