La vita mi sta uccidendo

Cara Micaela, mentre leggevo la sua lettera pensavo che avesse almeno 40 anni, mi sono stupita quando ho letto che ha solo 22 anni. Cosa la trattiene dal cercarsi un lavoro qualsiasi e andar via dall'"inferno"? In un altro posto, dove vi siano pure dei consultori familiari a cui rivolgersi per imparare a superare il vuoto.

Perchè rimane in una convivenza così umiliante? Perchè rimane in una vita così brutta?

Avanti, qualunque alternativa è meglio del vuoto. Specialmente quando si ha la consapevolezza di avere avuto il dono di una buona intelligenza.

In bocca al lupo

Cara Micaela,

la tua situazione che descrivi è veramente commovente, complicata e dolorosa ed è proprio difficile dirti qualcosa che possa servirti. Ci provo lo stesso proponendoti qualche riflessione.
Ci dici che l’ambiente e le relazioni che hai vissuto e che stai vivendo ti impediscano di guardare alla vita e al futuro con speranza, come ci si potrebbe aspettare da una ragazza giovane e intelligente come te: non c’è qualche possibilità che tu ti possa allontanare da questa trappola che ti imprigiona? Non conosci proprio nessuno che possa aiutarti a “scappare”: un amico, un parente, un conoscente che vive in un luogo che offra qualche possibilità in più, dove ci siano fabbriche, turismo, commercio o qualsiasi altra attività produttiva? Dove la vita gira, un qualche lavoro si trova sempre, magari, per incominciare, come cameriera o come donna delle pulizie in qualche albergo, ma poi puoi cercarti qualcosa di meglio. E se non hai amici o conoscenze, ci sono le realtà associative che ruotano intorno al mondo sia cattolico che laico, come ad esempio Telefono Rosa, che potrebbero essere in grado di offrirti una via di fuga al circolo vizioso che imprigiona la tua vita e la tua giovinezza.
E poi, appena puoi, cercati un bravo psicologo, più bravo di quello che purtroppo hai conosciuto, e ce ne sono tanti: chi fa questo mestiere in modo serio e professionale sa come aiutare le persone che stanno male come te. E se i tuoi mezzi non te lo permettono puoi rivolgerti alle realtà associative che ti ho citato prima, che spesso sanno dove indirizzare chi è in difficoltà economiche.
Un affettuoso saluto

Gentile Micaela,

purtroppo quando si nasce e si vive in un contesto familiare sfavorevole e/o problematico non mancano ripercussioni negative sullo sviluppo della propria personalità.

Così è capitato anche a lei che poi non ha saputo intravedere con anticipo "l'aguzzino" nell'uomo "meraviglioso" con cui ha scelto di andare a convivere.

Peraltro, le difficoltà che ha elencato (non ha famiglia, non ha la patente, vive in un paesino etc.) non sono condizioni che la obbligano senza scampo a rimanere con l'uomo che considera un aguzzino e se pensa di ricevere ordini come una schiava per la pulizia della casa ove convive, forse sarebbe preferibile fare la collaboratrice domestica altrove essendo retribuita e non considerata schiava.

Se poi veramente non ha nessuno al mondo che la può aiutare, può sempre provare a chiedere un sussidio ai Servizi Sociali del suo Comune di residenza.

E' comunque strano che, da aguzzino, il suo compagno in passato l'abbia obbligata a frequentare psicoterapeuti inutili e controproducenti che la giudicavano e insultavano.

E' altrettanto strano che lei si ritenga particolarmente intelligente, matura, colta, pragmatica e non usi queste doti per cercare di risollevarsi bensì per fare pensieri negativi e addirittura di suicidio.

Anche se le risulta vacuo, il consiglio è ancora quello di riprendere un percorso di psicoterapia magari presso un terapeuta che non la giudichi e non la insulti.

Cordiali saluti.

Salve Micaela,

leggendo le sue parole si percepisce benissimo la sofferenza, quanto gli eventi negativi della sua vita stanno gravando su di lei... ha ragione "porta l'inferno inciso sulla pelle", non sembra avere nessuno dalla sua parte, nessuno che la conforti e che la aiuti.. ha ragione a sentirsi triste e depressa, ne ha tutti i motivi.. credo che in tutto questo ci sia una anche parte di lei che vuole comunque lottare, che la porta a scrivere qui, a mandare una richiesta di aiuto; direi che quella parte non sembra pronta ad arrendersi, e che contattando quella parte potrebbe provare a chiedere un nuovo aiuto a uno specialista, uno serio e scelto da lei, non da altri, che possa aiutarla davvero, che lavorando insieme, costruendo una relazione di fiducia e sostegno, la aiuti ad uscire da questa sofferenza.. sembra che non abbia nulla da perdere, ma io credo che non sia così, credo possa valere la pena vedere come va, se con questa occasione riesce a vedere un futuro diverso, solo per lei stessa, lasciandosi alle spalle tutto quello che ha vissuto finora, è giovane e non se lo merita... dice "faccio di tutto affinchè questo possa cambiare, non amo stare con le mani in mano, tutt'altro"..che ne dice di usare queste energie solo per lei? che ne dice di riprovarci? io la darei una possibilità a quella sua parte..

con il migliore augurio che le possa fare per lei e la sua vita, la saluto

Buongiorno Micaela,
non dev’essere stato per nulla facile per lei affrontare queste difficoltà.
Dalle sue parole si evince come in tutte le relazioni della sua vita (a partire da quella coi suoi genitori) lei sia sentita non rispettata, senza che mai ci fosse stata una reale attenzione verso i suoi bisogni.
Lei si definisce come una donna con “un’intelligenza fuori dal comune” perciò penso che possa provare a cercare delle risorse dentro di lei in modo da poter rendere le sue relazioni più “simmetriche” e quindi non più così sbilanciate verso i soli bisogni dell’altro.
Mi permetto di aggiungere anche che se nel suo percorso ha avuto a che fare con psicoterapeuti che la “giudicavano” e “insultavano” probabilmente è stata solo molto sfortunata, e un bravo collega potrebbe certamente modificare quest’idea che purtroppo le sue esperienze l’hanno probabilmente portata ad avere.
Distinti saluti