Mi sento sopraffatta

sara

Salve, da diverso tempo soffro di un senso di sopraffazione che non mi lascia vivere. Circa un anno fa, dopo la laurea triennale mi sono trasferita all'estero. Lo scopo era completare gli studi qui ma, a causa di diverse complicazioni, non ho fatto domanda ed ora mi ritrovo con due anni di ritardo e se tutto va bene inizierò l'università nel 2021. Premetto che ho iniziato la triennale a 24 anni e mi sono laureata a 27. Quando sono arrivata qui avevo ad aspettarmi il mio ragazzo e mia sorella, quindi per comodità, per un periodo abbiamo vissuto tutti insieme, come risultato mia sorella e il mio ragazzo hanno litigato. Io e lui conviviamo ma questo rapporto si sta logorando sempre più: non abbiamo quasi più una vita sessuale e lui dice che sono io ad adagiarmi, che se lui ci prova ma sono io il problema. Io sono sopraffatta. Lavoro da casa per un callcenter e questo mi fa sentire molto frustrata a causa del fatto che mi sembra di sprecare tempo ma con la crisi del corona lavoro non se ne trova. Lui dice che non devo lamentarmi e che la mia depressione mi farà perdere tutto quello che ho di contorno, che la colpa è mia, che se qualcosa non va devo essere io a reagire perché nessuno può farlo per me. Certe volte mi domando se non sia stato un errore venire qui, forse dovevo restare in Italia. Ho paura di affrontare la vita e mi spaventa tutto in questo momento. La cosa che mi fa più fame è che non mi sento capita, non mi sento apprezzata e sento che questa non è la vita che voglio. Al contempo, ho paura di perdere quello che ho e quindi sono incapace di muovermi. Vorrei solo scappare ma questo non migliorerebbe le cose. Vorrei avere un sostegno o la forza perché mi sento completamente sola.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Sara,

dal suo scritto si evince importante tristezza e forse anche confusione verso se stessa e l’esterno, gli altri.

Non si giudichi così in negativo, è un altro aspetto che emerge dalla sua richiesta. Lei quando ha preso la decisione di trasferirsi avrà avuto delle motivazioni personali (giuste o sbagliate, non è questo il luogo per stabilirlo la cosa importante è che se lei ha preso questa decisione un motivo ce lo aveva). Cosa la ha spinta? Se, invece, fosse stata paura o aspetti negativi, può capitare e comunque non se ne deve fare una colpa. Può succedere che all’inizio una scelta sembri la migliore per la felicità o il proprio futuro e poi non si riveli tale. La cosa più importante è che lei, ora, si stia facendo delle domande e stia cercando una soluzione per la sua sofferenza.

Qual è stata la causa del litigio tra sua sorella e il ragazzo? Lei ha ripreso i rapporti con lei o siete “arrabbiate” a causa di questo avvenimento?

La vita sessuale racconta, inoltre, che non è idilliaca. E’ un problema anche per lei o solo per il ragazzo? Lei nota cambiamento tra adesso e i primi mesi di fidanzamento? Cosa l’ha attratta di questo ragazzo? Cosa è cambiato, ora, se c’è qualche cambiamento nella coppia? Lei come si trova in coppia? La vita sessuale lei come la vive? Cosa ne pensa dell’affermazione del suo ragazzo?

Come vive la solitudine? Sa stare sola o è una cosa che le crea disagio?

Cerchi di pensare a cosa la renderebbe più felice, ad aprirsi (se già non lo fate) col suo ragazzo, parlando e discutendo dei vostri punti di vista e dei vostri bisogno.

Le consiglio di richiedere una consulenza psicologica per risolvere e trovare risposta ad alcune sue domande o una psicoterapia per conoscere meglio se stessa, i suoi punti di debolezza ma anche di forza, sono certa che ne avrà tanti solo che talvolta restano in secondo piano e si fatica a vederli o riconoscerli.

Rimango disponibile se volesse rispondere in privato alle domande poste, per poterle dare maggiori rimandi o per qualsiasi ulteriore informazione o richiesta.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Studi su Torino, provincia e online

Dott.ssa Federica Ciocca

Dott.ssa Federica Ciocca

Torino

La Dott.ssa Federica Ciocca offre supporto psicologico anche online

Gentile Sara,

è proprio questo che capita quando le persone si sentono sopraffatte dalla tristezza e dall'insoddisfazione... È come se "aprissero gli occhi" e si rendessero conto che la vita che desideravano non si realizzerà mai... 

Però non è così. In realtà, le cose (esterne) come anche i sentimenti interni a sé non sono statici, ma cambiano continuamente.

Lo scoglio più grosso è riprendere le proprie forze per "vedere", consapevolizzandolo, ciò che sta accadendo.

A mio avviso, un percorso psicoterapeutico le sarebbe molto d'aiuto. 

Di seguito provo a darle alcuni suggerimenti (forse) utili nell'immediato:

  • Se le piace leggere può cercare dei libri, ad esempio di poesie "vive" (conosce Rupi Kaur o Chandra Livia Candiani?), oppure qualche autobiografia di persone che hanno trovato le proprie risorse per cambiare la loro vita (mi viene in mente un libro di Vegetti Finzi "una bambina senza stella"... ma ce ne sono molte!).
  • Se invece ha un'attitudine creativa, potrebbe utilizzare un canale, a lei congeniale, attraverso il quale riattivare le sue energie e far fluire all'esterno ciò che la tormenta... ad esempio il disegno, la pittura, la scrittura creativa, la recitazione, la danza, ecc. (lo stesso tormento, l'angoscia o la tristezza sono energie psichiche!).
  • Infine, cerchi attivamente il contatto con la natura e, possibilmente, esca a passeggiare almeno una volta al giorno.

Le auguro di cuore di stare bene presto. 

Se ha necessità, mi contatti senza esitare. 

Cordiali saluti,

Dott.ssa Verusca Giuntini