Fratello con depressione

Simone

Buonasera a tutti, mi chiamo Simone e sono uno studente di 24 anni. Da diversi anni i rapporti con mio fratello sono venuti meno, questo per diverse ragioni. Mio fratello soffre di depressione da oramai 10 anni, non ha mai avuto intenzione di curarsi ne tanto meno affrontare il suo problema. Se si parla di psicologi si innervosisce e smette di parlare. Oramai da diversi anni, da quando me ne sono andato all'università, abbiamo completamente smesso di parlarci se non fugaci chiacchierate di 1 minuto massimo in cui non c'era dialogo ma solo un mio monologo. Questo è sicuramente una mia colpa: ho sempre sofferto per la condizione di mio fratello ma non sono mai stato in grado di aiutarlo ne tantomeno accettarlo. Quindi non mi sono mai impegnato, neanche nel fargli una telefonata ogni tanto, perché il solo pensiero di dover fare quella semplice telefonata mi distrugge. Ho iniziato, da chissà quanto ormai, ad evitare tutto questo, occupandomi solo ed esclusivamente di me stesso. Ad oggi però, sono in procinto di tornare a casa, avendo concluso l'università, e mi rendo conto di non voler affrontare di nuovo questa situazione e di non aver fatto assolutamente nulla per aiutare mio fratello in una fase molto dura della sua vita e ciò mi fa sentire molto in colpa. I miei genitori purtroppo non sono neanche loro d'aiuto e non hanno mai affrontato la situazione. Fino ad ora sono scappato, adesso che non ho più la possibilità di scappare, vorrei veramente cercare di mettere a posto le cose ma non mi sento di disporre degli strumenti opportuni. Come posso aiutare un ragazzo depresso? Come posso essere un fratello migliore, dopo anni di mancanza totale, affettiva e fisica?

3 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Simone, 

essere familiari di persone che soffrono di disturbi psicologici è un compito impegnativo. Dal suo racconto sembra che lei si senta manchevole nei confronti di una relazione importante, di fratellanza, che vorrebbe coltivare ma che non sa come affrontare. Sembra che questa situazione generi in lei dei sentimenti di inadeguatezza e il desiderio di " essere un fratello migliore". Credo che il momento del rientro in famiglia possa portare turbamento negli equilibri, più o meno precari, che si possono trovare quando si esce dalla casa della famiglia di origine. Potrebbe essere utile capire cosa significa, per lei, essere un fratello migliore oltre a costruire degli strumenti che possano aiutarla nella relazione con suo fratello. Le suggerirei un percorso di sostegno e consulenza per approfondire questi due aspetti.

Cordialmente

Dott.ssa Sara Marcheschi

Dott.ssa Sara Marcheschi

Dott.ssa Sara Marcheschi

Pisa

La Dott.ssa Sara Marcheschi offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Simone,

perché non dire direttamente a suo fratello quello che prova? Perché non raccontare a suo fratello del disagio che lei avverte quando entra in contatto con lui?  Aprirsi a lui è una possibilità importante per aprire una strada ad un dialogo onesto con suo fratello.

Come ha intuìto da se’, lei non può né risolvere i problemi di suo fratello né  può mettersi al suo posto per togliergli i dispiaceri (anche qualora lei lo volesse). Può invece esprimergli i suoi sentimenti di dispiacere nel vederlo come lo vede  e “sollevare” un problema: la relazione che intercorre tra voi che a lei fa soffrire e la fa scappare dal cercarlo.

Cordialità

Salve Simone,

leggendo le sue righe salta inevitabilmente all’occhio il suo comprensibile senso di responsabilità per la situazione di suo fratello così come il senso di colpa per le difese che ha avuto necessità di utilizzare. Mi sento di dirle per prima cosa di perdonarsi: quando ha deciso di studiare fuori probabilmente ha avuto l’avallo dei suoi genitori e si è fatto carico di essere il figlio che li realizza a fronte dell’altro che soffre. Probabilmente anche lei sta pagando o ha pagato il suo scotto personale, anche se questo è inevitabilmente ricaduto nella relazione con suo fratello.

Ora che sta per tornare a casa mi permetto di suggerirle di allargare il suo campo visivo e soprattutto ridistribuire le responsabilità, ciò che lei ha fatto e sta facendo è assolutamente normale nel processo di crescita e affermazione personale, non deve sentirsi sbagliato per questo, semmai può stimolare una riflessione dei suoi genitori e di suo fratello sulla possibilità di intraprendere un cammino che abbia questo obiettivo anche per lui. Non mi sentirei di escludere del tutto che in qualche maniera suo fratello pensi di dover proteggere i suoi da qualcosa stando lì con la sua depressione, magari potrebbero insieme cercare di capirlo o escludere questa possibilità.

Un caro saluto

Dott.ssa Michela Querci

Dott.ssa Michela Querci

Pistoia

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