Momento difficile

Elisa

Gentili psicologi,
Vi ringrazio dell attenzione, sono una mamma di due bambini e uno in pancia in arrivo, viviamo in Uk da quasi due anni, vi scrivo, e per me è insolito farlo, a causa di mio marito, è da un po’ di tempo che soffre di depressione con attacchi di ansia acuta, le origini di questo suo problema sono molto profonde e partano dalla famiglia di origine, ho sempre visto latenti questi sintomi, ma in qualche modo i suoi lati positivi gli avevano in qualche modo tenuti nascosti, i problemi sono iniziati da quando sono arrivati i bambini, e poi sono peggiorati da quando ci siamo trasferiti qui, poi la gravidanza in attesa, adesso non lo riconosco più, sembra che a volte l'ansia prende il sopravvento, mettendo in ombra il pensiero logico, è un padre meraviglioso e molto premuroso, ma non è felice, non riesce più a controllare l'ansia, tanto che una spremuta rovesciata al mattino da mio figlio ha fatto scattare una scenata da farlo piangere o sbagliare L uscita in autostrada L ha fatto inchiodare in mezzo alla corsia e fare retromarcia con noi in macchina, tra L altro molto pericoloso, lui dice che sta bene, ma non ha più unghie, e spesso si sveglia con le occhiaie, non lo so, io sono in attesa, e siamo soli qui, per me è molto difficile riuscire a gestire la situazione non so che fare, la mia amica che fa il mio stesso lavoro, terapista sul autismo per i bambini piccoli, mi ha detto che è in forte depressione, lui però sente la sua famiglia come unico punto saldo e controllabile della sua vita, ho paura a dirgli che vorrei separarmi per un po perché si deve curare, sono davvero disperata perché voglio aiutarlo ma voglio anche salvaguardare la serenità dei miei figli, solo a dire queste cose mi vengono gli occhi lucidi, forse saranno gli ormoni non so però è una situazione un po’ complicata che prevedevo ma non avrei mai pensato potesse accadere così, per ora i miei bimbi non sanno nulla ma Filippo ha quasi sette anni e da un po’ di tempo è triste non tanto ma ha lo sguardo un po’ mogio, che devo fare per fare datemi un consiglio, non voglio sbagliare ma davvero non so come gestire la situazione. Grazie per il vostro lavoro.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Elisa, 

probabilmente ciò che descrive riguardo suo marito si è acutizzato con il trasferimento in un altro stato, perchè ha perso i punti di riferimento importanti. Sarebbe il caso che, se lui dice di stare bene, si rivolgesse lei ad uno specialista. 

Buona giornata.

Dott.ssa Anna Maria Rita Masin

Dott.ssa Anna Maria Rita Masin

Roma

La Dott.ssa Anna Maria Rita Masin offre supporto psicologico anche online

Gentile Elisa,

è probabile che i molti cambiamenti vissuti dalla vostra famiglia (nascita dei bambini, trasferimento in un Paese straniero) abbiano reso più acuto il malessere di suo marito. Ciò che mi sento di consigliarle è di chiedere un sostegno psicologico per sè, visto anche il suo stato di gravidanza che sarebbe opportuno vivesse con maggior serenità, magari con uno psicoterapeuta che contempli la possibilità di coinvolgere anche suo marito in una terapia di coppia che vi aiuti a comprendere se e come questo momento difficile può essere affrontato insieme o, qualora ci fosse la necessità di una separazione, a gestirla nel modo migliore anche, e soprattutto, nell'interesse dei vostri bambini.

Spero di esserle stata di aiuto.

Un caro saluto e i miei auguri per la sua prossima maternità.

Dott.ssa Monia Biondi

Dott.ssa Monia Biondi

Ravenna

La Dott.ssa Monia Biondi offre supporto psicologico anche online

Gentile Elisa, quando i problemi riguardano altri da noi non è mai facile. Sicuramente suo marito ha bisogno di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e potrebbe avere bisogno, in un primo momento, anche, ma non solo, di un piccolo supporto farmacologico. E' molto difficile convincere gli altri di avere bisogno di aiuto se non se ne rendono conto o non accettano di avere dei problemi. L' unico consiglio che posso darle è di provare a rivolgersi lei ad un terapeuta intanto per sostegno, considerando che lei è in attesa, ha due bambini piccoli da sostenere e una situazione difficile con suo marito. Dopo qualche incontro potrebbe coinvolgere anche suo marito con lo scopo di offrire un supporto alla sua terapia. Essendo coinvolto ma indirettamente, verrebbe all' incontro per farle un favore e quindi con minori barriere difensive. Trovandosi di fronte al terapeuta potrebbe aprirsi(non forzato) e potrebbe rendersi conto che parlare con un professionista potrebbe alleviare le sue ansie.

Spero di esserle stata di aiuto

Cari Saluti