Cara Monica,
la depressione è un disturbo che ha la caratteristica di influenzare e “contagiare” anche le persone che vivono con chi ne è afflitto, per questo si sente anche lei pervasa da pensieri depressivi e auto-svalutanti.
Forse le può essere utile saperne di più su questo fenomeno.
La depressione consiste in una flessione marcata del tono dell’umore per la maggior parte della giornata, per un periodo che può andare da un minimo di due settimane a molti mesi, talvolta anni. Nella crisi possono presentarsi alcuni, o tutti, fra i seguenti sintomi: forte calo di interesse o piacere per molte o tutte le attività consuete; perdita o aumento dell’appetito e del peso; disturbi del sonno; agitazione o rallentamento psicomotorio; facilità a stancarsi; sensi di colpa inappropriati; ridotta capacità di attenzione; a volte, pensieri ricorrenti di morte.
Può essere di tipo monopolare, in cui l’umore è persistentemente basso, oppure bipolare, in cui l’umore alterna fasi di euforia smodata (detta “mania”) a fasi di depressione vera e propria.
Le cause della depressione sono in genere di diverso tipo: esistenziale, affettivo-relazionale, biologico e genetico. Ognuno di noi può vivere una crisi depressiva nell’arco della vita, ma alcuni sono più predisposti di altri, sia per fattori genetici che relativi alla storia personale.
Di norma, ogni situazione che produce un senso di perdita (in ogni ambito) può innescare la crisi, se giunge in un momento di fragilità emotiva: ad esempio un lutto, il periodo dopo il parto, il pensionamento, la menopausa, il matrimonio di un figlio, una separazione, la perdita del lavoro, una malattia.
La crisi spazza via un modo di essere. Ci obbliga a fermarci. Ci lascia nel buio e nel vuoto del non senso. Ci impedisce di proseguire sulla strada che stavamo seguendo ma non ce ne indica una nuova. Ci fa sentire tagliati fuori dal mondo, senza farci intuire dove finisce il tunnel. Vissuta solo così, la depressione non può compiere fino in fondo la “missione” per la quale è venuta, cioè trasformarci. Lasciata a metà strada rischia di diventare cronica e di bloccare davvero la nostra vita.
La crisi depressiva è al contempo dolore, sofferenza e – su un piano organico – alterazione chimica dei neurotrasmettitori. A livello esistenziale, però, è anche una risorsa del cervello che indica quando è il momento di cambiare, anche se noi non lo riconosciamo o cerchiamo di resistere.
Nella crisi depressiva siamo chiamati ad affrontare e vincere i nostri fantasmi interiori attingendo a capacità personali sconosciute, in modo da diventare persone nuove, più padrone di noi stesse e della nostra esistenza.
E’ molto probabile che il suo compagno senta la necessità di operare delle trasformazioni radicali nella sua vita ma che, non avendo intrapreso un percorso di crescita personale o di psicoterapia e non avendo chiare le sue responsabilità verso se stesso, attribuisca ad altri il motivo della sua insoddisfazione.
Lei sia però consapevole di non avere alcuna colpa; sia paziente ma ferma nell’invitarlo a chiedere un sostegno esterno, sia di tipo medico che psicologico.
Un caro saluto.