Salve, sono una ragazza di 23 anni e da 5 anni soffro di depressione. Inizialmente sono andata da una psicologa e sono stata un po' meglio ma non bene. Così ho iniziato a prendere l'entact ma stavo sempre male. Sono poi andata da uno psichiatra per 3 mesi e prendevo il cipralex, stavo abbastanza bene e ho smesso. Ora sono passati circa 10 mesi e sto nuovamente male e sono arrivata al punto di pensare che non ci sia più niente da fare. Vorrei stare sempre a letto e mi fatica fare tutto. Come mai passato un periodo di tempo dalla sospensione di uno psicofarmaco torno a star male? Non so cosa fare, dovrei andare in terapia? Se si non so proprio da chi andare e questo mi blocca anche ho paura che nessuna possa aiutarmi e che io sia destinata a questa esistenza.....grazie.
Stefania, se rilegge le righe che ha scritto si renderà conto che ha già delle risposte alle sue domande. Andava da una psicologa, stava "un po' meglio", ma ha smesso, non dice perchè. Prendeva farmaci che la facevano stare "abbastanza bene", poi ha smesso, perchè? Si chieda cosa cerca veramente, si faccia aiutare a capire le ragioni del suo malessere, mettendo in conto che il lavoro più grosso e impegnativo lo dovrà fare lei, in questi casi non ci sono soluzioni preconfezionate o valide per tutti. Alcune volte bisogna accontentarsi di stare "un po' meglio", per poter poi, con il tempo, arrivare non senza fatica, a stare bene. Auguri
Cara Stefania, purtroppo cessare una farmacoterapia, cioè smettere di prendere psicofarmaci, spesso causa una ricaduta sintomatologica, ovvero si torna a star male. Questo è dovuto a vari motivi che non starò ad elencarle, sostanzialmente da quel poco che scrive le dico che ha cessato troppo presto l'uso di farmaci. Non basta stare bene per un po', è necessario fare in modo che lo stato di benessere perduri nel tempo abbastanza a lungo. Lo stesso vale per la psicologa da cui è stata. Purtroppo un periodo breve a volte non basta a raggiungere il benessere. Legittimamente molte persone vanno dallo psicologo convinte che in poche sedute si risolva tutto ma non è così. Ci sono dei percorsi che necessitano di tempi fisiologici per dare dei risultati, un percorso graduale che porta a stare meglio. Prenda in considerazione che per raggiungere uno stato di buona salute probabilmente dovrà decidersi ad affrontare un percorso di cura che potrebbe durare anche qualche anno. Avere paura, temere che non vi siano speranza, è piuttosto naturale, poichè non siamo abituati ad affrontare certe problematiche, l'idea comune è che certe cose sono tipiche dei matti, che non ne possiamo più uscire e che il futuro sia nero. Provi a rivolgersi a qualcuno, si affidi, e vedrà che nel suo futuro esistono molti altri colori che oggi non vede. In bocca al lupo
Gentile Stefania, capisco la sua sofferenza. Le sue domande rispetto agli psicofarmaci sono legittime. Il fatto è che i farmaci sono sintomatici, ciò significa che non curano le cause, ma tamponano i sintomi. Questo non significa che non siano necessari in alcuni casi. E forse nel suo caso lo sono stati davvero, le hanno infatti permesso di ritornare a stare bene almeno per un po'. Ma, come le dicevo prima, non agiscono sull'origine del malessere psicologico ed emotivo, quindi alla loro sospensione, è possibile che il disagio si ripresenti. Il bisogno che sente di una psicoterapia è quindi assolutamente legittimo e comprensibile, e dimostra anche da parte sua la volontà di affrontare la sua situazione in profondità, cercando di individuare cosa la fa stare male, e perchè, imparando anche a gestire in un modo nuovo la sua vita. In certi casi, infatti, l'integrazione della psicoterapia con la terapia farmacologica risulta il miglior trattamento per le sindromi depressive. Per quanto riguarda la scelta del terapeuta, è importante fare alcuni colloqui con una persona per "sentire" come si lavora insieme, in modo da scegliere il terapeuta con cui si avverte una buona affinità relazionale, perchè questo è fondamentale nel rapporto psicoterapeutico. Io ricevo a Firenze e Prato e, nel caso decidesse di intraprendere un percorso di terapia, le do la mia disponibilità a contattarmi. Augurandole di trovare la sua strada, la saluto cordialmente,
Firenze
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Buon giorno Stefania, dalla tua descrizione dici di soffrire di depressione e che in passato sei già stata sia da una psicologa e da uno psichiatra; se nel tuo caso si tratta di una depressione grave, sicuramente è importante l'uso di un farmaco ma anche un sostegno di tipo psicologico in abbinamento, ci vorrà un po' tempo e questo dipenderà anche molto dal tipo di percorso che farai e dalla tua costanza nel seguirlo, piano piano ti renderai conto che incomincerai a stare meglio, l'importante è non interrompere la cura che stai seguendo perchè anche un farmaco non va assolutamente interrotto improvvisamente ma scalato piano piano nelle dosi; ti chiedo Stefania, di aver fiducia e di non preoccuparti perchè riuscirai a farti aiutare dipenderà molto anche da te sopratutto, sai ora ti sembra di non trovare una via d'uscita ma credimi la tua esistenza migliorerà sempre più e non farti più venire in mente il fatto che non ci sia più "nulla da fare"... questo non è assolutamente vero... la causa della tua depressione si può andare a capirla con l'aiuto e il sostegno di un professionista che ti tende la mano e ti aiuta a farti ritrovare la luce e il piacere della vita ..un lavoro da svolgere insieme in una relazione empatica per scoprire che cosa è successo circa 5 anni fa quando avevi 18 anni....poter rivivere l'emozione profonda e finora inconscia potrebbe liberare l'energia che ti rende paralizzata e ti toglie la voglia di essere attiva vitale e felice di questa esistenza... ti auguro tanto benessere e tanta felicità .. Un caro saluto
Gentile Stefania, mi sembra di capire che sia il lavoro con la psicologa che la terapia con lo psichiatra siano stati interrotti. Sia nel caso in cui si decida di intraprendere un percorso di psicoterapia che una cura farmacologica è molto importante non interromperli prima della conclusione. Il primo tipo di percorso può essere talvolta anche lungo e richiede una motivazione personale e una fiducia forte nel terapeuta: se mancano questi due elementi il processo non funziona, perciò è molto importante fare almeno un colloquio con più di uno psicoterapeuta per poterlo scegliere, proprio perchè, a parità di competenze, uno stesso professionista può andar bene ad uno e non ad un altro cliente. Inoltre talvolta si verifica quella che si chiama "la fuga nella guarigione", cioè l'interruzione dovuta ad miglioramento solo parziale. Per quanto riguarda la cura farmacologica, anch'essa non deve essere interrotta prima che gli effetti del miglioramento non abbiano innescato un cambiamento anche comportamentale che abbia prodotto cambiamenti nella vita, i quali possano innescare quel circolo virtuoso che consente di ritrovare le conferme e i rinforzi per andare avanti senza il sostegno del farmaco. Altrimenti è come smettere di allattare un bambino che non è ancora pronto per essere svezzato. Cordiali saluti
Gentile Stefania, la depressione non è una "malattia", ma espressione di un profondo disagio psicologico che, se non affrontato con adeguati strumenti, può cronicizzarsi e rendere difficile, se non a volte impossibile, vivere. Da quanto lei racconta, sembra che la sua depressione abbia un'origine adolescenziale, età, questa, in cui spesso i cambiamenti fisici e psichici sono tali da necessitare di continui adattamenti che non sempre si è in grado di sostenere. Inoltre il mondo esterno, quello degli adulti, sembra chiedere altre forme di adattamento, la scuola o il lavoro, che non sempre siamo pronti ad affrontare. Così non riuscendo a trovare " la rotta", ci si ferma e si mettono in atto strategie di "surplace". Un po' come quando si mette in "folle" l'auto in attesa di decidere quale marcia inserire. Se non so qual è il tipo di strada che intendo intraprendere, non posso inserire una marcia a caso, perchè non è adatta. Questo è ciò che sembra lei abbia fatto fino ad ora, cercando soluzioni diverse e incostanti, con continue ricadute, come fossero stampelle momentanee, tolte le quali, si è ritrovata di nuovo incapace a camminare da sola. Il mio consiglio è quello che lei, sostenuta in primo luogo dalla sua famiglia, si rivolga con fiducia ad uno psicoterapeuta esperto che l'aiuti a comprendere il significato della sua depressione e a farle ritrovare " la giusta rotta" della sua vita. Auguri e cordiali saluti.