Gentile Serena,
la sua richiesta mi ha da subito colpito, soprattutto perchè giunge da una persona così giovane. Vorrei innanzitutto chiarire un punto; una cosa sono le emozioni e una cosa gli affetti. Le emozioni rappresentano un meccanismo fisiologico indispensabile alla nostra sopravvivenza in quanto ci consentono di far fronte alle diverse stimolazioni che l'ambiente ci proprone. In ogni attimo della nostra vita ci troviamo sempre situati in un preciso stato emotivo che predisponde la nostra mente ed il nostro corpo a gestire al meglio quel determinato momento. Proprio perchè si tratta di meccanismi adattivi, le emozioni non vanno mai classificate in termini di valore (positive e negative), in quanto, di fatto, la cosa avrebbe poco senso. La paura, così come la rabbia e la tristezza, ad esempio, sono indispensabili al nostro vivere quotidiano e non potremmo farne a meno; semmai quello che può essere negativo è il modo in cui le esterniamo oppure se decidiamo di tenerle dentro. Questo si ricollega al secondo punto: l'affettività. Intendiamo in questo caso la capacità, dopo averle riconosciute, di saper mostrare le emozioni che si provano. Qui rispondo alla sua domanda: si, si può essere anaffettivi, nel senso però non di non provare emozioni (perchè quello come le dicevo prima prescinde da noi ed è assolutamente naturale), ma di non essere in grado di esternarle. La domanda ora è capire il perchè ciò avviene, soprattutto se, come lei afferma, non è certo cresciuta in un clima anaffettivo. Sicuramente una risposta la si potrebbe trovare in quel senso di vuoto di cui lei parla, che, a mio avviso, non dobbiamo confondere con un vuoto affettivo (cioè incapacità di provare qualcosa), ma bensì come un vuoto di significato, quacosa che non si coglie, ma che è certamente presente e vuole emergere, altrimenti forse lei non avrebbe scritto questo messaggio. Come lei può immaginare, però, si tratta di un lavoro che deve essere approfondito in una sede diversa. Pertanto resto a sua disposizione per qualunque ulteriore chiarimento o, qualora, lo voglia, per incontrarci privatamente. La saluto cordialmente e spero di esserle stato d'aiuto.