Ho 46 anni e non ho autostima, sono uscita da comunita' per un uomo che adesso e' a casa mia, vivo in piccola mansarda sopra i miei genitori. dopo aver lasciato il mio ex ragazzo dall'ultimo dell'anno con varie colluttazioni, mi sono resa conto che ho traumi di solitudine, in comunita' non c'è stata una guida e adesso pensavo fosse questa persona pregiudicata ma buona, invece non mi e' da stampella, penso che piu' vado avanti e peggio sara' per me, ho paura tanta paura mi vengono fobie, non ho voglia di fare niente, frequento il cps di cesano maderno diurno non è cambiato nulla, ho bisogno di rassicurazioni, nessuno dei due lavora. cosa posso fare adesso. avere una persona a casa sempre, convivenza non e' bello. non si lavora, io ho trovato un lavoretto di pomeriggio come call center ma ho paura di tutto e sono stanca di lottare e sempre da sola. le ho provate tutte a proposito la mia diagnosi e' la seguente bipolare, affettivo bipolare, personalita' dipendente anche multipla, depressione, ansia, panico. grazie attendo risposta.
Salve dal suo racconto lei non è sola, ha un compagno, dei genitori, una comunità dove è seguita, le consiglio di valorizzare quanto di positivo c'è nella sua vita e le persone che le vogliono bene. Forse a lei sembra che la sua situazione non cambia perchè come ha scritto ha bisogno di rassicurazioni continue, ma le cose cambiano, ha scritto che lavoro non c'è e poi che lavora in un call center, quindi qualcosa è cambiato! Se lei frequenta il cps, continui a farlo i risultati sono lenti, ma duraturi. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.
Aldilà della diagnosi che ha riportato, mi chiederei cosa adesso non vuole più per se. leggendo quel che ha scritto ho pensato a lei come in un bosco pieno di nebbia dove non si vede nulla, dove la strada da percorrere sembra essere lontana. Se riuscisse a fare un po d ordine tra ciò che vuole ancora per se e cosa invece proprio non le serve più, probabilmente riuscirebbe a trovare una nuova strada da percorrere. Questo non è così facile come non lo è poi percorrere la strada verso un maggiore benessere perché le vecchie abitudini, i vecchi affetti, per quanto dannosi sono gli unici che lei probabilmente conosce e ci si è affezionati, e abbandonarli non è semplice. Ogni volta che le tornerà un dubbio mi chiederei: mi serve? A cosa mi serve? e cercherei di sostituirli con altro, una modalità nuova, che per il solo fatto d essere nuova potrebbe insospettirla e farle credere, prima ancora di intraprenderla, che non andrà bene, e invece già cambiare una vecchia strada per una nuova potrebbe anche solo questo produrre un fruttuoso cambiamento. Al massimo può restare dov'è ora......