Sono un ragazzo introverso non mi piace uscire e stare con tanta gente

Alessio

Salve , suono il basso elettrico fin da quando ero piccolo , stavo sempre chiuso dentro la stanza a suonare , non mi piaceva uscire con gli amici , dopo che finiva l anno scolastico , tutta l estate stavo chiuso in una stanza a suonare ,ho avuto conflitti familiari , quindi mi piaceva stare dentro la stanza a suonare , ed era l unica cosa che mi dava piu colore alla vita ,la definivo un qualcosa di meraviglioso è speciale.. all eta di 14 anni . Sono un ragazzo introverso non mi piace uscire e stare con tanta gente , mi lego con poche persone .nel 2008 ho avuto un conflitto con mio padre e ha inciso sulla mia vita musicale ( unica forza che mi faceva superare difficolta..) da li ho comincato a credere che il mio amore verso la musica e finito , non riuscivo piu ad amare e a credere all amore per la musica , e non avevo piu la serenita mentale... comunque dopo 3 anni di sofferenza mentale atroce sono in cura con degli antidepressivi (cipralex) sono geneticamente predisposto alla depressione ( mio nonno ne soffre ) ho notato che quando leggo non mi deprimo e non mi stanco facilmente , e i pensieri di morte non c e ne sono , ma appena suono dopo un po mi sento stanco mentalmente , ho la pelle della faccia stanca e gli occhi mi si abbassano e mi diventano spenti , e mi sento pigro ( non ho voglia di fare nulla ) , quando suono con la band mi passano pensieri negativi . mi hanno consigliato di lasciare la musica e proseguire alla lettura e quindi allo studio , ma io non voglio far vincere la depressione , e voglio continuare con la passione del basso elettrico . aiutatemi a scegliere , perche la musica non la voglio abbandonare mi sono iscritto alla scuola Kandisky ( scuola di musica) per conoscere gente , e per diventare un bravo bassista ma sopra tutto per intaprenderlo un giorno come lavoro ( anche se e dura sceglierlo come lavoro al giorno d oggi ) ho voglia di lottare per diventare un bassista di mestiere ma ho paura per la depressione . ho cercato sul web e ho scoperto che la musica e antidepressiva , ma non ci credo . secondo me e una cosa strettamente personale quella della depressione , esiste la musicoterapia , ok ma io li ho provati di tutti i colori , la mia depressione e nata con la musica , assieme alla musica , e non distaccato da essa . quando mi do alla lettura mi sento bene , perche riesco a razionalizzare ,ma quando suono sto male dopo poi ho un ossessione per il basso elettrico .. cioe faccio modifiche al basso , c e sempre qualche regolazione che faccio allo strumento.. non sono mai soddisfatto!! e poi e successo che l ho rotto per insoddisfazione.. e ne compro un altro.. beh tutto questo e normale! Help Please! so che non e il massimo capire il problema via messaggio , dato che perora non posso permettermi di pagare uno psicologo ... in quanto l ultima volta ho pagato 70 euro... . comunque! fate che potete . grazie in anticip

21 risposte degli esperti per questa domanda

Caro Alessio, lei dice giustamente alla fine della sua lettera che è difficile trovare soluzione al suo problema tramite contatti per e-mail e io devo concordare con lei a questo proposito. E' anche vero che una psicoterapia privata può comportare importi per una seduta del livello che lei cita. C'è però la possibilità di rivolgersi al settore pubblico, cioè al Centro di Salute Mentale della sua zona, chiedendo una consulenza psicologica, dietro pagamento del ticket sanitario. Sono veramente convinta che un aiuto psicologico, affiancato alla terapia farmacologica,le sarebbe veramento di sostegno rispetto alle problematiche che lei ha individuato come depressive. Le faccio i miei migliori auguri dott.ssa Valeria Blarzino
Caro Alessio, Mi dispiace molto per il periodo di intenso disagio che stai passando, devo dirti pero' che non si può pensare di prendere degli antidepressivi senza effettuare una psicoterapia, so che uno psicologo privato può essere dispendioso ma esiste anche un servizio di psicologia del sistema sanitario nazionale che e'assolutamente alla portata di tutti, non conosco la tua zona ma chiedere al tuo medico di base potrebbe essere un buon inizio. Aiutarti a scegliere non significa scegliere per te, ma aiutarti a mettere a fuoco le tue necessità ed i tuoi desideri. Saluti, Dott.ssa Stranci
caro alessio. non esiste una predisposizione genetica alla depressione in quanto tale, sicuramente crescere in un ambiente depressivo e triste non aiuta, ma da lì ad assimilare un dato genetico ce ne vuole! mi sembra di scorgere nelle tue parole un grande senso di malinconia. un sentimento triste e cupo che avvolge tutto il tuo vivere. mi chiedo con l'assunzione di farmaci tale sentimento non si è alleggerito? purtroppo i tuoi conflitti interiori riguardano decisioni complesse sul "cosa voglio fare da grande" che in questo momento storico sollecitano in chiunque molta disperazione visto il grado di incertezza sociale. ma credo che la cosa più importante su cui riflettere riguardo alla tua condizione sia la tua introversione. di solita essa è sempre accompagnata ad una scarsa autostima e la paura di " non essere all'altezza". offrirti una risposta risolutiva in questo contesto è assai arduo. purtroppo i problemi personali e psicologici richiedono tempo e una buona relazione con un buon terapeuta. prova ad accedere al servizio pubblico dove potrai essere supportato gratuitamente. spesso risolvere problemi legati alla depressione da soli non è facile e un aiuto è importante. cordiali saluti
Caro Alessio, sono d'accordo sul fatto che ognuno vive e sente la depressione in base all'unicità della sua personalità e della sua storia. Come già ti sei reso conto i farmaci aiutano, ma non bastano poichè non c'è una profonda elaborazione dei vissuti che hanno aperto la strada alla malattia. Questa elaborazione è possibile con una psicoterapia. Comprendo il problema economico. Sul mio territorio ci sono consultori accreditati con l'ASL che offrono aiuto psicologico pagando il tiket, magari ci sono anche sul tuo territorio, prova ad andare all'ASL ad informarti. Un abbraccio Auguri
Salve Alessio,ovviamente come hai detto tu è difficile capire e trasmettere le cose solo attraverso un messaggio. Il tuo messaggio comunque trasmette tanta rabbia ma anche tanta voglia di lottare per le cose in cui credi e per quello che tu vuoi diventare. Questa è la spinta che deve farti proseguire nella tua passione, perchè la vita è soprattutto questo: passione di vivere e vivere di passione! Hai trovatotu stesso il nodo della questione circa la musica "ho avuto un conflitto con mio padre e ha inciso sulla mia vita musicale". Di questi conflitti non ci dici molto ma in ogni caso lavora sul conflitto con tuo padre e sulle tue emozioni verso di lui e verso la musica. Componi per lui anche facendogli sentire tutta la tua rabbia e la tua tristezza. Confrontarsi con questi problemi è difficile se lo si fa da soli, ed effettivamente a volte gli psicologi costano tanto, ma prova a trovare sul tuo territorio qualche centro o qualche struttura che possa seguirti gratuitamente.
Alessio il tuo stato depressivo può dipendere da diversi elementi e motivazioni e può anche esistere in te una certa 'predisposzione genetica' come tu hai affermato. Ciò non vuole dire che la situazione non si possa risolvere e comunque gestire e migliorare nel tempo!! L'antidepressivo (cipralex) che stai assumendo produce i suoi effetti? Se non vedi grandi vantaggi parlane con il medico che te lo prescrive. Mi sembra che in te ci sia anche una certa quota di 'ansia sociale'. Inoltre parli di alcuni conflitti familiari ed in particolare un conflitto con tuo padre di cui fai solamente un accenno. Ritengo che tu non debba allontanarti dalla musica nè dalla lettura ma devi poter conciliare questi due aspetti anche con le tue relazioni sociali/affettive familiari ed amicali. Devi riuscire a trovare il giusto equilibrio e mi sembra che da solo non ti é facile raggiungerlo!! Capisco che la spesa economica dello psicologo per te é troppo dispendiosa ma puoi anche chiedere al medico curante se nella tua ASL Territoriale vi é un Centro di Diagnosi e Cura dove poterti rivolgere per una terapia psicologica di tipo cognitivo/comportamentale (anche breve). Cerca di riuscire ad affrontare adeguatamente questa problematica e vedrai che la tua introversione migliorerà!! Se non riesci a trovare una psicoterapia per te idonea a livello economico prova a ricontattarci. Ti faccio i miei auguri eti saluti cordialmente.
sembra che tutto sia iniziato da quel conflitto. Prova un pò a farci capire in che modo questo conflitto pensi che abbia gravato sulla tua passione.... da quel momento sembra che hai odiato sempre di più il tuo basso fino a romperlo. che cosa successe allora!!??
Caro Alessio ho letto con molto interesse la tua lettera e penso di aver compreso il tuo stato d'animo e la tua difficoltà. Sono appassionata di musica e seguo molti gruppi musicali e molti artisti in difficoltà più o meno simili alle tue e credo di capirci qualcosa. Mi piacerebbe incontrarti, io sono a Ravenna se vorrai venire a fare due chiacchiere nel mio studio. cell.339 1922 662. Silvana Ceccucci. Veniamo al dunque: a mio parere il problerma non è abbandonare il basso,anzi! è la tua passione e devi recuperare, e inseguire il tuo sogno di musicista. Il problema è riuscire a "vivere diversamente" il suonare e recuperare la gioia di farlo con grande creatività e libertà, se pure attento ai dettagli tecnici. Ora ti trovi invischiato nel circolo dell'ansia creata da conflitti e da un tuo troppo perfezionismo che, da esperto di musica, ti sei creato nel tempo ed ora è una struttura (il perfezionismo ..appunto) che ti limita e ti inibisce. Soprattutto nella musica hai bisogno di scambio costruttivo e vitale con altri musicisti, in quanto, per tanto tempo il suonare ti ha isolato dagli altri ed ora, secondo me, hai bisogno di espanderti e confrontari. Insomma devono cambiare alcune cose. Non so chi ti abbia consigliato di abbandonare la musica, ma mi sembra una cosa insensata. Il fatto che la lettura non ti stanchi è un buon indice per farci capire che la tua mente è a posto per affrontare concentrazione e tutto, solo, ripeto, nella musica, si è creato un ingorgo che bisogna sciogliere. Mi sento di incoraggiarti molto dicendoti il vero, che cioè per molti arstisti è stato come per te, cioè ci sono delle crisi "evolutive" da superare... sono momenti di crescita anche se difficili e dolorosi, poi torna la luce. Alessio, guarda bene dentro di te, e scopri, sentendolo, quello che vuoi fare, guarda questa tua passione in modo nuovo, riscoprila!!! Non avere paura della depressione, la tua non è una vera depressione, a mio parere, ma solo un momento difficile da superare!!! Stai molto fiducioso. Ti farebbe molto bene avere un aiuto e un sostegno psicologico. Vorrei cercare di aiutarti perchè i musicisti sono persone speciali e vorrei tanto aiutarti a scoprirlo e a crederci dentro di te!!! Se passi da Ravenna chiamami e parliamo un attimo. Qusto è quanto ho sentito di dirti per lettera, ma vorrei capire meglio il tuo caso ed esserti di aiuto!!! Comunque Augurissimi, cerca di stare positivo e di vedere le cose in modo nuovo!!! Ciao Alessio! Ps. Bello strumento il basso!!!! :-)))
Ciao, la descrizione che hai fatto non può farmi capire se c'è un episodio depressivo. Interrogati prima che cos'è per te la depressione, ricorda che devono essere presenti vari sintomi e io nella descrizione non li ho rilevati. Bisognerebbe capire meglio che pensieri hai rispetto al fare una cosa oppure l'altra. Segui, comunque, sempre ciò che ti fa stare bene, nei limiti del possibile. Interrogati sul perché devi per forza fare una cosa che poi ti rende triste e quindi non ti fa stare bene. Cerca di trovare l'alternativa ai tuoi DEVO, cambia la parola con dovrei o desidererei e dagli la motivazione...
Dott.ssa Monica Munno

Dott.ssa Monica Munno

Parma

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Come ha detto lei, dare risposte e comprendere le richieste via messaggio non è semplice. Se lei desidera affrontare un percorso di approfondimento di sè, esistono anche strutture non private, oppure private ma convenzionate col pubblico. Esistono dei consultori pubblici, dei consultori privati convenzionati col pubblico, dei servizi psicologici presso gli ospedali. Le tariffe in questi casi sono equiparabili al pagamento di un ticket, in ogni caso un costo inferiore alla tariffa di un privato. Il servizio però è differente, non nel senso della qualità o della professionalità degli operatori. Essendo servizi pubblici, dovendo quindi gestire molte richieste, spesso hanno un numero prestabilito di colloqui, oltre i quali non possono andare. Credo che comunque potrà trovare giovamento nel rivolgersi a questo tipo di realtà. Cordialmente
gentile utente ha ragione quando scrive che da un messaggio non si può risolvere un groviglio come quello da lei presentato, quando comunica che la musica è per Lei contemporaneamente soluzione e causa della sua depressione e che si trova su una strada già tracciata da altri. La invito a riflettere sulle Sue priorità, e sulla possibilità di affrontare un percorso terapeutico o di sostegno,i cui benefici potrebbero essere superiori ai costi economici (che, beninteso, possono essere inferiori o potrebbe rivolgersi al servizio pubblico). La sua giovane età beneficerebbe senz'altro di uno spazio di ascolto e condivisione sulle Sue problematiche, potrebbe darLe nuove lenti con le quali guardare e affrontare il mondo. Ci pensi, così come già sta facendo cordiali saluti
Salve, premetto che è difficile rispondere a delle parole scritte senza avere una interazione vera. Quindi ne potrà risultare una risposta non precisa e conforme alla reale situazione. Sicuramente visto quello che racconti del tuo passato, e in parte del tuo presente, sei un ragazzo introverso. L’introversione, che di per sé non è negativa, porta a rimuginare e mentalizzare anche i conflitti esterni. Penso che sia proprio quello che hai fatto con i tuoi problemi familiari; è stato un modo per tenerti integro durante le difficoltà. La musica è stato il tuo più grande alleato. Però, da come dici, proprio in concomitanza del litigio con tuo padre è iniziato a scemare l’interesse per la musica. Il punto è che la musica non c’entra direttamente nella tua problematica. Il nodo cruciale dal quale devi passare sono i conflitti familiari e in particolare il rapporto con tuo padre. Avere dei conflitti con i propri genitori è una situazione che dilania e fa sentire male: proprio come dici di sentirti. I conflitti con persone significative hanno un potere depressivo. Pensa a quando una persona riceve delle forti delusioni dalla persona che ama, come si sente? Si, perché è delusione e rabbia la tua. Come puoi suonare liberamente il basso nella stessa casa in cui avvengono litigi? Vicino alle persone con cui hai litigato? Il basso è diventato la tua croce e delizia. Ma stai sicuro che un giorno potrai ritornare a suonare alla Flea!!!! Per uscire da questa empasse hai bisogno di farti aiutare. E’ impensabile darti una ricetta scritta per il tuo benessere, sarebbero solo belle parole (scritte). Hai bisogno di una relazione terapeutica, perché attraverso una relazione puoi affrontare e superare dei conflitti relazionali. Comunque stai sicuro che puoi tranquillamente riuscirci. E’ impensabile prendere psicofarmaci senza un supporto psicoterapeutico. Cerca un collega più economico se puoi. Altrimenti se proprio non puoi fare diversamente potresti rivolgerti a me per una consulenza psicologica tramite mail, ovviamente con i limiti della situazione.
ciao Alessio come prima cosa vorrei dirti che sei un ragazzo ancora molto giovane per cui non devi assolutamente perdere la speranza di riuscire a superare i tuoi preblemi e le situazioni che ti fanno stare male. Poi, sai, credo proprio che il tuo problema non sia relativo alla musica e al suonare. Piuttosto forse il tuo malessere negli ultimi anni si manifesta proprio attraverso la musica che da quanto dici è lo "strumento" attraverso il quale veicoli le tue emozioni. I tuoi problemi sono nati nell'ambito della tua famiglia e forse è da lì che bisogna cominciare per cercare di trovare una soluzione. Riguardo al fatto che ti piace stare da solo io non ci trovo niente di strano soprattutto se la cosa non crea problemi a te. Ognuno di noi deve fare quello che lo fa stare meglio anche se non rientra nei canoni di quella che per qualcuno è la normalità. Spero che tu possa illustrarmi meglio quali sono stati i conflitti con tuo padre e magari raccontarmi un'pò di più della tua vita e della tua famiglia. Ti auguro ogni bene.
Ti do del tu perchè sei molto giovane: gli antidepressivi vanno bene ma, alla tua età, vanno necessariamente affiancati ad una psicoterapia. E poi non è detto che se tuo nonno ne ha sofferto debba per forza soffrirne anche tu!Ad ogni modo potreste provare a fare una consulenza familiare e comunque puoi rivolgerti a qualche psicologo della Asl se non puoi sostenere un percorso privato.In bocca al lupo!
Salve Alessio, io non sono sicura che lei sia depresso in senso clinico, ma credo che stia attraversando un momento difficile anche perché sta scegliendo che strada intraprendere nella vita. Io mi soffermerei sull’importanza delle scelte che deve fare e sulla lucidità per valutare il meglio per sé stesso….in modo che il giudizio degli altri non sia fondamentale….in bocca al lupo, qualsiasi siano le alternative su cui si concentrerà. Distinti saluti.
ciao Alessio per prima cosa, bravo per aver scritto e aver "buttato giù" i tuoi pensieri. mi preme provare a tranquillizzarti. la situazione che descrivi non è grave! sicuramente c'è uno stato di sofferenza, cosa che tu per primo riconosci. detto ciò, è ovvio che in qualche modo bisogna riuscire a sbloccare la situazione. la musica e la lettura sono passioni, che possono aiutarti a non avere brutti pensieri, a distrarti. una non esclude l'altra!! di questo ne sono sicuro. ovvio che la scelta che ti si pone è impegnativa. rispetto a questo, però, solo tu sai e puoi sapere cosa vuoi veramente fare nella vita! attenzione, però: leggere non è studiare. leggere un libro per diletto è ben diverso da intraprendere un percorso di studi. d'altra parte, anche la scuola di musica è sicuramente impegnativa e dovresti applicarti molto. non mollare, però, adesso. lo dici tu! sono stati tre anni di sofferenza atroce e di certo fermarti ti farebbe ripiombare nel buio. non farti sopraffare dall'ansia della scelta. prenditi il tuo tempo e rifletti serenamente. poche cose nella vita sono definitive!! hai ragione, parlare del problema via messaggio non è il massimo, ma ci proviamo. però, da quello che scrivi mi sembra che il tuo amore per la musica non sia finito! solo chi crede realmente in una cosa, ci mette tutta la passione e la ricerca della perfezione di cui scrivi nella mail. certo, al momento sarai sotto pressione... ma sarà importante arrivare a una gestione più sensata della rabbia, senza rompere il basso... cosa ne dici? in chiusura. hai ragione, tutto è molto soggettivo. non è detto che la musicotp sia adatta a tutti. e, ancor più, le'ereditarietà della depressione è dibattuta. non dico che non ci sia una base genetica. ma in letteratura si trovano teorie tra le più disparate in materia! non farti abbattere solo perchè "tuo nonnno ne soffre"! ti faccio il mio migliore in bocca al lupo. se ne senti il bisogno, scrivi ancora! ciao
Dott. Giorgio Quaranta

Dott. Giorgio Quaranta

Milano

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Caro Alessio, probabilmente il tuo contrasto con tuo padre ha creato dentro in te un conflitto con la tua passione per il basso. Sei sempre attratto dalla musica ma anche ti deprime perchè ti ha creato problemi familiari. Secondo me la cosa migliore, visto che non puoi permetterti uno psicoterapeuta, sarebbe cercare dentro di te l'antico amore e viverlo suonando rendendoti conto che la tristezza non deriva dal basso ma dal non sentirti del tutto accettato da tuo padre. In quanto alla lettura continua a praticarla in quanto non può farti che bene, ma non è necessario che la contrapponga alla musica. Coraggio, se supererai il tuo conflitto probabilmente diverrai un ottimo esecutore di basso.
Caro Alessio, dalle tue parole si percepisce l'enorme sofferenza che porti dentro. Il dolore che provi è talmente grande da indurti a considerare le tue passioni come minacce piuttosto che come opportunità. Prova ad "ascoltarti" con l'emotività quando suoni, quando leggi, quando ascolti la musica: forse scoprirai che quelle risorse che ora ti sembrano dei nemici non sono altro che il punto di forza su cui contare per abbracciare la vita. Coraggio!!!
Certo, non è facile capire la natura del problema da un messaggio e soprattutto al di fuori di una relazione terapeutica che permetta di osservare, ascoltare, verificare. Non scrive quanti anni ha e che tipo di problematiche si presentano con la sua famiglia. Vive ancora con loro? Ciò che si può intuire dal messaggio è come ci possa essere uno spostamento da problemiche relazionali con la famiglia, alla musica.Un blocco nel suo percorso di crescita. La sua depressione è nata con la musica in che senso? La musica non ha mai portato depressione, tutt'altro, come lei afferma, è usata in vari contesti come mezzo terapeutico. La musica la isola, lo allontana dalla famiglia? E quando suona per chi lo fa? Suo padre le ha proibito di suonare? O lei crede che la musica possa emanciparla? Come ha intuito, un percorso di psicoterapia sarebbe indispensabile, provi a rivolgersi alla Ausl della sua zona, qualcuno potrà accoglierla. Essere geneticamente predisposto a un disturbo non vuol dire necessariamente esserne vittima, ognuno di noi non ha scelto, dove nascere e quando, ma la responsabilità di accettare o rifiutare i condizionamenti sociali, familiari, relazionali, è del tutto personale. Lei ha una meravigliosa compagna che è la musica e saprà che la maggior parte degli artisti e’ stata affetta da un qualche disturbo psicologico (anche psichiatrico): le opere d'arte sono nate solo quando ha avvertito l’urgenza di uscire dal suo bozzolo e iniziato a comunicare con il mondo.
Dott.ssa Mirella Caruso

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Roma

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Caro Alessio, la musica è stato il mondo in cui si è rifugiato fin quando i conflitti familiari non hanno invaso il suo spazio sterile. Era li da solo con la sua musica, dove si difendeva isolandosi da tutto il resto. Ma essere in contatto con il mondo è vitale, perché anche il dolore fa crescere e maturare, soprattutto perché è necessario elaborare i vissuti dolorosi e ridimensionarli, prendere contatto con le proprie emozioni per divenire consapevoli di sé, delle proprie debolezze e dei propri punti di forza. Forse difendendosi si è anestetizzato da tutto e ora fa paura immaginare di fare cose mai fatte e di comportarsi diversamente. Non mi è ben chiaro come è arrivato a prendere gli antidepressivi. Io credo che da soli non vanno bene e anche che non è geneticamente predisposto alla depressione. Sicuramente ha vissuto in un ambiente familiare dove ha respirato un clima affettivo connotato da depressione, dove può aver appreso che è impossibile reagire ed agire. Pensare di essere geneticamente predisposti alla depressione ci autorizza a cedere all’indolenza giustificandola anche perché se il problema è genetico ci sarebbe poco da fare. E’ vero la psicoterapia costa, ma potrebbe far richiesto di un percorso terapeutico presso l’asl di riferimento della sua città, forse potrebbero esserci tempi d’attesa, ma di sicuro è più economico.
Salve, leggendo la tua richiesta mi è risuonata l' idea che la musica è per te un punto di debolezza ed allo stesso momento un punto di forza.ma credo anche che stai andando per la giusta strada, cioè stai lottando per la tua passione riducendone il suo effetto negativo, cioè quello dell' isolamento, perché seguendo un corso insieme ad altri ragazzi hai colto il lato più positivo della musica cioè quello della condivisione opposta all'isolamento.comunque ti consiglio di farti sostenere da un professionista se vai nei servizi di psicologia della tua città le sedute sono gratuite, informati.per qualunque cosa sono a tua disposizione.